MORIRE IN VACANZA! STATE ATTENTI!

Spesso, anzi, troppo spesso, i taxisti e i guidatori dei fuoristrada vanno a velocità oltre ogni limite logico.
Personalmente appena salgo su un mezzo guidato da un egiziano, prima ancora di dirgli dove voglio andare gli dico che ci voglio andare lentamente. Non mi faccio nessuno scrupolo di incazzarmi di brutto e di minacciare di scendere se non guida alla velocità che IO ritengo corretta! Più di una volta mi sono incazzato, ho fatto fermare il taxi e sono sceso, ovviamente senza dargli un solo pound, se insisteva a correre!
La mia vita non ha prezzo, e non dimentico mai che il pericolo è la loro presunta capacità di guidare e le altre macchine che si immettono sulla strada principale come se avessero la precedenza!
Di seguito riporto un articolo tratto dal Giornale di Vicenza che racconta la sfortunata vicenda di due turiste italiane morte in un incidente causato dalla guida folle di un egiziano.
NON FATEVI SCRUPOLI A CHIEDERE DI FERMARE LA MACCHINA E A SCENDERE! PRENDETE NOTA DEL NUMERO DEL TAXI E INFORMATE LA POLIZIA. VEDRETE CHE APPENA L’AUTISTA VI VEDRA’ PRENDERE IL NUMERO DEL TAXI VI INVITERA’ A RISALIRE E GUIDERA’ COME SE FOSSE SULLE UOVA! NON PERMETTETE A TAXISTI FOLLI DI GIOCARE CON LA VOSTRA VITA!

Cugine, cognate, ma soprattutto amiche. Feni e Nina erano inseparabili.
Avevano programmato da mesi la vacanza in Egitto sul Mar Rosso sul finire dell’estate di due anni fa. Loro due da sole, senza compagni e figli. Feni era in un momento entusiasmante della propria vita perché la figlia più grande aveva appena dato alla luce il primo figlio e la nascita del nipotino, facendola diventare nonna, l’aveva elettrizzata.
Le due grandi amiche non potevano immaginare quel disgraziato pomeriggio del 12 settembre 2008 che l’autista che le trasportava, assieme a numerosi altri italiani in un super safari nel deserto del Sinai, con giro in cammello fino al parco marino di Abu Galum e snorkeling, cioè il nuotare a pelo d’acqua con il respiratore, fosse completamente a digiuno dal mattino per il Ramadam e guidasse come un ossesso. «Sembrava un matto», hanno testimoniato i compagni di viaggio delle vicentine che rimasero uccise nel ribaltamento della jeep sulla quale viaggiavano.
Tra l’altro, in seguito all’incidente nel quale rimasero ferito altre persone, l’autista ha subito ferite molto gravi in seguito alle quali è rimasto paralizzato.
In tribunale a Vicenza i famigliari di Fortunata Spagnolo, 52 anni, in Ruaro, detta appunto Feni, sposata con due figlie, e Antonina Cavalcante, di 54, conosciuta come Nina, madre di tre figli, hanno avviato una causa civile chiamando in causa il tour operator “I Viaggi del Turchese” al quale chiedono quasi 4 milioni di euro per i danni subiti.
«Finora – spiega l’avv. Alberto Negri, che col collega Fabio Manotto tutela le parti – il tour operator non ha versato un euro, nonostante le due amiche avessero acquistato il pacchetto viaggio “tutto compreso”, che comprendeva viaggio, soggiorno ed escursioni sul Mar Rosso per quasi 1200 euro ciascuna».
La società “I Viaggi del Turchese” si è fin qui opposta a qualsivoglia esborso di denaro sostenendo che l’escursione che si sarebbe trasformata in tragedia venne acquistata sul posto dalle due poverette e che, pertanto, il tour operator non può avere alcuna responsabilità contrattuale.
Le famiglie delle vittime, tramite i loro legali, hanno replicato che da un lato è palese che il comportamento colposo del conducente abbia causato la tragedia perché guidava ad altissima velocità e scarsa attenzione, mentre dall’altro è «altrettanto evidente la responsabilità de “I Viaggi del Turchese srl” in qualità di tour operator che organizzava il viaggio».
Le due amiche avevano comperato il pacchetto all’agenzia. Per i legali delle due famiglie c’è la prova nei documenti che “I Viaggi del Turchese srl” era l’organizzatrice della vacanza e delle escursioni in Egitto.
E questo, osservano gli avvocati, in base alla lettura del catalogo e dei documenti forniti dall’agenzia prima della partenza che reclamizzano viaggio ed escursioni collegate.
Un altro aspetto che viene sottolineato nella citazione depositata in tribunale è che la tragica gita è avvenuta alla presenza e supervisione di personale del tour operator. Un motivo in più, sostengono, per chiamare in causa la società. L’ultima parola, come sempre, sarà del tribunale.

