FOOD FRESH GATE LA FIERA DELL’ORTOFRUTTA A SHARM DAL 27 AL 29 NOVEMBRE

The 2nd edition of the B2B specialized matchmaking event to meet with all main Egyptian producing and exporting companies will take place on 27-29 November 2010 in Sharm El Sheikh.

The meeting will gather more than 200 Egyptian companies presenting high quality fresh produce (such as strawberries, citrus, onions, potatoes, grapes, capsicum, green beans, iceberg…) as well as processed food products (such as juice, dairy products, olive oil, olives, frozen fruit and vegetables etc.) and cut flowers.

Some 1000 visitors from throughout the world are expected to attend the event including importers, wholesalers, distributors, as well as representatives of discount stores, retail chains and supermarkets.

The event will be a unique opportunity for international buyers to meet with all main Egyptian producing and exporting companies, to make contacts and discuss closely on business opportunities.

The event is organized by the Egyptian Exporters Association (Expolink), in cooperation with Egypt’s leading organizations such as AEC (Agriculture Export Council), the Food Export Council and the Industrial Modernization Centre (IMC), and it will be held in the Sharm El Sheikh Maritim Congress Center.

TRADUZIONE APPROSSIMATIVA:

La seconda edizione dell’appuntamento B2B permetterà l’incontro dei principali coltivatori e esportatori egiziani a Sharm dal 27 al 29 novembre

All’appuntamento intervrranno coltivatori, società di lavorazione e coltivatori di fiori recisi

Sono attesi più di 1000 visitatori specializzati

E’ un’occasione unica per i visitatori stranieri di entrare in contatto con le principali aziende del settore egiziane.

 

19 REPERTI DELLA TOMBA DI TUTANKHAMON DAL NEW YORK A IL CAIRO

Gli egittologi al Metropolitan Museum of Art di New York hanno identificato 19 piccoli gioielli e statuette che erano stati presi illegalmente dalla tomba di Tutankhamon ed erano finiti nella collezione del museo agli inizi del secolo scorso.

I manufatti sono 15 “pezzi e campioni (bit and samples)” e quattro reperti di interesse storico-artistico significativo. Tra questi vi sono una statuetta di bronzo di un cane e una sfinge di lapislazzuli – una pietra preziosa – oltre alla parte di un manico (handle) e a un collare.

Dopo un’approfondita indagine sulla storia dei reperti, gli esperti del museo hanno concluso che “senza dubbio provengono dalla tomba di Tutankhamon”: erano stati documentati durante gli scavi ma non apparivano in alcuna fotografia.

“A causa della precisa legislazione riguardo quello scavo, questi oggetti non avrebbero mai dovuto lasciare l’Egitto, e perciò dovrebbero spettare di diritto al governo egiziano”, ha detto il direttore del Metropolitan Museum Thomas P. Campbell.

Prima di rimpatriare, però, gli oggetti verranno esposti fino a gennaio nella mostra su Tutankhamon a Times Square, e successivamente al Metropolitan Museum of Art per altri sei mesi. Al ritorno in Egitto verrà dato loro un posto speciale nel Museo Egizio del Cairo e infine verranno spostati, insieme al resto della collezione di Tutankhamon, nel nuovo Museo Egizio a Giza.

Già nel 1978 l’allora direttore del Metropolitan Museum, Thomas Hoving, scriveva nel suo libro “Tutankhamun: The Untold Story” che Howard Carter, lo scopritore della tomba, rubò degli oggetti dal sito e li rivendette in segreto al suo museo.

Carter riferì che il 26 novembre del 1922 lui e altri tre colleghi (tra i quali Lord Carnarvon, l’uomo che finanziò lo scavo) guardarono nella tomba di Tutankhamon attraverso un buco, videro “cose meravigliose” e poi richiusero il buco in attesa dell’arrivo delle autorità egiziane, come richiesto dalla legge.

Secondo Hoving le cose andarono però diversamente. Carter e Carnavon non aspettarono le autorità, ma cercarono segretamente le camere interne della tomba, si misero in tasca diversi oggetti e richiusero il buco. È “uno dei segreti meglio tenuti nella storia dell’egittologia”, scrisse.

All’epoca il governo egiziano permetteva agli scavatori di tenersi una parte sostanziale dei ritrovamenti dagli scavi intrapresi e finanziati da loro. Invece, durante il decennio che ci mise il team di Carter a recuperare le migliaia di oggetti dalla tomba di Tutankhamon, divenne sempre più chiaro che non ci sarebbe stata alcuna spartizione.

Presto cominciarono a circolare varie teorie di importanti manufatti, dell’epoca di Tutankhamon e facenti parte di collezioni al di fuori dell’Egitto, che in realtà provengono dalla tomba del faraone.

Tali ipotesi si sono intensificate dopo la morte di Carter nel 1939, quando un certo numero di manufatti antichi fu ritrovato proprio nella sua tenuta. Tra questi figurano la maggior parte dei 19 oggetti in questione, che finirono in eredità al Metropolitan Museum poiché lo stesso Carter gleli volle lasciare in eredità la sua casa di Luxor.

Al momento dell’acquisizione, tuttavia, tutti i reperti vennero esaminati approfonditamente da esperti e rappresentanti del governo egiziano; nella maggioranza dei casi anche successive ricerche non avevano evidenziato una provenienza dalla tomba di Tutankhamon.

LA CRISI DELL’ACQUA DEL NILO

E’ ancora guerra, seppur solo verbale, sulle acque del Nilo. Ieri il Primo Ministro etiope, Meles Zenawi, ha lanciato durissime accuse all’Egitto reo, secondo l’Etiopia, di armare e finanziare i ribelli etiopi legati (tra le altre cose) al nemico giurato eritreo. Il motivo sarebbe il controllo del flusso delle acque del Nilo, ridotto moltissimo negli ultimi anni e indispensabile per l’economia egiziana.

In una intervista alla Reuters il Primo Ministro Etiope ha detto che Il Cairo finanzia i gruppi ribelli legati all’Eritrea e all’estremismo islamico allo scopo di destabilizzare il Corno d’Africa. Il motivo, secondo Zenawi, sarebbe il controllo del flusso delle acque del Nilo. L’Etiopia negli ultimi anni ha costruito cinque grandi dighe lungo il corso del Nilo che attraversa il Paese e si appresta a costruirne un’altra di enormi dimensioni. Questo ha portato una drastica diminuzione del flusso delle acque verso l’Egitto, flusso dal quale dipende 85% dell’economia agricola egiziana.

L’Egitto pretende l’applicazione dell’accordo sul Nilo del 1929 il quale prevede un flusso di 55,5 miliardi di metri cubi l’anno verso la terra dei Faraoni di cui buona parte proveniente dall’Etiopia. La costruzione delle dige a monte e un nuovo accordo sottoscritto da Etiopia, Uganda, Tanzania, Rwanda e Kenya che limita il flusso di acqua verso l’Egitto tenendo conto anche dei recenti cambiamenti climatici, ha messo in difficoltà l’economia agricola egiziana. Da qui le proteste del Cairo nei confronti soprattutto di Etiopia e Uganda.

Immediate le reazioni egiziane alle accuse lanciate da Meles Zenawi. In un messaggio diffuso in serata, il portavoce del Ministero degli Esteri egiziano, Hossam Zaki, ha definito “deplorevoli” le parole del Primo Ministro etiope. “L’Egitto è saldamente su posizioni giuridiche e politiche per quanto riguarda la questione delle acque del Nilo e ha sempre sostenuto il dialogo e una soluzione politica” ha detto ancora Zaki. “Sostenere che l’Egitto finanzia e arma le milizie ribelli etiopi è del tutto falso”.

La questione del controllo dei flussi delle acque del Nilo, per lo più trascurata dalla comunità internazionale, rischia invece di accendere le polveri in un’area molto vasta dell’Africa Sub-sahariana. Il Sudan si è già schierato con l’Egitto mentre i cugini Sud Sudanesi sono a fianco di Etiopia e Uganda. La questione non è di secondaria importanza alla vigilia di un referendum importante come quello che a gennaio vedrà il popolo del Sudan Meridionale decidere se attuare o meno la secessione da Khartoum. L’Egitto, sul referendum, ha più volte interferito negli ultimi mesi arrivando a condizionare il comportamento della Lega Araba spingendola a schierarsi contro la secessione. Dal Cairo nelle ultime settimane sono partiti molti finanziamenti destinati a Hassan al-Turabi, fermo oppositore della secessione, finanziamenti che potrebbero (come in passato) finire nelle mani di gruppi ribelli operanti nel sud Sudan allo scopo di destabilizzare l’area (per esempio il Lord’s Resistence Army).

I dubbi di Meles Zenawi non sono quindi del tutto campati in aria. L’Egitto esercita effettivamente una grandissima pressione su quegli Stati che vorrebbero rivedere l’accordo sul Nilo del 1929 e per farlo usa qualsiasi mezzo. La Comunità Internazionale non può più rimanere alla finestra a guardare, deve intervenire e imporre una mediazione seria. Diversamente quella che ancora è solo una guerra di parole potrebbe trasformarsi in una guerra vera e propria.

LA SOTTILE MAGIA DEL DESERTO BIANCO

Ha un fascino quasi fuori dal reale il Deserto bianco dell’area occidentale dell’Egitto, che colpisce soprattutto gli amanti del safari. Davanti agli occhi del visitatore, infatti, si mostrano fiere surreali formazioni rocciose che stanno diventando, anno dopo anno, di grande richiamo soprattutto per i viaggiatori europei. L’area in questione ha inizio a nord dell’Oasi di Farafra e prosegue per ben 50 chilometri, estendendosi in larghezza per 20 chilometri su entrambi i lati della strada. Il suolo è composto da gesso e pietra calcarea, con un aspetto che a tratti ricorda la neve. Particolarmente frequentata dai beduini, viene pure detta Valle delle carote, dato che gli speroni appuntiti e lavorati dall’erosione del vento, somigliano all’ortaggio. Tutta questa parte d’Egitto, sembra lontana anni miglia da monumenti e testimonianze legate alle antiche cività. Vale la pena però, ugualmente, di cercare una offerta o dei last minute, che permettano di arrivare in Africa del Nord e organizzare un soggiorno da queste parti.

Sulla strada da Bahariya, sullo sfondo desertico, spiccano questi enormi massi che fanno pensare per la loro forma ad uccelli, cammelli di pietra, sfingi e a qualunque personaggio riesca a concepire la propria fantasia. Il colore della roccia, poi, assume una gradazione differente a seconda delle ore della giornata e della posizione del sole. Diventa, in tal modo con delle sfumature rosa, arancio o azzurrine che ne completano l’immagine suggestiva. Non è certamente un luogo affollato o comune dove poter trascorrere le vacanze di Natale o un anniversario particolare, ma l’esperienza potrebbe risultare davero unica in ogni periodo dell’anno.

Nonostante si pensi il contrario, qui non mancano le sorgenti, a partire da quelle di Ain es-Sarru, fino ad arrivare a quelle di Bir Mafki e Ain el-Wadi. Sono formate da collinette e non da cavità che si formano quando la sabbia si deposita sulla vegetazione che cresce intorno all’acqua. Una escursione nella zona sicuramente da non perdere, è quella alla Montagna di Cristallo, un manto di roccia ricoperto dal quarzo.

LA CONDIZIONE DELLA DONNA IN EGITTO

(Cairo) Hoda Gameel, 22 anni, è una delle tante donne egiziane spinte nel mondo del lavoro dal bisogno e dalle circostanze. Se in passato lasciare le mura domestiche può aver reso alcune donne libere, oggi le donne egiziane non ricevono la giusta considerazione e, al contrario, tornano a rifugiarsi nella tradizione.

“Ero ambiziosa e avevo sogni. Ora voglio solo sposarmi e stare in casa”, ha dichiarato Gameel. “La mia sola speranza è quella di potermi riposare, quando mi sposerò”.

Gameel si sveglia alle 7, prepara la colazione ai due fratelli minori, li accompagna a scuola, torna a casa a stirare e poi va al lavoro – vende foulard copricapo nello stand di uno sfarzoso centro commerciale. La sera, dopo aver affrontato 90 minuti di traversata nel traffico del Cairo su un autobus malridotto, cena, studia e finalmente riposa.

È una sfacchinata che frutta a malapena 100 dollari il mese, con tutti gli straordinari. Una storia tristemente ordinaria nei paesi dove la tradizione ancora priva la maggior parte delle donne di opportunità e l’unica possibilità sono lavori mal pagati e poco soddisfacenti.

Gameel ha il peso ma non i vantaggi dei suoi coetanei. “Mi sento un uomo. Gli uomini sono quelli che in teoria dovrebbero lottare e sostenere il peso della famiglia. Una donna dovrebbe invece offrire amore, affetto ed essere protetta. Non dovrebbe essere impegnata fuori casa tutto il tempo”.

La maggiore di quattro figli, al quarto anno di studi di ragioneria, Gameel ha dovuto rimboccarsi le maniche, quando il padre, operaio analfabeta, si è ritirato dal lavoro a 51 anni a causa di una grave forma di asma. Contemporaneamente, sua madre ha dovuto lasciare il posto nella fabbrica dove cuciva vestiti per meno di 50 dollari il mese perché troppo soprappeso.

Quando aveva 19 anni, Gameel lavorava come segretaria in una piccola compagnia che vende condizionatori d’aria. Il lavoro d’ufficio le piaceva e il suo salario era il doppio di quello attuale. Ma il suo capo era un po’ troppo premuroso, “continuava a far cadere cose di proposito perché mi chinassi per raccoglierle”. Quando Gameel si lamentò con i colleghi, la voce arrivò al capo che la licenziò.

Da una recente ricerca condotta dal Pew Research Center di Washington in collaborazione con l’International Herald Tribune è emerso che l’Egitto è uno dei paesi in cui le donne che lavorano sono maggiormente svantaggiate e i pari diritti sono un obiettivo più che una realtà. Il 61% degli intervistati ha detto che le donne dovrebbero poter lavorare fuori casa. Ma il 75% ha aggiunto che in tempi di scarsità di lavoro, gli uomini dovrebbero avere la precedenza.

