LE ACQUE DEL MAR ROSSO RIEMPIRANNO IL MAR MORTO?

Il Mar Morto rischia di sparire a causa dei cambiamenti climatici. Situato tra Israele e la Giordania, lungo 76 km e largo 16, il lago ha una superficie di 650 km². Si tratta di un ecosistema da preservare in quanto unico nel suo genere negli aspetti fisici, chimici, biologici e geologici. La più nota caratteristica di questo lago è la salinità della sua acqua che aumenta con la profondità.
Questo particolare ecosistema si trova infatti in grave deficit idrico e la minor quantità d’acqua presente nel bacino del lago crea pericolose voragini,  problemi geologici, il restringimento del volume del lago, dissesti localizzati. Al problema ambientale e idrogeologico si aggiunge il problema sociale, non secondario, del necessario approvvigionamento idrico per le popolazioni israeliane, giordane e palestinesi.

A fronte di queste problematiche complesse e di diversa natura, la Banca mondiale ha predisposto e finanziato un programma di interventi finalizzato al ripristino ambientale del bacino del Mar Morto, compromesso dalla carenza d’acqua, e a generare acqua dolce – da ottenere tramite un impianto di desalinizzazione – a beneficio delle popolazioni giordane, israeliane e palestinesi. Il progetto della Banca mondiale intende portare acqua dal Golfo di Aqaba-Eilat (Mar Rosso) al Mar Morto attraverso un tunnel sotterraneo che si snoderà per 180 chilometri nel deserto. Il Tunnel attualmente risulta, fra le diverse alternative studiate, l’opzione migliore.

Nella squadra incaricata di studiare i possibili scenari sul preziosissimo e delicato ecosistema del Mar Rosso conseguenti la realizzazione del progetto, sarà una società italiana a svolgere un ruolo di primo piano. La società veneziana Thetis infatti, dopo essersi aggiudicata la gara fra diciotto concorrenti, opererà come team leader nei prossimi mesi in collaborazione con istituti ed esperti israeliani, giordani ed americani che da anni sono impegnati nello studio del Golfo di Aqaba.

La portata del tunnel che trasferirà acqua nel Mar Morto è infatti ingente, fino a due miliardi di metri cubi l’anno. Serviranno pertanto importanti opere di presa da localizzare nel golfo citato, e tale infrastruttura potrebbe avere effetti sulla circolazione delle acque del golfo, sulla qualità delle stesse, sugli ecosistemi corallini presenti e di conseguenza un impatto sul turismo, risorsa economica importanti per le aree costiere del golfo.

Il progetto che prende il nome di “Piano Oasi” ideato da Lyndon La Rouche prevede anche un altro canale che collegherà il Mar Morto al Mar Mediterraneo molto più vasto e molto più vicino al Mar Morto di quanto lo sia il Mar Rosso e con un ecosistema estremamente meno fragile.

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