Ivano Tolettini

IMMERSIONE SUL RELITTO: SALEM EXPRESS

Varato con il nome di Fred Scamaroni nel 1976, la nave traghetto è stata costruita nei cantieri Navales et Industrielles de la Mediterranee a La Seyne in Francia. Successivamente gli venne cambiato nome in Nuits San Gorge. Soltanto nel 1988 le venne affibbiato il nome definitivo di Salem Express. Lunga 100 metri per 18 metri di larghezza con una stazza lorda di 4.771 tonnellate, disponeva di 4 motori a 8 cilindri costruiti dalla  L’Atlantique di La Seyne erogavano una potenza di 14.880 cavalli ed operavano sulle due eliche principali e sulle eliche direzionali.

La notte del 16 dicembre 1991, il traghetto del Salem Express salpato dal porto di Jeddah in Arabia Saudita e diretto a Port Safaga, concludeva la sua navigazione a poco meno di 10 miglia dal porto di destinazione a causa di un imperdonabile errore da parte del suo capitano, andando ad urtare contro una piccola torre madreporica situata a poca distanza dalla barriera corallina di Hyndeman reef. Di base a Safaga, il Salem Express ha da sempre fornito un servizio di traghettaggio fra l’Egitto e l’Arabia Saudita per i pellegrini diretti alla Mecca.

Il suo capitano Hassan Moro che disponeva di una notevole esperienza di navigazione in Mar Rosso, cominciò ad operare sulla rotta di Safaga per conto della Samatour Shipping Company prima come capitano in seconda e poi, dal 1988 come primo capitano del natante. Il 16 dicembre 1991, l’espresso del Salem Express cominciava il suo viaggio finale, un viaggio di quasi 450 miglia dal porto di partenza. Dopo il tramonto, il tempo si era notevolmente deteriorato con venti da nord che soffiavano fortissimo: era circa mezzanotte quando la nave si avvicinava ai reefs di Hyndeman ma in tali circostanze atmosferiche era praticamente impossibile distinguere il reef dal mare e quella maledetta notte Hassan Moro per rientrare al porto di Safaga aveva deciso di seguire una rotta diversa navigando ad est del suo itinerario normale, costeggiando l’Hyndeman reef. Questo gli avrebbe permesso di guadagnare oltre un’ora di navigazione sulla normale rotta ma invece gli fu fatale. Lo scafo andò a sbattere a tutta velocità sul lato di dritta contro il reef. L’impatto fu talmente violento da determinare anche la contemporanea apertura del portellone di prua nel quale erano parcheggiate tutte le automobili con il conseguente accesso di una impressionante massa d’acqua che ne ha decretato l’immediato affondamento. Con la tempesta che non accennava a diminuire e la nave che cominciava ad inabissarsi, fra i passeggeri si era generato il panico totale. Trascorsero solo venti minuti prima che il Salem Express venisse inghiottito dal mare andando ad adagiarsi in profondità. Nonostante la nave avesse una stazza superiore alle 1.000 tonnellate, s’inabissò troppo velocemente, lasciando pochissimo tempo ai numerosi passeggeri di salvarsi. Dei quasi mille pellegrini imbarcati, oltre seicento perirono in questa tragica sciagura. Troppe vite erano state perse nel corso dell’affondamento ma per alcuni, tuttavia, la prova più ardua doveva ancora venire; nuotare disperatamente per salvarsi. La rapidità con la quale avvenne l’incidente e la poca dimestichezza dell’equipaggio, non diedero modo di calare in acqua tutte le scialuppe di salvataggio. I sopravissuti si trovarono da soli ad affrontare un mare in burrasca. 180 di loro riuscirono a salvarsi grazie alla intensa corrente che per loro fortuna spingeva in direzione del reef di Hyndeman sul quale andarono a cercare riparo. Ufficialmente alla partenza la nave registrava 650 persone di cui 578 passeggeri e 72 marinai ma purtroppo come spesso accade in questi casi, il numero di persone presenti a bordo era notevolmente superiore. Il capitano Hassan Moro seguì tragicamente la sorte della sua nave.