L’Egitto è al 120° posto su 128 paesi in quanto a uguaglianza di genere secondo il Global Gender Gap Report del World Economic Forum, che mette l’accento sulla scarsa performance del paese in quanto a empowerment politico e opportunità economiche concrete per le donne. E le cose potrebbero peggiorare ulteriormente per le donne. Mentre il settore pubblico è stato tradizionalmente più ospitale nei confronti delle donne, l’apertura dell’economia al settore privato le sta penalizzando. Secondo il rapporto 2010 del Population Council, il tasso di disoccupazione tra le giovani tra i 15 e i 29 è al 32% circa, più del doppio del 12% tra i giovani della stessa fascia di età.

Le donne in Egitto occupano solo 8 dei 454 seggi del Parlamento e 5 parlamentari sono state nominate direttamente dal presidente. Ci sono solo 3 ministre e nessuna donna tra i 29 governatori.

Quando le donne hanno chiesto di diventare giudici del Consiglio di Stato, il tribunale amministrativo più alto, l’assemblea generale del Consiglio ha votato contro, argomentando che l’emotività e i doveri genitoriali delle donne non le renderebbero adatte a tale compito. La decisione è stata ribaltata a marzo in seguito al ricorso presentato alla corte costituzionale dal Primo Ministro Ahmed Nazif ma, di fatto, nessuna donna è entrata a far parte del Consiglio.

Analogamente, il Parlamento ha approvato lo scorso anno un testo di legge che riserva alle donne una quota di 64 seggi alla camera dei deputati nei prossimi due mandati quinquennali, a partire dalle prossime elezioni che si terranno in autunno.

Solo le donne influenti “possono permettersi delle ambizioni,” mentre la maggior parte delle donne appartiene alla classe medio-bassa. Inoltre, l’analfabetismo femminile rimane alto: il 47% delle donne rurali e il 23% di quelle urbane non sono in grado di leggere o scrivere.

La ragazza prosegue caparbiamente i suoi studi e frequenta corsi d’Inglese l’estate. Vuole un lavoro in banca, per l’orario (il lavoro finisce alle 2), un tipo di lavoro che vede come l’unica possibilità di avere una carriera dignitosa e un matrimonio felice.

“Lavoro come una macchina,” ha detto. “Non ci sono promozioni, lo stipendio non ha aumenti e non c’è pietà. Dov’è il senso di realizzazione in tutto ciò?”

Sono le 11:00, Gameel fa i conti della giornata, chiama il proprietario e chiude lo stand. Porta a casa okra surgelati che la madre cucinerà per cena. Si trascina sull’autobus. Guarda fuori del finestrino. E solo a metà del tragitto, finalmente dice: “Anche solo questo viaggio accidentato finirà con l’uccidermi”. (fonte: New York Times) (Tratto da http://www.deltanews.net)

IL VIRUS IN VALIGIA

Chikungunya, Alkhurma e Dengue sono i nomi esotici di alcune malattie infettive che da qualche anno stanno facendo capolino nel nostro Paese. Grazie al turismo diffuso e ai viaggi di rientro degli immigrati. A fare il punto su questi “virus in valigia” sono stati gli esperti riuniti mercoledì mattina a Roma per il IX congresso annuale della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).

«L’Alkurma ha fatto la sua comparsa a Bergamo portata da due turisti di rientro dall’Egitto, ma la sua origine è l’Arabia Saudita – afferma Giuseppe Ippolito direttore scientifico dell’Istituto di malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma – l’agente infettante era in una zecca che ha pizzicato i connazionali mentre erano in un mercato di cammelli».

«I casi di Dengue in Italia non sono più di 100 – prosegue Ippolito – e per quanto riguarda la Chikungunya, ad oggi, non ci sono infezioni sul territorio. Anche se ancora si ricordano i 250 casi scoppiati nel 2007 in Emilia Romagna». Altro ospite arrivato da lontano è stato nel periodo 2008-2009 il virus West Nile, che ha causato in Italia la comparsa di casi umani di encefalite.

«Il virus del Nilo occidentale arriva dall’Africa – spiega l’esperto – e si è mostrato capace di provocare casi di patologia nell’uomo nel Mediterraneo e in Europa orientale. Un altro patogeno è il flavivirus Usutu, di origine africana e attualmente in circolazione nel nostro Paese».

Secondo gli specialisti questi virus hanno una grande capacità di adattamento e sono in grado di mutare ed entrare nel circolo vitale degli insetti che veicolano l’infezione. «Anche per questo non vanno sottovalutati – afferma Evangelista Sagnelli, presidente della Simit -. Profilassi e attenzione devono essere le parola d’ordine di chi si reca in zone dove ci sono focolai di questi virus. Inoltre non si devono prendere sottogamba le escursioni nelle periferie delle grandi capitali di Paesi come l’India e la Cina, perchè proprio lì possono nascondersi i parassiti, magari non presenti nei lussuosi alberghi».

IL MUSEO EGIZIO DI TORINO

Il Museo Egizio costituisce un vero vanto per la città di Torino: è stato infatti il primo al mondo per fondazione e cede il passo solo al Museo del Cairo per dimensione e importanza delle collezioni. La storia del Museo ha inizio ufficialmente nel 1824 quando Carlo Felice di Savoia acquistò dal console di Francia in Egitto, Bernardino Drovetti, un’ampia collezione di opere che grazie a un’equipe di studiosi e archeologi si è ampliata ulteriormente fino a raggiungere ben 30.000 pezzi. In realtà i Savoia avevano dimostrato uno spiccato interesse per l’affascinante cultura egizia già da prima: nel 1630 questa famiglia aveva acquistato il Gabinetto di curiosità dei Gonzaga, che venne sistemato nell’Università di Torino. Questo nucleo originario si arricchì ulteriormente di pezzi nel ‘700 per interessamento di un professore di Botanica dell’Università di Torino, Vitaliano Donati, la cui opera venne proseguita da Drovetti. La collezione di Drovetti acquistata dai Savoia con gli anni aumentò sempre più grazie all’interessamento di Ernesto Schiaparelli che divenne direttore del Museo nel 1894. Schiaparelli e dopo di lui Farina fino agli anni ‘30 promossero numerosi scavi in loco che hanno portato alla scoperta e all’acquisizione di reperti risalenti al periodo tra il 4000 e 31 a.C., anno in cui l’Egitto passò all’impero romano e provenienti da Giza, Gebelein, Eliopoli, Assuan, Valle delle Regine….
Così sono passati al museo i meravigliosi reperti rinvenuti nella tomba violata della regina Nefertari, la donna prediletta di Ramses II,  e il naos di Sethi I un monumento per il culto del Ra a Eliopoli.

Nel 1966 il Museo si è arricchito del tempietto scavato nella roccia da Thutmosi III nel 1430 a.C. a Ellesjia:  l’Egitto intendeva ringraziare l’Italia per essersi adoperata perché i monumenti nubiani non fossero sommersi dal lago Nasser. E attualmente il museo è un vero e proprio santuario della civiltà egizia. Il percorso espositivo è stato studiato appositamente per consentire una migliore e più agevole comprensione di questo mondo affascinante e ricco di mistero. Le raccolte, infatti, affrontano diversi argomenti e sono distribuite su tre piani: al pian interrato si trovano esposti reperti degli scavi ad Assiut, Gebelein, Qau El-Kebir. Al piano terra è stato collocato il tempio di Ellesiya e i numerosi reperti relativi alla statuaria, tra cui autentici capolavori come le statue di Ramses II, dei faraoni Thutmosi III e Amenhotep II. Qui ammirerete la statua della principessa Redi, risalente al 2800 a.C, la più antica del museo. Al primo piano troverete interessanti testimonianze sulla pittura funeraria: tra gli esempi più significativi sono le pitture di Iti, tesoriere del re nel 2100 a.C. o il ciclo pittorico della tomba di Maia (XVIII dinastia). Troverete numerosi vasi canopi utilizzati per la conservar le viscere dei defunti, numerosi amuleti per l’aldilà, statuine funerarie.
Particolare attenzione meritano i sarcofaghi, finemente lavorati, dentro i quali sono state ritrovate numerose mummie di dignitari e gente comune,, ma anche di animali sacri (falchi, pesci, tori, ibis, gatte, babbuini, coccodrilli).

Troverete infinite testimonianze di varie attività che quotidianamente si svolgevano: dalla tessitura alla caccia, alla pesca, al gioco.
Ovviamente una delle più importanti testimonianze della civiltà egizia è rappresentata dalla scrittura:ammirerete l’affascinante sistema di geroglifici dipinti su papiri, sulle bende delle mummie. Potete leggere atti di processi, vendite di beni, formule sacre per propiziarsi il regno dei morti come si evince dal libro dei morti). E dato che la maggior parte dei reperti proviene da tombe, non vi stupirete di incontrare numerose steli funerarie.

NOTIZIE IN PILLOLE

Al via la quarta linea di Metrò a Il Cairo

Le autorita’ egiziane hanno approvato il tracciato definitivo di una nuova linea della metropolitana a Il Cairo, la cui costruzione dovrebbe cominciare a settembre del 2012. La quarta linea del metro della capitale egiziana correra’ dal quartiere nord-occidentale ‘Sei ottobre’ -data di inizio della guerra del Kippur, combattuta nel 1973- e, passando nei pressi delle piramidi di Giza, raggiungera’ la zona di el-Malek el-Saleh, circa un chilometro dal centro cittadino. Il ministro dei Trasporti, Alaa Fahmy, ha detto che la linea sara’ completata in cinque anni e, successivamente, sara’ estesa da el-Malek el-Saleh al quartiere di Nasr City.

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Phone&Go punta sulle crociere sul Nilo

Phone&Go conferma l’impegno sull’Egitto, proponendo anche per Natale le Crociere sul Nilo. Rispetto al 2009, il fatturato del t.o. sul prodotto è in crescita, tanto che l’operatore aumenta i posti volo dedicati alle crociere e, in alta stagione, opera due voli settimanali con partenza da Milano Malpensa, Roma Fiumicino e Verona. Sono tre i programmi di crociera proposti da Phone&Go: il Fiume degli Dei, dedicato a chi visita per la prima volta il Paese; Nefertiti, composto da 4 notti in crociera e 3 a al Cairo, e Cheope, che include 3 notti al Cairo, 1 notte ad Aswan e 3 notti in crociera.

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Sharm sempre ai primi posti! Anche per le vacanze di Natale!

Secondo l’osservatorio di Volagratis.it, per quanto riguarda il lungo raggio New York si conferma la meta preferita dagli italiani, seguita da L’Avana e Miami. Sono state rilevate tutte le prenotazioni effettuate con data di partenza compresa tra il 15 dicembre 2010 e il 15 gennaio 2011. Per quanto riguarda le destinazioni intercontinentali più prenotate per il periodo in esame, l’indagine dell’Osservatorio mostra che New York è in assoluto la destinazione più scelta, seguita da L’Avana (una novità rispetto agli anni passati), Miami e Sharm el Sheikh.

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Il vero stipendio degli egiziani

Il governo egiziano ha deciso di incrementare i salari minimi dei lavoratori a 400 sterline egiziane (52 euro al mese!!) per la prima volta dal 1984. Nonostante fosse stato proprio il Consiglio nazionale per i salari a richiedere l’aumento, i suoi attivisti hanno rifiutato l’offerta del governo, definendola ”una miseria in un paese con un’inflazione del 12%”. ”Com’é possibile avere uno stipendio minimo equivalente al prezzo di 6 chili di carne? Non ha senso”, ha dichiarato l’economista egiziano Ahmed al-Naggar. Secondo Khair Abdel Rahman, un rappresentante del Consiglio, il minimo salariale dovrebbe essere di 500 sterline egiziane per i lavoratori non specializzati, di 750 per quelli semi-specializzati, e di 1.000 per gli specializzati. Il governo ha però respinto la richiesta, sostenendo che un ulteriore aumento potrebbe far salire l’inflazione.

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SHASA, DANZATRICE DEL VENTRE ITALIANA

Nei giorni scorsi Shasa era a Sharm per perfezionare alcuni passi di danza del ventre.
L’ho conosciuta e con lei ho chiacchierato di questo mondo assolutamente a me ignoto.
La danza del ventre sta prendendo sempre più piede in occidente, dove le donne stanno riscoprendo questa antica danza che è volta più al benessere del corpo che alla seduzione.

Parola d’ordine: sensualità e femminilità. Dopo il boom delle donne robotiche e bioniche in cui perfezione fisica coincideva con bicipiti e addominali in bella vista, da un po’ di tempo a questa parte  sta  prendendo piede la danza del ventre dato che le donne desiderano riscoprirsi attraverso quest’arte. Sharm el Sheik ne e’ la patria e viene proposta nei locali dalle danzatrici egiziane. A stupirsi al loro cospetto sono i turisti perche’ in occidente le stesse ballerine sarebbero considerate troppo in carne; ma forse questo è uno dei segreti maggiori che fa amare ancor di piu’ la danza alle donne.

Dove anche un po’ di pancetta in evidenza diventa perfetta e appropriata ed e’ capace di far avvicinare allo sport e alle palestre donne solitamente restie a discipline massacranti o dove è richiesto un fisico longilineo e perfetto.

Shasa la danzatrice italiana a Sharm mi ha detto “Quando sono qui a Sharm e danzo al Fantasia dove le Ballerine Egiziane sono meravigliosamente morbide a guardarle mi rilassa perche’ sento che il mio corpo, la mia mente e la mia anima possono esprimersi al meglio e con libertà senza troppi complessi tipici dell’occidente. Per questa danza non esistono donne brutte e non adatte chiunque puo’ praticarla senza limiti di altezza, peso ed età.”

IMPARIAMO IL RISPETTO PER L’AMBIENTE DAI BAMBINI

Magica997 probabilmente ha solo 13 anni visto il suo nick.
Eppure nonostante la sua giovane età ha scritto un pezzo sulla barriera di Sharm da cui trapsre un amore immenso per questa fragile struttura. Se queste sono le nuove generazioni, la barriera del Mar Rosso ha molte speranze di farcela! Brava Magica!

Avevo sei anni quando andai per la prima volta a Sharm El Sheik,un paesino egiziano situato sul Mar Rosso,con un mare che vanta una delle più belle barriere coralline del mondo.Ricordo che tuffandomi in quella distesa salata,per la prima volta,compresi quanto fosse meraviglioso il mare.La barriera corallina era costellata di coralli variopinti,per non parlare di quante meravigliose varietà di pesci colorati vivevano tra le braccia della flora marina:pesci pagliaccio,pesci scorpione,pesci palla,pesci trombetta,razze,murene,pesci angelo.Mi sembrava di vivere in un mondo magico, dove non avrei potuto dimorare,ma nel quale avrei potuto benissimo rifugiarmi.L’acqua cristallina,iridescente per i raggi del sole,mi abbracciava,ad ogni mia immersione,quasi a proteggermi.Sott’acqua dimenticavo di non poter respirare e restavo sul fondale,cullata dalle onde che smuovevano la sabbia come volerla far danzare.Ogni anno,ritornando in questo mondo fantastico, sentivo che quella magica atmosfera andava svanendo.Quest’anno sono ritornata a Sharm, mi sono subito tuffata in mare,ma la magia era scomparsa,ho avvertito una fitta al cuore:molti tratti della barriera sono andati distrutti,a causa dei molti bagnanti che toccano i coralli o ne staccano dei pezzi per portarli via come souvenir.Non tutti sanno che anche solo spezzando un minuscolo corallo o semplicemente sfiorandolo,se ne determina la morte e la trasformazione in pietra.Così,quella gente sconsiderata, rovina in un secondo ciò che per formarsi ci ha messo centinaia di anni.Purtroppo,i turisti per poter ammirare da vicino le diverse specie di pesci,offrono loro del cibo,ignari di alterare così un’ecosistema che è naturalmente ben compensato.Perché nel  reef i pesci trovano il loro habitat naturale e tutto ciò che gli occorre per sopravvivere.Io mi chiedo che cosa si può fare?Certamente istruire l’uomo.Per difendere la biodiversità e l’ecosistema naturale del reef non è necessario fare grandi cose,ma semplici gesti che,sommati tra loro,darebbero un grande risultato.Per esempio,basterebbe che ogni struttura ricettiva attuasse degli spot progresso sulle tematiche inerenti la tutela dell’ambiente marino e sugli effetti negativi.Sarebbe bene che ognuno di noi sapesse che spezzare un corallo equivale all’amputazione di un braccio.Spero che ognuno di noi si renda conto della necessità di proteggere ogni ecosistema  nel quale vivono in equilibrio armonico le biodiversità.Basterebbe solo guardare la barriere corallina viva,mista a quella distrutta, per rendersi conto che stiamo distruggendo un mondo meraviglioso facendolo diventare un deserto pieno di tristezza e desolazione.

SAFARI A SHARM: CACCIA ALLA RUSSA PER CAPODANNO!

Curioso come in un intero articolo in cui si parla di single, non venga mai citato lo sport preferito dall’italiota in vacanza a Sharm: la caccia alla russa. E’ un pochino come andare a caccia in una riserva, o a pescare in un laghetto dove allevano trote! Le russe ci sono, sono altamente disponibili e quasi sempre quelle abbordabili raggiungono un livello di fighitudine (!) impressionante! A detta di molti, anche sotto le lenzuola vantano prestazioni da fuoriserie. Unico handicap, l’impossibilità di intavolare un discorso, dato che quasi nessuna parla inglese. Ma il linguaggio universale in questi casi fornisce argomentazioni più che convincenti! La caccia è aperta e gli appassionati di safari a Sharm avranno di che sbizzarrirsi. Ma attenti ai viaggi in compagnia di amici: il mancato raggiungimento del prezioso trofeo potrebbe trasformarsi in un argomento denigratorio per i successivi 7 mesi!!!

Mare cristallino, spiagge incontaminate, ma anche divertimento sfrenato e relax a 5 Stelle. Sharm el Sheikh, un tempo destinazione ad esclusivo appannaggio di sub ed amanti del mare, si conferma la meta più gettonata dai single italiani. Il 32% degli spiriti liberi sceglie infatti la penisola del Sinai, come luogo per trascorrere il Capodanno 2010. A rivelarlo è un sondaggio di Speed Vacanze, portale specializzato nei viaggi per single, che registra un boom di prenotazioni per la perla dell’Egitto.
Sharm el Sheikh piace ai single per il suo mare, nonostante l’afflusso di turisti, ancora incontaminato,  ricco di fauna marina e corallo di ogni specie. Il 35% degli intervistati infatti dichiara di aver scelto le acque egiziane, perché rappresentano la soluzione ideale per chi ama la natura e cerca un soggiorno balneare a poche ore di volo dall’Italia.
“Il Mar Rosso mette tutti d’accordo quando si parla di vacanza invernale, commenta Giuseppe Gambardella, fondatore di Speed Vacanze e Speed Date, questa località, distante solo tre ore di volo dal nostro paese, permette comunque di godere di un clima primaverile durante il mese di Dicembre ed il mare che la circonda è un vero e proprio giardino sott’acqua che lascia a bocca aperta, non solo i sub esperti, ma anche i semplici bagnanti”.
Per 28% dei single, Sharm è la meta preferita perché coniuga la bellezza della costa alle notti di divertimento sfrenato a Naama Bay, piccola Las Vegas piena di luci, discoteche e locali alla moda.
Sia le donne che gli uomini non accoppiati scelgono poi la penisola del Sinai per la sua vicinanza a luoghi culturali d’interesse come il Cairo e Luxor. Il 21% dichiara di aver optato per questa località in quanto coniuga il relax ed il divertimento alla scoperta di luoghi ricchi di tradizione e fascino come la vallata delle Piramidi o la Valle dei Re.
“Sharm dista pochi chilometri dai maggiori luoghi di interesse culturale dell’Egitto, spiega Gambardella, collegamenti via aereo o bus sono effettuati dai maggiori tour operator per poter far sì che i propri turisti scoprano non solo le bellezze paesaggistiche, ma la ricchezza di una cultura che affascina e lascia senza parole al pari delle acque cristalline del Mar Rosso.”Infine per il 16% dei single il Mar Rosso rappresenta la meta ideale perché le offerte last minute e le promozioni fanno si che una settimana 5 stelle a Sharm abbia prezzi più competitivi rispetto a quelli registrati in altre località vacanziere.”Un ottimo rapporto qualità prezzo, divertimento ed un mare da sogno fanno di Sharm el Sheikh, la soluzione ideale anche per chi ha un budget di spesa limitato, conclude Gambardella, mai come quest’anno il capodanno 2010 è trendy solo se festeggiato in Egitto!”

NOTIZIE IN PILLOLE

Ennesimo incidente stradale!

Otto turisti hanno perso la vita e altri 22 sono rimasti feriti in un incidente stradale avvenuto in Egitto, su una delle strade principali che attraversano la penisola del Sinai. Stando ai primi accertamenti sull’incidente avvenuto ieri sera tardi, l’autista del bus ha perso il controllo del mezzo. Tra i morti, tre cittadini russi e una donna ucraina, mentre l’identificazione delle altre vittime è ancora in corso.   Gli incidenti stradali sono molto frequenti in Egitto anche a causa del cattivo stato di manutenzione delle strade; ogni anno perdono la vita sulle strade circa 8 mila persone e altre 32 mila sono i feriti, secondo dati ufficiali.

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L’Antico Egitto presentato al sud Italia

Prosegue nel Sud Italia il Roadshow di presentazione dell’Altro Egitto organizzato dall’Ente del turismo egiziano di Roma in collaborazione con il Ministero degli Esteri italiano, il Ministero del Turismo egiziano e i Governatorati di Matrouh, New Valley, Minia, Red Sea e Fayoum. In questa sessione di lavori autunnale le città toccate saranno Catania e Napoli, rispettivamente nei giorni del 29 e 30 novembre. Tema portante sarà l’Egitto alternativo a quello ormai noto; un approfondimento, quindi, sulle nuove destinazioni sorte sulle rive del Mediterraneo e del Mar Rosso, lungo il corso del Nilo e nel deserto. I professionisti del comparto interessati a partecipare come visitatori sono invitati a iscriversi gratuitamente attraverso il sito http://www.ttgroadshow.com.

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L’Egitto in TV tira!

Tra le proposte di ”mondi e culture”, il documentario ”Il Faraone che costrui’ l’Egitto”, in onda dalle 18.05 su History Channel e History Channel+1, e’ stato visto in media da 73.916 spettatori complessivi.

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Intesa San Paolo e la Bank of Alexandria

Intesa SanPaolo negli ultimi 4 anni ha investito 1,5 miliardi di euro in Egitto per sostenere la crescita della propria controllata Alex Bank. Lo dice l’ad Corrado Passera al Cairo, dove e’ stata inaugurata la filiale pilota della Alex bank. L’Egitto, dice l’ad, sara’ una ‘piattaforma’ per espandere le attivita’ ad altri Paesi della costa meridionale del Mediterraneo. Passera nega anche l’ipotesi di un aumento di capitale per Intesa SanPaolo in vista dei nuovi requisiti patrimoniali.

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Med in Italy a Genova

Fare affari con paesi come Egitto, Libia e Tunisia. Oltre che, naturalmente, promuovere il sistema delle imprese in un´area strategica per l´Italia quale la sponda sud del Mediterraneo: è questo l´obiettivo di “Med in Italy”, manifestazione organizzata dalla Camera di Commercio di Genova, attraverso l´Azienda Speciale per l´Internazionalizzazione WTC Genoa, in partnership con le Camere di Commercio di Milano, La Spezia, Reggio Calabria, Siracusa, Cuneo, Trieste e Torino, in programma dal 24 al 26 novembre presso il Palazzo della Borsa di Genova. Tema forte della tre giorni sarà il rapporto fra energia e ambiente nelle città del Mediterraneo. A tal fine, oltre a più di 50 imprese italiane e a 30 aziende straniere, parteciperanno anche esponenti dei paesi africani coinvolti nel progetto, il cui capofila nazionale è WTC Genoa: Marocco, Algeria, Egitto, Libia e Tunisia.

UN LIBRO SOTTO L’OMBRELLONE: ARISTOTELE E I DELITTI D’EGITTO

Una grave carestia affligge Atene. La città è al collasso e viene decisa una spedizione in Egitto per comprare del grano. A guidare la missione sarà Stefanos fido allievo di Aristotele. Il giovane parte dunque con un grosso carico d’oro e d’argento che gli è stato affidato per pagare il grano e segue la via d’acqua, piena di soste e scambi, che dal Mediterraneo, lungo il Nilo, lo porterà a Menfi, dove attende un mercante greco per l’intermediazione con il satrapo Cleomenes. Durante la spedizione imbarca l’oro ma, con esso, un numero di strani compagni di viaggio, di messaggi minacciosi, di agguati mortali. Cosa vogliono da lui, cosa stanno macchinando? Stefanos non lo sa, come non sa che il suo Maestro non lo ha perso di vista. E in Egitto, dopo una serie angosciante di tranelli, inganni e colpi di scena, Aristotele riuscirà a salvarlo al momento giusto per smascherare, con logica acutezza, criminali e mandanti e i loro legami politici”.

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DONNAVVENTURA: LE RAGAZZE STANNO ATTRAVERSANDO L’EGITTO

Le avevamo lasciate a Petra, la suggestiva città posta circa 250 km a Sud di Amman (la capitale della Giordania), e le ritroviamo nella penisola del Sinai, la zona di congiunzione tra i continenti africano e asiatico. Le ragazze di Donnavventura 2010, la trasmissione tv che andrà in onda su Rete 4 a gennaio, stanno proseguendo il loro viaggio verso i confini più remoti dell’Egitto a bordo dei pick up e i crossover Mitsubishi. “Partite da La Thiulle per arrivare fino alla Basilicata attraversando per il lungo l’Italia per più di 1000 Km. Una spedizione quella di quest’anno estremamente varia, tanto varia da attraversare ben tre continenti, Europa, Asia e Africa”, scrive Clodilde sul suo diario. L’inviata speciale di OmniAuto.it e Men’s Health dice che proprio la Giordania è il paese che, almeno per il momento l’ha colpita di più. 

“Prima tappa il Mar Morto: incredibile! Raccontarlo non è semplice – scrive Clotilde -. Non è un modo di dire quando si racconta che si galleggia per il troppo sale presente nell’acqua; è impressionante, non affoghi nemmeno se vuoi. Lì poi sul Mar Morto ci siamo concesse una giornata di spa che non sto nemmeno a descrivere. Appena subito dopo il Mar Morto, Petra, una delle mete per cui vale veramente il viaggio, ma che purtroppo io per motivi di salute non ho potuto godere a pieno. Per quel poco che ho visto però, ho capito che assolutamente ci devo ritornare, per non parlare poi del nostro primo vero approccio con il deserto, quello del Wadi Rum che tra le altre cose, offre oltre ai suoi 50 gradi all’ombra, i migliori thè beduini della zona…”

Peccato che le immagini non possano raccontarci anche di questi profumi, ma gli scenari sono impressionanti. “Ultima tappa asiatica – ci dice ancora Clotilde – è Aqaba, dove abbiamo fatto il nostro primo bagno nel Mar Rosso; anticipazione della vera nuotata da acquario fatta a Sharm che pur essendo per noi solo una tappa di passaggio ci ha consentito di rifarci gli occhi con il suo ricchissimo reef. Siamo quindi entrate in Egitto per affrontare l’ultima parte del viaggio e l’ultimo continente, l’Africa. Ora ci troviamo sul canale di Suez pronte a risalire verso il Cairo il bello, quindi, inizia ora…”.