Il relitto giace adagiato sul lato di tribordo, ai piedi della parete del reef. Il punto piu’ profondo si trova a circa 30 metri e il lato di babordo arriva a 10 metri dalla superficie. Le sue dimensioni sono grandi, ma essendo adagiato su un fondale poco profondo ed essendo chiuso alle penetrazioni, e’ visitabile esternamente in una unica immersione. L’immersione sul relitto richiede un profondo rispetto per la memoria delle tante persone morte nel naufragio. L’immersione inizia dalla parte piu’ profonda,  la murata di tribordo, ed essendo il relitto molto grande, gia’ dalla discesa si rende visibile nella sua interezza. Sotto la murata, la parte piu’ in penombra, si possono vedere tanti alcionari multicolore, proseguiamo verso poppa, dove, adagiati sulla sabbia troviamo i resti della copertura in lamiera e alcuni bagagli dei passeggeri. proseguendo verso la poppa, possiamo vedere una delle due eliche, molto grande, mentre la seconda elica si trova in parte insabbiata. L’immersione lungo lo scafo non rivela particolari interessanti, tranne la possibilita’ di guardare attraverso gli oblo nelle cabine, dove gli arredi e le suppellettili (letti, bagagli, etc.) si muovono in corrente. L’interno lascia l’osservatore attonito sia dalla confusione che dagli oggetti di uso comune osservabili, e sara’ portato a rivisitare mentalmente i momenti tragici dell’affondamento. Le condizioni di luce migliori si trovano al mattino, continuando lungo il traghetto si incontrano i due comignoli uniti da una passerella, con ancora visibile il logo della nave con una grande “S” raccolta in una corona d’alloro. Lungo il ponte superiore sono ancora ben visibili le bitte con i cavi, le condutture di ventilazione ed un argano. Lungo il tragitto osserviamo le sovrastrutture in lamiera e due gru a braccio. Le scialuppe sono oramai adagiate sul fondo sabbioso, ma ancora assicurate dalla funi alla nave, testimonianza del mancato utilizzo fattone durante il naufragio. A questo punto dell’immersione ci troviamo all’altezza del castello di prua, dove il portellone ormai chiuso, sbatte mosso dalla corrente, dando al tutto una atmosfera veramente spettrale; una grossa ancora è ancora ferma nella sua sede, la guardiamo da vicino, e’ molto grande, ma purtroppo il tempo a nostra disposizione e’ ormai finito.



Scheda Tecnica:

Tipo Relitto: Traghetto passeggeri;

Nazionalita’: Egiziana

Varo: 1966

Stazza Lorda: 1.105 Tonnellate

Data Naufragio: 16/12/1991;

Causa Affondamento: Collisione contro il reef;

Localizzazione: Sud di Hyndman Reef, di fronte a Safaga;

Latitudine: 26°30’025” Nord

Longitudine: 34°03’041” Est di G.