15/11/2010 –  La spedizione di Donnavventura, dopo la crociera a bordo dell’Eugenie, ha raggiunto Luxor e le ragazze si sono imbarcate sull’esclusiva Dahabeya, una tipica barca a vela con due alberi, che le condurrà entro una settimana ad Assuan.
“Dahabeya” in arabo significa “barca dorata” e proprio in questo modo venivano chiamate le imbarcazioni dei sultani e dei pasha del diciottesimo secolo che per imitare lo splendore e le ricchezze dell’antico Egitto erano state dipinte d’oro. Le Dahabeyat ospitarono anche gli studiosi che accompagnarono Napoleone alla scoperta dell’arte, della cultura e della scienza dell’antico Egitto. E su queste regine del Nilo navigarono avventurieri e scrittori durante tutto il secolo scorso.

 

Seguiremo la loro avventura a gennaio su Rete4
Nel frattempo se vuoi vedere il sito clicca qui

NOTIZIE IN PILLOLE

In Egitto l’economia tira!!!

Economia ben intonata per diversi Paesi africani. In Egitto, tra le principali nazioni del continente per Prodotto interno lordo (Pil), l’inflazione prosegue il trend ribassista e a ottobre arriva all’11 per cento su base annua, contro il 13,6 per cento registrato a inizio 2010 e, soprattutto, ben lontana dal picco del 23,6 per cento toccato ad agosto 2008. Il continuo calo dell’inflazione, spiegano gli analisti egiziani, dovrebbe portare nella prima parte del 2011 a una riduzione dei tassi di interesse, attualmente fermi tra l’otto e il nove per cento, il livello piu’ basso dal settembre 2009.

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Un gioco per IPhone ambientato in Egitto

Su ApStore arriva la versione iPhone dello splendido gioco da tavolo Ra, ambientato nell’antico Egitto. Lo scopo del gioco è quello di impersonificare una delle 8 divinità egizie disponibili e cercare di conquistare il maggior numero di tessere, al fine di superare i punteggi degli avversari. Il gioco permette di far partecipare fino a quattro giocatori sullo stesso iPhone. All’interno di Ra è poi presente una completa guida che spiega le dinamiche di gioco. Si tratta essenzialmente di un gioco di strategia, nel quale logica e intuito la faranno da padroni.

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Festival del cinema a Il Cairo

“L’Egitto visto con gli occhi delle cinematografie di tutto il mondo” sara’ il tema della XXXIV edizione del Festival cinematografico de Il Cairo, che aprira’ i battenti il 30 novembre. Vi saranno presentate 19 pellicole provenienti da Inghilterra, Spagna, Messico, Italia e Stati Uniti, tutte girate in Egitto o con soggetti ispirati alla storia e alla cultura egiziane. La manifestazione dedichera’ una sezione speciale alle 12 migliori opere della produzione turca relativa al biennio 2009-10 e una serata di omaggio alla carriera per tre glorie locali: le attrici Laila Elwy e Safeya El-Emary, e il regista Ramsis Marzouq. L’unico film egiziano in rassegna sara’ ‘Desire’, del regista Khaled El Haggar

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L’Antico Egitto per i bambini a La Spezia

La Spezia. Una domenica per scoprire l’Egitto ed i suoi misteri, una giornata dedicata a giovanissimi archeologi: i bambini.
Nelle prosssime domeniche – 28 novembre, 19 dicembre e 23 gennaio dalle 15 alle 17 – il Museo del Castello di San Giorgio organizza un percorso ludico-didattico nelle sale alla scoperta dell’antico Egitto.
In occasione della mostra “Sulle tracce di Champollion: Archeologia, sguardi ed esperienze di viaggio nella Valle del Nilo”, sarà possibile per i bambini in età compresa tra i 5 e gli 11 anni trasformarsi in esploratori che “viaggeranno” alla ricerca delle tracce degli Egiziani. I piccoli ricercatori potranno inoltre scoprire la tomba di un faraone.
Al termine della giornata, realizzeranno una maschera del faraone che potranno portare a casa.
Il costo d’ingresso 3 euro a bambino, per prenotazioni telefonare al numero 0187751142 oppure scrivere all’indirizzo mail sangiorgio@laspeziacultura.it .

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Dormire a Il Cairo spendendo il minimo!

Travelers House è un nuovo hotel situato nella suggestiva cittá vecchia del Cairo ed offre tradizione e modernitá unite ad un’accoglienza senza paragoni. Prenotando il Travelers House è possibile scoprire le bellezze dell’Egitto sfruttando uno sconto faraonico del 60%. Stanze doppie con bagno in camera a soli 18€ a notte con colazione inclusa.
http://www.tripadvisor.it/Hotel_Review-g294201-d1799808-Reviews-Travelers_House-Cairo.html

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SCOPERTA SENSAZIONALE: LE NUOVE SFINGI DI LUXOR

Dagli scavi in corso nell’antica Tebe tornano alla luce le statue di 12 sfingi e una strada che collegava il complesso templare al Nilo.

Farouk Hosny, ministro della Cultura egiziano, ha annunciato che il Supremo Consiglio per le Antichità Egizie (SCA) ha appena rinvenuto 12 nuove statue di sfingi risalenti al regno di Nectanebo I (380-362 a.C), faraone della XXX Dinastia. Le nuove statue sono state trovate nell’ultimo settore del Viale delle Sfingi.

Zahi Hawass, segretario generale dello SCA, ha dichiarato che la scoperta non è avvenuta lungo la strada, già conosciuta, nota cone Viale delle Sfingi, che collega i templi di Karnak e di Luxor, bensì al termine della nuova strada, appena scoperta, di Nectanebo I. 

Mansour Boraik, supervisore delle Antichità di Luxor, sottolinea che questa è la prima volta che si scopre una strada che va da est verso ovest, in direzione del Nilo.

L’elemento forse più interessante della scoperta, continua Hawass, è che i 20 metri finora riportati alla luce sono costruiti in calcare proveniente dalle cave di Gebel Silsila, a nord di Assuan, distante circa 150 chilometri da Luxor. la lunghezza complessiva della strada verso il Nilo è di circa 600 metri. 

È lungo questa strada, dice l’archeologo egiziano, che viaggiavano le sacre barche di Amon, re degli dei, quando una volta l’anno andava a visitare sua moglie Mut, al tempio di Luxor. Veniva anche utilizzata dal faraone per le processioni religiose.

È la prima volta che gli scavi archeologici confermano l’esistenza di questa strada, citata pealtro in molti testi antichi. Oltre le statue delle sfingi, che recano iscritto il nome di Nectanebo I, gli archeologi hanno riportato alla luce anche manufatti di epoca romana, come una pressa per l’olio e delle ceramiche. Gli scavi comunque sono ancora in corso.

Il Viale delle Sfingi di Luxor, recentemente restaurato e riaperto al pubblico. Durante i lavori di restauro sono state rinvenute 620 delle 1.300 sfingi che in origine costeggiavano il viale, e due statue del faraone Amenothep III.

LA PIRAMIDE DEL FARONE DJEDEFRA

ANCHE l’immobile Egitto millenario cambia, perché l’archeologia, talvolta, si trasforma in paesaggio. Accanto alle tre piramidi di Cheope, Chefren e Micerino, dopo 10 anni di scavi un gruppo di archeologi ne ha rinvenuta ad Abu Rawash, pochi chilometri da Giza, una nuova: originariamente la più alta di tutte, anche se oggi le sue rovine non superano i 10 metri d’altezza.

Questa straordinaria scoperta – come racconta History Channel – potrà fornire nuove chiavi di interpretazione dei misteri legati al faraone Djedefra, enigmatico erede di Cheope, che per rivaleggiare con il suo predecessore in sfarzo e grandezza decise di innalzare il suo monumento funebre non nella piana di Giza, ma in un luogo più vicino al sole. Furono necessari 8 anni e il lavoro di 15 mila schiavi e operai per costruire il nuovo edificio, tutto in granito rosso di Assuan, con una base di 122 metri e un’altezza di 146, quasi 8 più della piramide di Cheope. Enorme camera mortuaria, destinata ad accogliere nel passaggio all’altra vita il faraone accompagnato da schiere di servi e concubine, la piramide di Djedefra venne ricoperta da granito lucidato e da una lega di oro, argento e rame che la luce accecante del deserto faceva brillare come un altro sole sulla terra.

E adesso non resta che vedere come questo nuovo “iper luogo” si imporrà nell’immaginario collettivo. Le piramidi infatti, da sempre, sono degli aggregatori di storie e miti: non dimentichiamo che Indiana Jones, in fondo, è solo il figlio del prof. Philip Mortimer, fisico nucleare e appassionato di scienze occulte e misteri archeologici, creato nel 1946 dalla penna di Edgar Pierre Jacobs; a sua volta allievo di Hergé, l’inventore di Tintin, il grande viaggatore.

MA LA RELIGIONE, QUALSIASI RELIGIONE, NON PREDICA AMORE???

C’è una storia d’amore tra un ragazzo cristiano e una musulmana dietro gli attacchi ad abitazioni e negozi di copti nel villaggio di al-Nawahiz, 650 chilometri a sud del Cairo, nella provincia di Qana.

Secondo quanto riportato dal W.P., i media arabi, citando testimoni e fonti della polizia, scrivono che le violenze sono esplose quando nel villaggio di al-Nawahiz si è diffusa la notizia di una storia d’amore tra un giovane cristiano copto e una ragazza musulmana, che la notte scorsa si LU 01 672 458 resize Romeo e Giulietta reloaded: in Egitto scoppia la rivoltasarebbero dati appuntamento nel cimitero del villaggio. Tra le persone coinvolte negli scontri, sempre stando a fonti della sicurezza egiziana, sono stati soprattutto parenti della ragazza.

RADICALISMO RELIGIOSO – Le violenze, che hanno portato all’incendio delle case di 12 famiglie cristiane e di alcuni negozi, si sono concluse con l’arresto di decine di persone delle due comunità, mentre i due giovani sarebbero tenuti in custodia dalla polizia per evitare che subiscano rappresaglie. Altre fonti sostengono che gli scontri siano nati da un contrasto tra il sindaco copto di al-Nawahiz e un suo rivale musulmano. I Cristiani copti rappresentano circa il 10% della popolazione egiziana composta da 80 milioni persone. Copti e musulmani in genere vivono in pace, anche se a volte, le tensioni sfociano in scontri e violenze. Le organizzazioni per i diritti umani sostengono che gli attacchi contro i copti sono in aumento, sottolineando il fallimento del governo nell’ affrontare le croniche tensioni settarie in una società dove il radicalismo religioso sta guadagnando terreno.Il governo, invece, insiste nell’affermare che i cristiani godono degli stessi diritti dei musulmani.

LIRICA: MOSE’ E IL FARAONE DI PIER’ALLI

”L’Egitto che fa da sfondo al dramma del popolo ebraico -sottolinea il regista- e’ di oggi e di ieri. E’ un paese moderno dove il mito si fonda con l’attualita’. I miracoli operati da Mose’ vengono reinterpretati alla luce di una citta’ moderna. Ho voluto raccontare -spiega- la citta’ contemporanea con i simboli che racchiudono tutto, dal vecchio al nuovo”.

Pier’Alli assicura di essersi mantenuto fedele al libretto, scritto per la prima parigina del 1827 da Luigi Balocchi e Victor Joseph Etienne de Jouy, ”ma lo faccio rivivere nella modernita’. Anche i costumi sono moderni, ma non come fanno molti costumisti che mettono addosso ai cantanti vestiti modesti dei nostri tempi, sono delle sculture fatte con tessuti nuovi ma che possiedono una simbolicita’ molto forte”.

La difficolta’ registica di quest’opera, secondo Pier’Alli, sta nella massiccia presenza del coro. ”Ho dovuto fare un grande lavoro -sottolinea- per farlo partecipare all’azione. Nel ‘Moise’ il coro, che rappresenta il popolo, e’ protagonista piu’ che in altre opere. Io per fortuna sono un movimentatore di masse e cerco di trasmettere ai cantanti e al coro l’idea del movimento scenico”. Quanto alla collaborazione con Muti e alla lettura che del capolavoro di Rossini da’ il maestro napoletano Pier’Alli non ha dubbi: ”E’ bellissima e la condivido completamente. Muti -conclude- rende alla perfezione la sacralita’ dell’opera”.

nella foto:
Pierre-Luc-Charles Cicéri (1782-1868)
schizzo per la prima scena di Moïse et Pharaon di Gioachino Rossini
per la prima rappresentazione all’Académie Royalde de Musique, 1827

SPLENDIDE IMMAGINI DAL LAGO NASSER

In vacanza sul Lago Nasser. Situato al confine con il Sudan, l’immenso specchio d’acqua scaturito dalla creazione, negli anni Cinquanta-Sessanta, della diga di Assuan, è oggi diventato (anche) una meta turistica, circondato com’è di memorie storiche Egizie (e non solo). L’attrazione principale è Abu Simbel, la città del tempio di Ramses II, che ai tempi della costruzione della diga è stata riposizionata a monte per non essere sommersa. Ma rovine (anche romane) si vedono anche dal lago. E c’è anche chi sul Lago Nasser va a pescare…

E allora gustati queslte eccezionali immagini che arrivano proprio da questo bellissimo lago!

Sopra: Il tempio di Ramses II a Abu Simbel, la città egizia “spostata”ai tempi della costruzione della diga di Assuan

Sopra: Il ponte di un’imbarcazione da crociera che fa servizio sul Lago Nasser

Sopra: Rilievi che mostrano popolazioni nubiane in schiavitù alla base del tempio di Ramses II

Sopra: Rilievi nel tempio di Kalabsha, Lago Nasser

Sopra: Le colonne romane del tempio di Kertassi, vicino al Lago Nasser

Sopra:  Un “incantatore di scorpioni”

NOTIZIE IN PILLOLE

Il canale di Suez tira parecchio

Conti a gonfie vele per il Canale di Suez, un termometro importante per monitorare l’andamento dei traffici commerciali internazionali e per misurare lo stato di salute dell’economia mondiale. La societa’ che gestisce l’infrastruttura da qualche trimestre continua a inannellare buoni risultati e riesce ad archiviare ottobre con ricavi in crescita a oltre 427 milioni di dollari, contro i 399 milioni dello stesso mese del 2009 e i 410 milioni di settembre. Per l’Egitto stesso il Canale di Suez rappresenta una delle voci piu’ importanti dell’economia nazionale e per l’ingresso di valuta estera, insieme a turismo, all’export di prodotti petroliferi e alle rimesse

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I terroristi usano il blackberry

Gli esperti del Sint hanno segnalato che lo smartphone trova sempre più estimatori nell’universo jihadista grazie al suo sistema di crittografia dei dati. L’esperto: “Lo fanno per evitare di essere individuati e identificati”.
Nei mesi scorsi, alcuni paesi tra cui Egitto e Arabia Saudita avevano impedito le comunicazioni con questi telefoni. Questo nuovo allarme potrebbe riproporre il problema!

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Corso di Egittologia in Lomellina: a Gambolò

Niente come la letteratura di un popolo ci parla di esso. I testi egizi non solo ci raccontano di fatti, persone, divinità, conoscenze, ma lasciano trasparire il pensiero dell’uomo egizio, il suo sentire, i mali della sua epoca, le gioie e le paure che afflissero il paese durante la sua lunghissima storia. Il corso si limita a considerare alcuni testi, arrivando fino al Nuovo Regno e tralasciando l’epoca tarda -pure ricca di testi interessantissimi. La lettura darà spunto per la trattazione di argomenti differenti, dagli avvenimenti storici, alla vita quotidiana, alla società. Corsi a partire dal 17 novembre
Link diretto

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Rinvenute vicino a Luxor 12 Sfingi!!!

Dodici statue della sfinge risalenti al periodo del faraone Nectanebo I, che regnò dal 380 al 362 a.C., sono state scoperte nei pressi dei templi di Karnak, nella regione di Luxor. Lo ha annunciato oggi il Consiglio supremo egiziano delle antiquità (Csa). Le statue sono state ritrovate lungo una vecchia strada di 600 metri di lunghezza, che parte dal Nilo e che è denominata strada di Nectanebo I, ha indicato il Csa in un comunicato. Questa via porta al settore del Viale delle Sfingi, circondato da centinaia di statue con teste umane e corpi animali. Durante gli scavi sono stai ritrovati anche oggetti risalenti all’epoca romana, tra cui un frantoio da olio e delle ceramiche. (fonte Afp)

IL FASCINO DELLA DANZA DEL VENTRE

Sharm el Sheikh, crocevia di popoli e di persone.
Ho conosciuto Shasa, una ragazza sorrentina appassionata di danza del ventre al punto di aver trasformato la sua passione in lavoro, diventando conosciuta in tutto il sud Italia. Quattro o cinque volte all’anno Shasa viene a Sharm, per studiare quest’arte dal maestro egiziano Miro, con il quale si esibisce al Fantasia.

Ormai è una moda che sta impazzando sempre più in occidente e da qualche anno anche in Italia, una tendenza che piace ed incanta proprio tutti. Dalle serate nei locali più in voga ai corsi nelle scuole di ballo, alla moda, agli accessori, all’abbigliamento fino ad arrivare alla cucina. Shasa ci spiega  “E’ la danza femminile per eccellenza tramite cui si celebravano il mistero della nascita ed il mito della fecondità. E’ l’unione tra spirito e il corpo capace di donare un gran senso di libertà e serenità. Vi aspetta un cocktail tra sensualità musica e benessere provate ad entrarci senza pregiudizi cercando di assaporare tutte le sorprese piacevoli che esso vi riserverà. Non resterete delusi.”

Grazie alla collaborazione di Shasa con il il blog,  impareremo i veri segreti di questa danza e per chi vorrà approfondire, Shasa ci fornirà indirizzi e consigli su dove conviene acquistare abbigliamento, accessori e trucco.

NOTIZIE IN PILLOLE

Italiani raccolgono rifiuti a Il Cairo!

Ahahahhah con tutti i casini che abbiamo col pauutme in Italia, ci mancava l’esportazione di competenza all’estero!
Povera Italia! Povero Egitto!

Un’azienda italiana si è aggiudicata la gestione della metà dei rifiuti prodotti nella città del Cairo, in Egitto. Si parla di gestire una produzione giornaliera di 2.250 tonnellate. Sarà infatti la Aaec, controllata di Asa International appartenente al gruppo Gesenu di Perugia a gestire fino al 2018 il ciclo integrato dei rifiuti nelle zone Nord ed Ovest del Cairo, aree nevralgiche per l’amministrazione pubblica, la vita politica e il turismo. L’importo annuo del contratto ammonta a 50 milioni di euro, e la gestione dei rifiuti riguarderà 5,5 milioni di abitanti di 15 distretti della città, per un’area totale pari a circa 64 chilometri quadrati.

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Un italiano nel deserto

Lo passerà nel deserto l’ultra maratoneta parmigiano Paolo Bucci  il giorno del suo compleanno, e di certo non avrà il tempo di soffiare su 58 candeline. Un compleanno diverso, come ha spiegato presentando la sua nuova impresa «perché starò correndo una gara bellissima che mi porterà, a partire da domenica mattina alle 13, mezzogiorno ora italiana, in Egitto, all’Oasi di Baharya. Mi aspettano seicento chilometri da correre no stop, entro un limite massimo di 216 ore».

«Molti amici mi hanno aiutato a mettere in piedi questa mia nuova impresa, e li ringrazio di cuore. Io e un  ragazzo di Brescia saremo gli unici italiani a partecipare a questa gara». «Durante la corsa – spiega – hai modo di pensare a tante cose. A me viene spesso di parlare da solo mentre gareggio, e poi sorrido tra me e me sapendo che nessuno mi può prendere in giro di questo mio parlare, visto che sono solo nel deserto. Spesso canticchio, filastrocche soprattutto, oppure penso ai miei cari che non ci sono più»

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QUELL’IRONICA STEFANIA!!!

Link all’articolo di Stefania, ragazza di Ivrea impiantata anni fa in quel di Sharm
Dalla sua tastiera un modo sempre ironico e inconsueto di vedere l’Egitto e Sharm!

codice stradale Egiziano

1.  Se la macchina accanto a te corre tu corri piu’ forte, soprattutto se alla guida c’e’ una donna

2.  In prossimita’ del centro invece di rallentare, tu, scocciato dal traffico e dai turisti, accellera

3.  Hai dimenticato di prendere la U turn? Non c’e’ problema, fai retro marcia in piena Peace Road e torna indietro

4.  Un pedone sta attraversando la strada, accellera e passagli a filo oppure decellera e poi accellera all’ultimo    momento, suona il clacson e schivalo con uno slalom = 100 punti in piu’ sulla patente

5.  Invece di accelerare questo giro rallenti, ma che ti succede? Ah capito, aveva la minigonna..

prosegui la lettura del suo articolo direttamente sul blog tuttipazzipersharm

NULLA E’ IMPOSSIBILE SE SI E’ DETERMINATI!!

Nella situazione di avanzato degrado ambientale, economico e sociale che stiamo vivendo, le buone notizie, che pure ci sono, stentano a circolare. Così rischia di passare sotto silenzio l’interessante e riuscito esperimento dell’egiziano Ibrahim Abuleish, il cui progetto nel 2003 gli ha valso il Right Livelihood Award, noto anche come premio Nobel Alternativo. Merito di Abuleish è l’aver dato vita a Sekem, una comunità di più di 2000 persone nel cuore del deserto del Sahara.

Sekem, nella cultura dell’Antico Egitto, era il nome attribuito alla forza vitale del sole, così determinante, nel bene e nel male, per le popolazioni di quei territori, e nell’idea originaria di questo allora giovane avventuriero dello spirito era proprio il deserto il luogo in cui avrebbe voluto edificare il suo progetto di comunità armonica di uomini, animali e vegetazione, comunità che ventisette anni dopo è divenuta realtà.

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Il sogno di Ibrahim: il riscatto dell’Egitto

Il giovane Ibrahim era figlio di un industriale egiziano del Cairo. Sin da ragazzo manifestò l’interesse per compiere gli studi universitari in Europa e nonostante l’iniziale opposizione dei genitori riuscì a emigrare in Austria dove in pochi anni si costruì una carriera decisamente promettente come ricercatore scientifico nonché una famiglia amorevole. Durante il suo soggiorno in Austria Abuleish entrò in contatto con gli antroposofi e iniziò a scoprire il pensiero di Rudolf Steiner, leggendo le sue opere.

Nel 1975, un viaggio culturale e di ritorno ai propri affetti nel suo paese d’origine lo destò brutalmente rispetto alla situazione tragica in cui versava il suo popolo. Le condizioni erano disastrose da vari punti di vista: assenza di istruzione, agricoltura devastata dal sovraconsumo di concimi chimici che andavano esaurendo la fertilità dei suoli, non corrispondenza tra sentire etico-religioso e azione nel quotidiano dell’élite dirigente, problemi di irrigazione dopo la costruzione della diga di Assuan, lotta nazionalista contro Israele che negava in effetti da ambo le parti l’appartenenza a una comune umanità ecc.
Colpito profondamente da questa situazione, due anni dopo Abuleish prese la decisione di ritornare con la sua famiglia in Egitto dove intendeva costruire un’oasi verde e coltivata in pieno deserto che costituisse un fulgido esempio e uno sprone al riscatto dei singoli individui, della popolazione nel suo insieme e delle istituzioni politiche, economiche e sociali dell’Egitto.
Le difficoltà che sono state affrontate e superate da questo pioniere dell’antroposofia in Africa e che si leggono nel libro di cui sopra sembrano davvero infinite e quasi impossibili da spianare per un essere umano. Eppure oggi Sekem è una realtà molto concreta, lussureggiante e che alimenta una vera comunità locale e internazionale al tempo stesso.

Dal deserto nasce l’oasi

Dopo l’acquisto di settanta ettari di deserto del demanio a circa 80 chilometri dalla capitale egiziana, il primo passo è stato la costruzione dei pozzi per l’acqua. La zona scelta da Abuleish era, se possibile, particolarmente desertica e gli ingegneri che lo assistettero nel sopralluogo gliela sconsigliarono fortemente. Ma egli la scelse appositamente per dimostrare che se fosse riuscito a insediare la vita in quell’angolo inospitale di territorio allora ciò sarebbe stato possibile in ogni luogo del suo paese. Paese che voleva veder rinascere a partire dalle classi più povere che vivevano in uno stato di abbrutimento.

Nel suo percorso a ostacoli Abuleish ha dovuto lottare contro le diffidenze dei beduini e i loro costumi ancestrali. Ha dovuto far capire la complessa programmazione di un piano audace di rivitalizzazione dei suoli ai suoi interlocutori anche istituzionali con grandi difficoltà. (sconosciute ai burocrati egiziani), i mass media, Difficoltà ancora più grandi nella gestione dei rapporti con le banche locali, le squadre di operai edili, i permessi per questioni di vario tipo come il compostaggiogli sceicchi e gli imam che lo accusavano di essere antislamico e adoratore del sole (sulla base di propensioni e concetti antroposofici diffusi nella comunità).
Nonostante tutti questi impedimenti e avversità la visione negli anni è andata realizzandosi e ciò grazie anche al contributo di numerosi scienziati e uomini di cultura provenienti da ogni parte del pianeta che a Sekem hanno dato il loro contributo.

Progettare il futuro

Oggi Sekem costituisce un esempio forse unico al mondo di unità tra economia, cultura e vita sociale, fondato sulla visione steineriana e un concetto di evoluzione olistica. In quest’oasi fiorita e sotto il cappello della “Comunità Sekem” le duemila persone residenti lavorano nell’ambito di sei imprese economiche che comprendono orticoltura, produzione di cotone, agricoltura, trasformazione di prodotti alimentari, industria tessile e produzione farmaceutica.
Il tutto precisamente inserito in un percorso di produzione biologica e biodinamica. Col metodo biologico vengono anche coltivate erbe officinali che sono poi trasformate in fitopreparati. I profitti delle imprese sono in parte accantonati in un fondo pensione e in parte investiti nei settori dell’educazione e della cultura. A Sekem ci sono scuole materne ed elementari e una di formazione professionale che prepara operai specializzati. Vengono anche organizzati tirocini aziendali nelle diverse professioni e istituzioni socio-culturali per i collaboratori. Il principio che domina a Sekem nella selezione degli educatori è stato espresso chiaramente proprio da Abuleish: «Ho sempre considerato le doti intellettuali dei nuovi insegnanti meno importanti delle qualità del loro carattere, perché sono queste ultime a influenzare i bambini aiutandoli a diventare uomini» afferma in Sekem. Un’iniziativa biodinamica cambia il volto del deserto egiziano in cui racconta la sua testimonianza. E non è un particolare di poca rilevanza, ma un fattore di notevole divario tra la realtà di Sekem e le nostre scuole fondate sulla meritocrazia mnemonica e sul nozionismo.
La vita culturale di questa comunità si è arricchita negli ultimi anni anche della costruzione di un grande teatro dove vengono vissuti dall’intera collettività spettacoli che vedono la partecipazione di tutti. Infine, da diversi anni, sono operativi l’Accademia Sekem per le arti e le scienze e un Centro medico che esplica anche una funzione e dei servizi sul territorio come le visite mediche alla popolazione e il suo monitoraggio o l’organizzazione di corsi di aggiornamento sanitario come quello alle ostetriche, sull’igiene, che riscuote molto successo e incide poi abbassando la morbosità e la mortalità dei parti in zona.