Posizione: Ridossato al reef;

Profondita’ Min: 10 m.

Profondita’ Max: 30 m.

UNA FOTO AL GIORNO: LA MURENA

NOTIZIE IN PILLOLE

Finalmente anche dall’Italia i primi voli low cost per Sharm!

Novità da Wind Jet per volare a Sharm El Sheik per il prossimo mese di dicembre partendo dagli aeroporti di Catania e Forlì con una frequenza settimanale da entrambe le città.
Dal 20 dicembre Forlì – Sharm el Sheik (una frequenza settimanale il lunedì)
Dal 26 dicembre Catania – Sharm el Sheik (una frequenza settimanale il lunedì)

@

Mondiali di pallavolo. Prime partite

Italia – Giappone      3-0
Egitto – Iran              3-0

Italia – Egitto            3-0

@

L’Italia e l’Egitto in prima fila contro l’infibulazione

Non toccate più le bambine. Il titolo non è questo ma il senso sì, della risoluzione per una messa al bando universale della pratiche presentata ufficialmente all’Assemblea dell’Onu su impulso dell’Italia e dell’Egitto. Il testo in realtà è il risultato di un lavoro diplomatico che coinvolge molti altri Paesi ed è frutto di una battaglia decennale che ha coinvolto associazioni, stituzioni e anche religiosi islamici.

Approfondimento sulle pagine de L’Unità

@

Il libro dei morti esposto a Londra dal 4 novembre

Dal 4 novembre aprirà al pubblico, al British Museum, una delle mostre più affascinanti dell’anno, intitolata “Viaggio nell’aldilà: il libro dei morti nell’antico Egitto”. Saranno esposti per la prima volta decine di inediti papiri che descrivono il percorso che il defunto doveva compiere per divenire immortale

Vedi l’articolo già pubblicato in questo blog

@

Le critiche dei viaggiatori. Egitto malissimo, Italia bene

I viaggiatori sono sempre meno soddisfatti dei servizi alberghieri: uno su 6 è insoddisfatto dell’albergo dove ha trascorso le vacanze estive. I principali punti critici sono le lenzuola sporche, gli insetti in camera, il bagno non igienizzato, un servizio poco adeguato e personale scortese. Ma in questo, l’Italia fa eccezione: gli hotel italiani si piazzano al secondo posto, nella classifica stilata dal portale di viaggi e recensioni di hotel HolidayCheck.it. Nel trimestre giugno-agosto 2010, 182.760 utenti hanno recensito l’hotel delle proprie vacanze su HolidayCheck, e il 15,7% di questi (28.714) non ha raccomandato l’hotel ad altri utenti.
Al primo posto tra gli hotel meno consigliati c’è la Tunisia, che ha un tasso di non raccomandazione del 24,8%. Seguono Egitto con il 19,7% la Repubblica Dominicana con il 19,6% e Maiorca con il 19,1%.  L’Italia si posiziona al secondo posto con il 12,5% di viaggiatori insoddisfatti. L’Austria é la vincitrice: solo il 7,5% delle persone che hanno soggiornato in Austria non è rimasto soddisfatto dall’hotel scelto.

@

Coppa del mediterraneo di pallanuoto

Seconda giornata di gare a Larnaca, Cipro, sede della Coppa del Mediterraneo di pallanuoto. Dopo l’esordio vittorioso con la Grecia, sabato l’Italia si è imposta 9-7 contro l’Egitto. Parziali 1-1, 3-2, 5-2, 0-2. A segno per gli azzurrini Fondelli 3, Cuccovillo 2, Presciutti 2, Vergano, Di Fulvio. La Nazionale azzurra under 17 campione d’Europa domani sarà impegnata alle 8.00 Cipro e alle 17 Malta.