Un modello di comunità perfetta

Il fondamento dell’associazionismo presente a Sekem è quello della reciproca fiducia, ossia, come afferma Abuleish, è «un’economia basata sulla fratellanza» (p. 135).
Un passaggio evolutivo senz’altro epocale se paragonato alle leggi selvagge ed egoiche del liberismo economico dominante. L’istituzione-modello Sekem si è infatti conquistata rispetto e ammirazione a livello internazionale.

Scorrere il libro e vedere le foto a colori del deserto pietroso trasformato in giardino lussureggiante, con le abitazioni, la scuola, il teatro, i laboratori ecc. fa veramente riflettere. Idem se ci si ferma a considerare l’insolita commistione tra antroposofia e Islam che si sprigiona dai principi regolatori della comunità e della sua vita sociale ed economica. Forse l’uomo ha ancora possibilità di riuscita se si concentra su ciò che unisce anziché su ciò che divide. Ci sono principi universali e valori etici e morali che possono essere condivisi anche partendo dalla propria identità culturale e religiosa.

E un altro messaggio esce forte e chiaro da questa esperienza: niente è impossibile per degli esseri umani determinati ed elevati sul piano ideale. Il desiderio di avventura
insito nell’uomo potrebbe forse avere buone possibilità di realizzazione e soddisfazione proprio nella progettazione e materializzazione di esperienze collettive finalizzate al benessere dell’umanità e del mondo. Iniziare un percorso di questo tipo può costituire una vera svolta nell’esistenza di molte persone e di intere società. E un nuovo cammino è sempre un’avventura emozionante e fondante. Come dice il poeta: «…in ogni inizio vive una magia che ci protegge e ci aiuta a vivere» (Hermann Hesse).

Fonte: http://www.ilconsapevole.it

L’AIRBUS A 380 A SHARM PER LA PRIMA VOLTA

L’altro giorno, un Airbus A380 utilizzato per i test di volo ha sorvolato per la prima il cielo d’Egitto volteggiando sulle Piramidi. Si è trattato di un volo speciale, che si è concluso con l’atterraggio dell’aeromobile alla fiera Avex International Airshow 2010 di Sharm El Sheikh. L’esperimento segue una serie di test per la verifica della compatibilità aeroportuale dell’A380 presso l’aeroporto Internazionale del Cairo.
L’Airbus tipo A380 si può definire un vero gioiello pieno di curiosità. Ciascun esemplare è composto da circa quattro milioni di pezzi, con 2,5 milioni di componenti provenienti da più di mille aziende situate in 30 nazioni sparse in tutto il mondo. Il ponte principale misura 49,7 metri, il ponte superiore 47,9 metri; sommandoli, si ottiene la distanza coperta dai fratelli Wright nel loro primo volo, ovvero 366,6 metri. Il volume dello spazio interno dei tre ponti è pari a 1.570 metri cubi, l’equivalente di 35 milioni di palline da ping-pong del diametro standard di 40 millimetri. Rimuovendo tutte le poltrone, un Airbus A380 potrebbe contenere dieci campi da squash (che in America misurano 56 metri quadri contro i 555 della superficie interna dell’aereo). Quanto al carburante, per riempire completamente i serbatoi di un A380 ci vorrebbero 21 camion-cisterna, perché la capacità totale è di 310 mila litri.
Durante la fase di decollo, le ali dell’aereo si flettono verso l’alto di oltre quattro metri, mentre la velocità di rullaggio può toccare le 235 miglia orarie, paragonabile ad una vettura di Formula 1. Il peso massimo che il carrello può sostenere, grazie alla struttura a sei ruote, è di 260 tonnellate, l’equivalente di 200 automobili VW Golf o Peugeot 206.

Dato che l’aeroporto di Sharm è il più trafficato aeroporto turistico del mondo, vedremo presto questo gioiello trasportare vacanzieri sul Mar Rosso??

BIRDWATCHING IN SINAI

Uno splendido Airone rosso

Falco unicolore

Aquila imperiale

Decine di altre stupende foto su uccelli, paesaggi, rettili e insetti
sul sito di Carlo Galliani

MUMMIA D’EGITTO O MUMMIA DI ASTI??

Una mummia, il suo sarcofago, una giovane egittologa. Il mistero di Ankhpakhered ha tutti i requisiti per appassionare i visitatori del Museo civico Archeologico e Paleontologico di Asti, dove la mummia dimora dal 1903 quando fu donata alla cittadinanza dal conte Leonetto Ottolenghi. Ma con l’Ankhpakhered mummy project, Sabina Malgora (curatrice della sezione egizia del Castello del Buonconsiglio di Trento) ha portato il reperto in giro per l’Europa in occasione di congressi, incontri di studi e mostre sull’antico Egitto.
Ad Asti se ne è parlato venerdì scorso, al Centro San Secondo. Malgora ha descritto il sarcofago, la “capsula del tempo” datata tra il 945 e il 715 avanti Cristo. Il sarcofago, stando ai geroglifici laterali, conteneva le spoglie di un sacerdote, Ankhpakhered, vissuto tra la XXII e la XXIII dinastia e dedito al culto del dio Min. La mummia che si trovava all’interno di esso però, è avvolta da un bendaggio troppo semplice, senza alcuna iscrizione nominale e priva del corredo di amuleti appropriato per un esponente della casta sacerdotale, a partire dallo scarabeo del cuore; tutto ciò, oltre alle molte fratture post mortem e alle ossa ritrovate in posizioni dislocate, lascerebbero pensare che la mummia ritrovata nel sarcofago non sia realmente quella di Ankhpakhered.

Così, uscita dalle pagine della Storia, la mummia astigiana, ha già iniziato a scrivere la propria piccola storia. E’ stata sottoposta a tomografia assiale computerizzata al Fatebenefratelli di Milano, per datarla e scomporla in 2950 immagini assiali che hanno reso possibile la ricostruzione in 3D svelandone la storia medica. Prima ancora era stata portata ad Aramengo, nel Laboratorio Nicola, per un restauro conservativo.
La mummia astigiana potrebbe per esempio essere stata creata ad arte da qualche antiquario del XIX secolo per riempire il sarcofago aumentandone il valore sul mercato, ma per adesso conserva gelosamente il suo mistero.

Forse lo si potrà sciogliere con altri esami, con un particolare tipo di endoscopia, che consentirà di analizzarne i resti senza sciogliere il bendaggio. Forse. Se si troveranno i fondi necessari a finanziare l’operazione.

NOTIZIE IN PILLOLE

Da ricordarsi di mettere in valigia un martello!

Per prendere a martellate le rotule del taxista che corre troppo mettendo a repentaglio la tua vita e quella di chi viaggia con te!!!
I due bambini e i due adulti, rimasti coinvolti ieri in un incidente stradale a Sharm El Sheik, stanno bene”.
Erano proprio le condizioni della bambina a preoccupare maggiormente. Giorgia ha infatti riportato un trauma cranico ed è stata sottoposta a un intervento chirurgico per favorire il riassorbimento dell’ematoma. Ora sta bene. Per gli altri, contusioni e ferite più lievi. I quattro erano a bordo di un pullmino-taxi che dall’albergo li stava portando in aeroporto per prendere un volo diretto al Cairo, dove avrebbero fatto una visita al Museo egizio. Lungo il tragitto, a El Tor, si sono scontrati frontalmente con un camioncino.
L’incidente ha riportato alla memoria quello, con conseguenze ben più tragiche, che proprio in questi stessi giorni – il 1 novembre – del 2007 costò la vita, sempre a Sharm el Sheik, a sei turisti di Senigallia, tutti imparentati fra loro.

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La sedentarizzazione dei beduini

Il governo ha pianificato la costruzione di nuovi villaggi nel Sinai – Dodici tribù di beduini del Sinai, in Egitto, avranno presto diciassette villaggi tutti per loro, costruiti dal governo. Le autorità egiziane sperano di risolvere i problemi legati alle rivolte dei beduini attraverso la loro progressiva sedentarizzazione. In agenda ci sono infatti altri ottantadue villaggi. Secondo il governo, i disordini fra polizia e tribù nomadi hanno minato il settore del turismo nella zona. Secondo il governatore della regione Murad Mouafi i beduini rappresentano un elemento di instabilità anche perché dediti ad attività illegali come il contrabbando al confine con Israele.

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Offerta di lavoro

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Fai della tua passione una scelta di vita, presso i nostri diving center puoi trovare ottime offerte di lavoro se sei un professionista di navigata esperienza, o avrai la possibilità di diventarlo lavorando giorno per giorno a fianco dei nostri staff.

IWUSelezioniamo personale per i nostri centri per le seguenti posizioni:

  • Istruttori sub (preferibilmente PADI)

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Se non hai esperienza ma la passione non ti manca, potrai affiancare per un semestre i ragazzi dei nostri staff e completare la tua formazione professionale di guida, divemaster o istruttore.

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IL LUSSO IN COSMESI PROVIENE DAL MAR ROSSO

Ta’if Gold Dust (Ta’if polvere d’oro): è questo il nome di una polvere “magica” che unisce una rarissima rosa provenienti dagli altipiani vicino al Mar Rosso alla polvere d’oro 24 carati. Un tocco altamente sofisticato, reso ancora più unico dal particolare packaging: una scatola dorata e laccata realizzata a mano completa di un pennello in piume di marabù color champagne. Il tutto è realizzato da Ormonde Jayne, marchio inglese di alta profumeria di nicchia destinato solo ai nasi più fini.

Il Natale si avvicina e bisogna cominciare a pensare ad alcune idee per i regali. Donare a una donna il Ta’if Gold Dust potrebbe essere uno di questi. Si tratta di una pregiatissima polvere che dona un immediato aspetto unico; è una polvere d’oro 24 carati arricchita dal delizioso e particolare profumo della Rosa di Ta’if, una rarissima varietà di fiore. Questa infatti cresce solo sugli altipiani vicino al Mar Rosso e fiorisce solo tra marzo e aprile per questo deve essere raccolta velocemente.

Il suo profumo è molto delicato ma persistente e, unito alla polvere d’oro, dona subito un immediato aspetto luminosi, degno delle principesse delle “Mille e una notte”. Il prodotto è realizzato da Ormonde Jayce, un marchio inglese di nicchia che si occupa di altissima profumeria.

DIAMOCI DA FARE

Quando vieni a Sharm porta con te una confezione di pastelli colorati, delle gomme, delle matite, delle penne, dei pennarelli, insomma. Ma anche quaderni, righelli, squadrette, astucci, insomma quello di cui potrebbe avere bisogno un bambino che va a scuola. Ovviamente no tutto questo, qualcosa, a tua scelta

E se puoi quando passi da un centro commerciale o da un mercato compera una magliettina, un paio di scarpe, un bermuda, dei pantaloncini.

Con pochi euro puoi comperare qualcosa da regalare ai bambini beduini.

Porta tutto a Egittiamo Caffè e noi faremo in modo che il 100% del tuo regalo arrivi nelle mani giuste.

VIAGGIO NEL SINAI DA GERUSALEMME A ELIAT

Volete percorrere l´autostrada della preistoria? Le montagne russe del mito? È semplice. Andate da Gerusalemme a Eilat, sul Mar Rosso. La distanza da un punto all´altro è di 350 chilometri, quattro ore di macchina, più o meno, ma lo spazio temporale che abbraccia il tragitto è di migliaia, forse milioni di anni, quanti ce ne sono voluti perché si formasse la scena straordinaria e sempre sorprendente che incornicia il percorso. I geologhi ci dicono che questa è la sezione settentrionale della Rift Valley, il punto di sutura tra l´Africa e l´Asia, dove la Terra sprofonda al di sotto del livello del mare e ben tre deserti si susseguono a formare una delle regioni più aride del mondo. Ma anche per questo, forse, il luogo della sfida ancestrale tra l´uomo e la potenza della natura. 

Appena lasciata Gerusalemme diretti ad Oriente, quasi alle porte della città, è il deserto della Giudea a venirci incontro. Quella verso il Mar Morto è una ripida discesa agli inferi, costellata di dune, gole, strapiombi modellati su una pietra arenaria che la luce del sole rende abbagliante. Adagiate sulle pareti delle colline o ancorate sul fondo delle valli, le tende squadrate degli ultimi beduini della tribù Jahalin che da sempre percorrevano questa fetta di Palestina, finché non sono stati in gran parte sgomberati dalle autorità israeliane per far posto a nuovi insediamenti. Qui, sull´antica strada tracciata dai romani che congiungeva Gerusalemme a Gerico, la prima sorpresa.

Miracolosamente in bilico sulle pareti di una gola scoscesa, all´ombra della roccia bagnata da una sorgente, ecco spiccare le cupole azzurre del monastero greco-ortodosso di San Giorgio, creato nel IV secolo dopo Cristo da eremiti desiderosi di imitare le vite dei profeti. È stato ricostruito a metà dell´Ottocento. Ci s´arriva attraverso un ripido sentiero al termine del quale il tè offerto dai monaci greci ridà coraggio e restituisce le forze. Ancora una decina di chilometri di strada, giusto il tempo di arrivare a 200 metri sotto il livello del mare, ed ecco sulla destra adagiarsi la moschea-santuario-caravanserraglio di Nebi Moussa dove, secondo la tradizione islamica, venne sepolto Mosè. Seppure qui sia la culla delle tre religioni monoteiste, quando si scende nel dettaglio difficilmente le varie narrative coincidono. Per i cristiani, la tomba di Mosè è sul Monte Nebo, in Giordania.

Ma, il pregio di Nebi Moussa è che lo splendido panorama a 180 gradi che si gode dalle sue finestre e terrazze si incentra proprio sul Monte Nebo, che si erge all´orizzonte, al di là della depressione del Mar Morto. Siamo ormai sulle rive del lago più salato della terra. A 422 metri sotto il livello del mare, l´aria è talmente secca, la temperatura così calda, la pioggia così rada da non permettere forme di vita. Eppure qua e là sulla grande spianata desertica crescono palmeti e aranceti e persino vigneti, frutto della scienza dell´irrigazione israeliana e, se andiamo verso Gerico, frutto della generosità delle acque che si nascondono in una delle oasi più ricche del mondo. Ma andiamo in direzione opposta, verso le spiagge dove il sale si solidifica sulle rive, il fondo è una melma di benefico fango e l´acqua ha una temperatura media di 30 gradi, per godere di un bagno, dove l´alta salinità garantisce uno spontaneo galleggiamento anche delle persone più pesanti.

EGITTO VERSO LE ELEZIONI

Solitamente non parlo di politica per una scelta ben precisa. Questo blog vuole essere un riferimento per il turista, al quale la politica interssa poco o niente. Tuttavia parlo del più popoloso paese del mondo arabo e avendo trovato un articolo che ritengo più bilanciato che fazioso, lo pubblico in quanto le elezioni egiziane avranno comunque un peso importantissimo anche sullo scacchiere internazionale. L’articolo è di Tiziana Barrucci, pubblicato su Europaquotidiano.it

Opposizione islamista a rischio estinzione. Il parlamento egiziano potrebbe riservare poche o nessuna poltrona ai Fratelli musulmani. È la drastica previsione di Daniela Pioppi, docente di storia dell’Egitto contemporaneo alla facoltà di studi orientali de La Sapienza di Roma, nonché ricercatrice associata all’Istituto Affari Internazionali (Iai). L’Egitto si prepara a un doppio round di voto. Quello del 28 novembre è un test per saggiare la forza dell’opposizione sul territorio, ma è anche «lo sfondo delle presidenziali dell’anno prossimo, quando si deciderà il successore del presidente Mubarak». Dato per certo che il regime, nonostante debolezze, deficit e affanni, mantiene saldamente le redini della nazione, i risultati del rinnovo del Maglis el Shaab (il parlamento egiziano, appunto) sanciranno i nuovi equilibri e soprattutto il costo del potere per il partito del presidente. Cosa accadrà alla civiltà dei faraoni quando il faraone contemporaneo non ci sarà più?, si domandano oramai da tempo egiziani e non. Le risposte sono ancora tante. Mubarak potrebbe lasciare il potere nelle mani del figlio, il delfino Gamal, assicurandosi il perpetuarsi della dinastia. Potrebbe ammalarsi, qualcuno dice che già lo sia, sparendo di colpo: un uomo del regime, magari neanche troppo noto, prenderebbe il suo posto ad interim, salvo consolidarsi in poco tempo e diventare il nuovo raìs. Come del resto lo stesso Mubarak e il predecessore Sadat hanno fatto al loro tempo. «Oppure il faraone potrebbe essere immortale», scherza Pioppi. Come che sia, un po’ di quello che avverrà lo capiremo già nella tornata elettorale di fine mese. 

Target islamista
Esperta di mondo arabo, Daniela Pioppi è in questi giorni alle prese con la scrittura di un libro sui Fratelli musulmani che uscirà a breve per Carocci. Nella sua analisi le chiediamo di partire proprio dalla madre di tutte le organizzazioni islamiste per delineare il quadro degli attori in campo nel voto di novembre. Dopo il successo politico del 2005, quando riuscì a strappare ben 88 seggi in parlamento, la Fratellanza è diventata via via il target preferito da Mubarak e i suoi. Unica vera opposizione politica del paese, da quasi sempre illegale ma tollerata, è stata negli ultimi anni fortemente bastonata dal regime. Che «ha decimato le sue fila mettendo fuori gioco non solo i leader carismatici e i quadri organizzativi, ma anche importanti finanziatori, nonché congelando fondi che rappresentavano la linfa economica dell’organizzazione», spiega Pioppi. Un progetto quello del raìs che ha fatto centro: «Stretta nell’angolo, coperta da scandali che ne hanno messo in dubbio l’integrità morale – caratteristica distintiva rispetto a un regime corrotto – la Fratellanza rischia oggi di uscire dal parlamento, se come è probabile non riuscirà ad ottenere neanche un seggio alle prossime elezioni». Del resto i segnali ci sono tutti: sia alle elezioni municipali del 2008 che a quelle di giugno scorso per la Shura (camera alta del parlamento) l’organizzazione non è riuscita a piazzare nessuno. Sembrano così lontani quei giorni in cui si discuteva dell’eventualità di un Egitto islamico, magari alla turca. Un’eventualità che non ha mai convinto però Pioppi: «Non ho mai creduto che la Fratellanza avrebbe potuto prendere in mano il potere – sottolinea – che è stato sempre saldamente in mano al regime».
Però la Fratellanza musulmana non molla e alle elezioni ci deve pur credere visto che fino ad ora non ha fatto suo l’appello delle altre forze di opposizione al boicottaggio. In prima fila contro il voto due organizzazioni di carattere sociale: l’emergente Associazione nazionale per il cambiamento e il Movimento per il cambiamento, noto da tempo per il suo slogan ad effetto Kefaya (Basta!). La prima fondata dall’ex capo dell’agenzia Onu per il nucleare (Aiea) Mohammed El Baradei, tornato a febbraio nel suo paese di origine, la seconda nata nel 2004 con le sue prime proteste di piazza anti Mubarak. Diverso invece l’approccio dell’opposizione integrata nel sistema politico, rappresentata dal partito di sinistra Tagammu e dal liberale Wafd, che alle parlamentari ci vanno e ci credono molto.

L’opposizione laica
Sfruttando la notorietà venutagli dall’Aiea, el Baradei sta organizzando un nuovo movimento ispirato al sempre più diffuso malcontento popolare. Vuole rinvigorire l’opposizione confluita attorno a Kefaya, struttura elitaria che dopo una stagione di successo nel 2005 si trova oggi ben lontana dalle sue aspirazioni di massa, divisa come è al suo interno con forti problemi di leadership e una frustrazione latente per non essere riuscita a cambiare la realtà politica del paese.
Il premio Nobel per la pace del 2005 si dice da subito pronto a sfidare il regime. «Le spinte al cambiamento devono venire dall’interno del paese, non c’è nessuno che verrà sopra a un cavallo bianco e lo farà per voi», avverte appena rimesso piede in Egitto. Poco dopo fa addirittura aleggiare la possibilità di una sua candidatura alle presidenziali a condizione però di riuscire a modificare il terreno presente. Come? Attraverso riforme costituzionali per una democratizzazione del paese. La sua richiesta velleitaria è un manifesto di sette punti che vuole raccogliere un milione di firme. Ma resta presto isolato. Il Tagammu non lo aiuta e neanche il Wafd lo appoggia.
Entrambe lo vorrebbero nelle loro fila, ma lui rifiuta. I due partiti non possono e non vogliono esporsi di più. Unici a sostenerlo, i Fratelli musulmani. Con i loro tanti problemi, però. A settembre diventa chiaro che nessun passo verso giuste elezioni sarà mai compiuto dal regime, ed el Baradei decide per il boicottaggio.
A mantenere la bandiera dell’opposizione, seppure di quella silenziosa e fedele al regime, ci sarà il Wafd. Partito della borghesia egiziana, ha rischiato l’estinzione nel 2005 quando di fronte a una fratellanza vittoriosa toccò il minimo storico (2 per cento). Oggi però gode dell’aria politica nuova e complice un accordo di scambio con il Partito Nazionale Democratico del presidente (Pnd) «potrebbe tornare a splendere nelle fila dell’opposizione parlamentare », come prevede Pioppi.
Il grande interrogativo delle elezioni resta quindi la qualità della performance del Pnd. Da questa si potrà infatti capire, secondo la nostra esperta, «a quale costo il regime imporrà il futuro presidente della repubblica araba d’Egitto». Le elezioni del 2005 non furono un successo. Il Pnd mostrò tutta la sua debolezza, non solo davanti ai Fratelli musulmani: con un 75 per cento ridotto al 33 per il computo degli indipendenti, ebbe il risultato peggiore della sua storia, diventando vero ostaggio dei signorotti locali. Perché sono proprio questi, i cosiddetti candidati indipendenti, la vera spada di Damocle sulla testa del Pnd. Gli uomini del Partito Nazionale (oggi spesso notabili, imprenditori o proprietari terrieri locali) per candidarsi nelle liste dell’organizzazione devono ottenere l’approvazione interna. La prassi vuole che però non tutti coloro che si presentano la ricevano ma molti, mancato il famigerato sì dall’alto, decidono di candidarsi come “indipendenti sui principi del Pnd”.
La posta a questo punto diventa altissima: se eletti, ottengono un potere di scambio forte rispetto al partito che li aveva inizialmente rifiutati. Il costo per rientrare in quelle fila è – neanche a dirlo – fatto a suon di appalti, concessioni e servizi pubblici. Un prezzo alto che il regime, visti i risultati catastrofici del 2005, non vuole più rischiare di dover pagare. Tanto più che nel 2011 in gioco ci sarà la presidenza delle repubblica. Per levarsi d’impiccio si ingegna quindi. E il trucco per sbarazzarsi degli indipendenti è subito trovato. Una piccola, ridicola modifica elettorale che nel burocratico Egitto diventa però geniale. I candidati che si presenteranno per ottenere l’approvazione del partito dovranno come al solito portare un certificato penale. Questo però stavolta – ed è la novità – verrà consegnato loro in unica copia. Scartati dalle fila del Pnd, non avranno il tempo di ottenerne un altro, e dovranno rinunciare definitivamente a candidarsi.
Ma non finisce qui. Scongiurato il pericolo indipendenti, il Pnd escogita anche un nuovo stratagemma per ingrossare le proprie fila. E a qualche settimana dal voto introduce per la prima volta le quote rosa in parlamento. Se da un lato la trovata rappresenta il fiore all’occhiello della signora Mubarak e del suo perpetuo tentativo di accreditarsi come paladina dei diritti dei bambini e delle donne, dall’altro la novità rappresenta per il partito del faraone la carta vincente di queste elezioni. I sessantaquattro nuovi seggi occupati da donne (da aggiungere agli attuali 454), non solo faranno balzare la percentuale di deputate in parlamento al 12 per cento (contro il vecchio 1,8), ma permetteranno senza dubbio di schizzare alle stelle la percentuale di eletti della maggioranza: «in un paese in cui la politica è a esclusivo appannaggio maschile, nessun’altra organizzazione avrà l’elasticità sufficiente per trovare in così poco tempo così tante donne da far diventare deputate».

Un paese in ginocchio
Il quadro che emerge è ora chiaro: da un lato un’opposizione frammentata, che ricopre un ruolo da sempre fittizio, e se possibile oggi ancora più debole, dall’altro una maggioranza che ha perso il suo legame con le masse (di nasseriana memoria), ed è divenuta sempre più macchina clientelare che, priva di ideologia, non solo non riesce più a indottrinare ma addirittura, paradossalmente, depoliticizza. Nel mezzo, una società al lastrico in un paese letteralmente in ginocchio, anche a causa della crisi mondiale: inflazione alimentare schizzata al 18,5 per cento (il principale alimento della dieta egiziana, il pane, è aumentato da gennaio di ben il 70 per cento), riduzione degli investimenti stranieri, netto calo delle rimesse dall’estero, riduzione delle entrate legate al canale di Suez, (da sempre tra le fonti primarie di reddito del paese).
Privata di qualsiasi potere economico, sempre più divisa tra una piccola élite straricca e una maggioranza sempre più povera, per nulla rappresentata dalla politica o dalle formazioni di categoria, la popolazione si barcamena come può. E non esita più a fare sentire la propria voce scendendo direttamente in piazza. Dopo le tante e arrabbiate manifestazioni per il pane – in cui qualche volta ci è scappato pure il morto – o le prime vincenti occupazioni di fabbrica datate addirittura fine 2004 (storica oramai quella di el Mahalla el Kubra, dove risiede la più grande struttura tessile del paese), le proteste sono diventate quasi un rituale quotidiano.
Che sempre più spesso ottiene concessioni immediate. Almeno fino a quando il regime e il raìs lo permetteranno, ovviamente.

A GATTINARA LE FOTO DI FRANCO GUALA

Nell’ambito dell’iniziativa “ALLA SCOPERTA DEI PARADISI TERRESTRI”, venerdì 12 novembre, alle ore 21.00, presso la sala conferenze dell’Istituto Alberghiero “Mario Soldati” di Gattinara, saranno proiettate straordinarie immagini su “WEST PAPUA E I DELFINI DEL MAR ROSSO” a cura di Franco Guala, campione mondiale di fotografia subacquea.

«Queste immagini – commenta l’Assessore all’Ambiente Mario Mantovani, promotore dell’iniziativa – permettono di scoprire l’affascinante mondo sottomarino. Sarà un viaggio fotografico attraverso luoghi e persone
Franco Guala, vincitore Festival internazionali come quello di Antibes e di Strasburgo di fotografia subacquea, regalerà attimi emozionanti dove i presenti avranno la possibilità di scoprire le meraviglie del mondo sommerso.
Guala è capace di esprimere attraverso le sue fotografie, che sono vere e proprie opere d’arte, sensazioni ed emozioni di un particolare momento, trasmettendo nel pubblico un insolito coinvolgimento.
Si potranno, quindi, apprezzare le immagini, anche nei dettagli, grazie al commento dell’autore, che accompagnerà i presenti attraverso questo percorso figurativo, sottolineando le peculiarità di ogni foto e dando quindi particolare risalto alla bellezza dell’immagine.
Gi altri appuntamenti dell’iniziativa “ALLA SCOPERTA DEI PARADISI TERRESTRI” sono programmati per venerdì 26 novembre con “Viaggio in Alaska – storie di un ambiente incontaminato” e venerdì 3 dicembre con “Sotto il sole del Capricorno – viaggio alla ricerca dei grandi mammiferi”.



UNA FOTO AL GIORNO: IL DELTA DEL NILO VISTO DALLO SPAZIO

NOTIZIE IN PILLOLE

Egitto: un paese che attira sempre più investitori stranieri…..