fonte: http://www.federnuoto.it

@

I segreti del Sahara: Algeria ed Egitto – Presentazione il 30 settembre a Boves (CN)

“Totem e Tabù” club di liberi viaggiatori presenta: “I Segreti del Sahara – Algeria ed Egitto: Tadrart Acacus e Djanet – Gilf Kebir e Jebel Al Awaynat” di Remigio e Claudia Charbonnier all’Auditorium Borrelli di Boves, giovedì 30 settembre alle 21. Come scrive Mano Dayak nel suo libro “Sono nato con la sabbia negli occhi”: “Il deserto non si racconta, si vive… il deserto è estremamente bello e puro, sconvolgente e magico al tempo stesso…  E’ il deserto che mi ha insegnato la comunione con l’infinito misterioso”. Una serata per conoscere le spedizioni che attraversano un vastissimo territorio incorniciato da magici scenari, dove da millenni la natura sempre più arida non ha più permesso la sopravvivenza dell’uomo. Ingresso libero.

TELEFONARE IN EGITTO SPENDENDO QUASI NIENTE!!!

Con Skype puoi chiamare con pochissimo in Egitto nonché fissi e cellulari in tutto il mondo. Ci sono due fantastici modi per iniziare – scegli un abbonamento per chiamare un Paese specifico oppure usa il credito Skype prepagato per chiamare come e quando vuoi.

Puoi acquistare una prepagata da 60 minuti al mese a 6,49 euro pari a 10,8 centesimi al minuto

Puoi acquistare una prepagata da 120 minuti al mese a 12 euro pari a 10 centesimi al minuto

Puoi acquistare una prepagata da 400 minuti al mese a 28 euro par a 7 centesimi al minuto

Solo 7 centesimi al minuto per chiamare telefoni fissi e cellulari egiziani!!!!

Perfetto per chi deve essere sempre in contatto con l’Egitto o per chi ha un amico o un parente che fa una o due settimane di vacanza e col quale vuoi rimanere in contatto. Tu dall’Italia usi la tariffa prepagata Skype, chi è in Egitto prende una sim egiziana (a costo zero!!!!!) e con niente rimanete in contatto!!!!

Ricordo che una chiamata su un numero italiano in Egitto, costa, solo per lo scatto alla risposta, 3 euro!!!!

VAI ALL’OFFERTA DI SKYPE

PRESTO RIAPRIRA’ IL MUSEO DI ARTE EGIZIA A ROMA

Dopo quasi due anni di restauro e una spesa di 9 milioni di euro, e’ stato finalmente inaugurato il Museo di Arte Egizia, ospitato all’interno dell’Accademia d’Egitto a Roma. Un’occasione di grande rilievo come testimoniato dalla presenza del presidente egiziano, Hosni Mubarak, e del premier Silvio Berlusconi.
E’ la prima struttura museale egiziana all’estero di proprieta’ del Paese dei faraoni. E’ diretta dalla signora Wafaa Saddik, direttore generale del Museo egizio del Cairo.
Oltre 120 le opere che documenteranno la civilta’ egizia, dall’epoca dei faraoni a quella copta, passando per l’eta’ greco-romana fino al periodo islamico.
La selezione delle opere e’ stata fatta dal ministro della Cultura, Farouq Hosni, presente anche lui all’inaugurazione e dal segretario del Consiglio supremo delle antichita’ egizie, Zahi Hawass.
Tra i pezzi piu’ importanti, la statua di Chefren (IV dinastia, 2630-2510 a.C.); lo scrigno a forma di piccolo sarcofago, che fa parte del tesoro di Tutankham (XVIII dinastia, 1530-1290 a.C.) e la gigantesca testa che raffigura il faraone Akenaton (decimo sovrano della XVIII dinastia).
Lo spazio sara’ aperto al pubblico a ottobre, in occasione dell’LXXX anniversario dalla fondazione dell’Accademia. (AGI)