Il Cairo, 5 nov. – Il ministro del Commercio, Industria e Investimenti egiziano, Rachid Mohamed Rachid, ha assicurato che il suo governo continuera’ sulla via delle riforme indispensabili per migliorare il clima degli affari e rendere possibile, nell’anno finanziario iniziato lo scorso luglio, investimenti esteri per 10 miliardi di dollari. A causa della crisi economica, dal 2008 al 2009 gli investimenti nel Paese dei Faraoni si sono dimezzati, passando da 14 a 7 miliardi di dollari. In un intervento ad Abu Dhabi, dove si trovava per colloqui con i dirigenti dell’Autorita’ per gli investimenti dell’emirato, il ministro ha detto che l’esecutivo de Il Cairo lavora affinche’ gli investimenti diretti esteri in Egitto possano raggiungere entro tre anni quota 20 miliardi di dollari. “Non si tratta”, ha spiegato Rachid, “di un obiettivo facile, ma potremo raggiungerlo se continueremo ad attuare le riforme necessarie, soprattutto quelle relative a terreni e quadro giuridico”.

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…. e la Banca Mondiale

La Banca Mondiale ha prestato all’Egitto 850 milioni di dollari per finanziare la realizzazione di progetti nel Paese, ha riportato il quotidiano Al Shrouq.
La prima tranche del valore di 680 milioni di dollari finanzierà la Centrale elettrica di Giza, mentre la seconda, 200 milioni di dollari, mira a sostenere la rete elettrica nazionale. Il ministro dell’energia egiziano, Hassan Younis,ha detto che il costo totale della ristrutturazione degli impianti elettrici dell’Egitto dovrebbe raggiungere 762 milioni di euro.

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Consolato Egiziano di Milano

Il Consolato di Milano rimarrà chiuso il 15, 16 e 17 novembre.
Fonte: vedi link

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Imprenditori calabresi in visita a Il Cairo

Rafforzare la cooperazione economica tra i sistemi produttivi locali e lo sviluppo rurale degli Stati coinvolti: è questo l’obiettivo delle iniziative di collaborazione internazionale con l’Albania, la Serbia e l’Egitto nell’ambito del programma europeo “Balcani e Mediterraneo”, che la Regione Calabria ha deciso di sostenere con la collaborazione dell’Arssa.
La missione in Egitto si terrà sempre a fine novembre, nella zona del Cairo presso le sedi delle agenzie locali di sviluppo egiziane. Quest’ultima trasgferta sarà organizzata dallo Iamb, ente attuatore della regione Puglia, capofila nell’ambito del progetto. Le spese di viaggio e gli spostamenti in loco saranno sostenuti dagli enti attuatori, mentre restano a carico dei partecipanti tutte le altre spese di vitto e alloggio.
Le imprese interessate, secondo quanto riferisce ancora la Regione Calabria, dovranno presentare apposita domanda di partecipazione entro il prossimo 10 novembre. Per conoscere i requisiti di cui devono essere in possesso le imprese partecipanti e per scaricare le schede di adesione si può consultare il sito http://www.regione.calabria.it, sezione Bandi e avvisi di gara.
Vedi articolo completo a questo link

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Spettacolo all’aeroporto di Sharm

L'”Avex International Airshow 2010 – Egypt, The Africa and Middle East Aviation Platform” (“Avex”) è un evento che si svolge ogni due anni e riunisce insieme compratori ed affaristi internazionali di industrie di piccole e medie dimensioni, con esposizioni di aerei presso lo scalo internazionale di Sharm El Sheikh (7-10 novembre).
L’air show è promosso dal ministero locale dell’aviazione civile con l’impegno del Paese quale gateway per l’Africa e il Medio Oriente, in modo che il governo egiziano svolga un ruolo vitale nello sviluppo e nell’espansione del settore dell’aviazione regionale. La scelta ricade sul Paese nord-africano poiché ha la popolazione più vasta nella regione Mena (Middle East and North Africa), ed anche perché è in rapida crescita: geograficamente situato in una posizione strategica per il regional business, nel 2010 ospiterà l’evento per la quarta volta. La quattro-giorni è suddivisa in due parti: i primi due dedicati al business e alle opportunità, mentre i restanti con ingresso al pubblico per il quale si sta preparando una serie di iniziative e di attrazioni, non ultime le mostre statiche di aerei e di elicotteri e le esibizioni in volo di aeromobili, anche acrobatici. Martedi e mercoledì naso per aria quindi!!!!

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Un egiziano proprietario di uno tra i 5 più lussuosi yacht del mondo

Le cinque imbarcazioni top con tanto di pista d’atterraggio per elicotteri, campi da squash e piscine sono in mano a sceicchi ed emiri. E nelle classifica dei primi 100 scafi di lusso un quarto sono di loro proprietà.
Sono in mano a miliardari arabi i cinque yachts più grandi del mondo, quelli con tanto di pista d’atterraggio per l’elicottero, piscine, campi di squash, infermeria e moschea incorporata. È quanto rivela un rapporto della rivista specializzata in imbarcazioni a cinque stelle, «Boat International-Gran Bretagna». Dati alla mano, i cinque panfili più lussuosi del mondo sono di proprietà di cittadini arabi del Dubai, Oman, Arabia Saudita ed Egitto. Ma non solo, nella classifica delle 100 mega-imbarcazioni, 25 battono bandiera araba.

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Carta d’identità elettronica al via! Forse!

Sarà il primo «bancomat» della loro vita. Che però non servirà per ritirare soldi, ma a documentare chi sei. Addio a quei due foglietti con foto e «generalita» destinati a ingiallirsi in men che non si dica: i neonati dalla classe di ferro 2010 in poi la carta di indentità ce l’avranno «elettronica».
Importantissimo. Va ricordato che non tutti i Paesi riconoscono il documento di rinnovo della carta d’identità elettronica (un foglio A4 con un timbro!!!!!!!). La circolare numero 27 del 4 dicembre 2009 emanata dal Ministero dell’Interno indica le nazioni che non accettano la proroga di questo documento: Egitto, Turchia, Tunisia, Croazia, Macedonia, Romania, Bulgaria e Svizzera. Per recarsi in questi Paesi è meglio, dunque, munirsi di passaporto. Buon viaggio.

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Un link sulla mostra Egitto mai visto in calendario a Forlì

Archeofilia ha visitato per voi la mostra dal titolo Egitto Mai Visto, ospitata dai Musei San Domenico di Forlì.

EGITTO MAI VISTO
(data della visita: 1 novembre 2010)
Musei San Domenico, Forlì
11 settembre 2010 – 9 gennaio 2011

NOTIZIE IN PILLOLE

Ancora un incidente che vede coinvolti italiani!

Padre, madre e due figli, in vacanza, viaggiavano su un piccolo bus diretto ad Abur Dis quando c’è stato lo scontro con un’altra vettura. Il piccolo ora è ricoverato all’ospedale internazionale di Sharm el-Sheikh in gravi condizioni, gli altri a el-Tor.
Non mi stancherò mai di chiederti di importi, di chiedere la riduzione della velocità! Mai come in questo caso vale il detto “Io pago, tu fai come voglio io!!” Non avere paura di alzare la voce, di pretendere la riduzione della velocità, a costo di far fermare il mezzo e scendere! E’ vero, il pericolo spesso viene dai guidatori delle altre vetture, ma se ti rendi conto che il tuo autista corre troppo fatti valere, ne va della tua incolumità, della tua vacanza e a volte anche della tua vita! Non accettare compromessi con la tua sicurezza e quella dei tuoi cari!

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La bella Naomi si sposerà in Egitto??

Ancora indiscrezioni sul matrimonio da favola tra Naomi Campbell e il magnate russo Vladislav Doronin. Fino a qualche mese fa i siti di gossip davano per scontata una cerimonia in Italia, alla Reggia di Caserta o alla Scala di Milano. Oggi invece sembra che l’esigente top model abbia rinunciato all’idea di sposarsi nel Belpaese, cui dice di essere molto legata, per spostarsi invece in Egitto.
Naomi e Vladislav vorrebbero celebrare le nozze al Cairo e andare in luna di miele tra le piramidi egizie. Almeno secondo il quotidiano locale Al Ahram, che fornisce tutti i dettagli del caso. Il matrimonio sarebbe fissato per il prossimo 7 dicembre a Luxor. Dopo il fatidico “sì” i due soggiornerebbero nel lussuoso Winter Palace, costruito nel 1886 in un giardino tropicale nel cuore di Luxor. La cerimonia, invece, dovrebbe essere celebrata in un “antico tempio egizio”, ma la notizia non è confermata dal Consiglio Supremo delle Antichità, l’organo responsabile della gestione e l’utilizzo dei templi. Per il ricevimento, che sarà organizzato il 7 e l’8 dicembre, assicura Al Ahram, sono attese molte star di Hollywood sulle sponde del Nilo.

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BIT punta su mediterraneo e Egitto, che cavalca l’onda italiana

Nel 2010 l’area del Mediterraneo ha saputo ben cavalcare la timida ripresa del turismo internazionale. In base alle stime dei primi sei mesi dell’anno di Unwto, i Paesi del Nord Africa hanno fatto registrare un + 12% mentre la Banca d’Italia ha evidenziato un aumento delle visite nei Paesi del Mediterraneo del 4,5%. Dai dati dell’Isnart per il primo semestre 2010, risulta evidente la posizione di privilegio occupata, oltre che dalle nostre regioni quale meta privilegiata per le vacanze degli italiani, anche da Francia e Spagna. In più viene riconfermato il successo di Croazia e Grecia. Degno di nota, inoltre, il risultato ottenuto dall’Egitto che si conferma destinazione di primo piano per i vacanzieri italiani all’estero.
Sull’onda della ripresa e dei positivi indicatori di gradimento da parte del viaggiatore italiano, la quasi totalità dei Paesi dell’Area del Mediterraneo si presenterà a Bit 2011. Particolarmente significativa la presenza di Egitto, Slovenia, Siria e Israele, che per il prossimo anno puntano molto sul mercato italiano.

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Anche l’Egitto oggi in prima fila contro la caccia alle balene

Fermare una volta per tutte la caccia alle balene che, nonostante la moratoria decisa nel 1986 dalla Commissione Internazionale Baleniera, continua con l’escamotage del prelievo per scopi “scientifici”. E’ quanto chiederanno migliaia di attivisti che scenderanno in piazza oggi 5 novembre, in più di 150 città di tutti i continenti, da San José (Costa Rica) a Il Cairo (Egitto), da Pretoria (Sudafrica) a Caracas (Venezuela), da New York (USA) a Karachi (Pakistan). In Italia il testimone è stato raccolto dalle associazioni animaliste Enpa (che coordina la campagna internazionale nel nostro Paese), Bairo, LAV e Leal: appuntamento di fronte all’ambasciata del Giappone a Roma (Via Quintino Sella, 60) a partire dalle ore 11.00 di oggi, 5 novembre. “La moratoria internazionale non ha evitato, dal 1986 a oggi, la morte di oltre 35mila cetacei cacciati soprattutto da imbarcazioni nipponiche”, spiegano le associazioni che proseguono: “chiediamo di fermare questa strage, compiuta sotto il falso e infondato pretesto della ricerca scientifica.” La manifestazione di oggi sarà anche occasione per rendere noti al grande pubblico non soltanto i numeri della caccia alle balene e il giro d’affari del commercio internazionale, ma anche alcuni retroscena che getterebbero una luce sinistra sulla riunioni della Commissione Internazionale Baleniera.

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Oggi, Festa del Mare ad Alessandria d’Egitto

La Fondazione Euromediterranea “Anna Lindh” ha organizzato, per oggi e domani 5 novembre, la Festa del mare ad Alessandria di Egitto, che quest’anno è capitale del turismo arabo.  Sponsorizzato dall’Ente del turismo egiziano, insieme alla ambasciata di Spagna, al ministero degli Esteri belga, al Goethe Institute, al British Council, all’Istituto culturale francese e all’Unesco, il festival Farah el Bahr 2010. La rassegna culturale accoglierà artisti e spettacoli provenienti dall’Egitto e dall’aerea mediterranea per dare vita a spettacoli, workshop, concerti live e proiezioni di film, oltre ad una parata con gruppi musicali e artisti di strada.

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Per orientarsi al Museo Egizio de Il Cairo

Strutturato organicamente come una guida ma dotato di un apparato iconografico di prim’ordine, questo volume suggerisce un itinerario semplice ed esauriente attraverso le sale del Museo Egizio del Cairo, dove sono ospitate le più importanti e complete collezioni di reperti provenienti dalla terra dei faraoni. Suddividendo cronologicamente la trattazione in capitoli dedicati alle tappe più importanti della storia egizia, come un succedersi di finestre aperte sul remoto passato dell’Egitto, testi e immagini, corredati da carte planimetriche e da schede riassuntive, aiutano il lettore ad addentrarsi lungo i corridoi, alla scoperta di un patrimonio unico al mondo per ricchezza e varietà, sulle tracce dei più grandi personaggi della storia nilotica.
Di Alessandro Bongiovanni e Maria Sole Croce
Edizioni White Star € 18.90 ISBN 978-88-8095-532-0

I LIBRI DEI MORTI – BRITISH MUSEUM 4 novembre – 6 marzo


Nakht e sua moglie adorano il dio Osiride- Dettaglio del libro dei morti

Londra – British Museum – 4 novembre 2010 -> 6 marzo 2011

Il viaggio nell’aldilà secondo gli antichi Egizi. Si annuncia come una delle mostre più affascinanti dell’anno ed è pronta a svelare i segreti del misterioso mondo ultraterreno di una delle civiltà più importanti dell’antichità. Ieri al British Museum di Londra è stata inaugurata l’esposizione Viaggio nell’aldilà: il Libro dei morti nell’antico Egitto: gli appassionati di egittologia oltre a contemplare splendidi sarcofagi, antiche statue e inimitabili gioielli, possono ammirare per la prima volta decine di inediti papiri che raccontano il percorso che secondo la religione egiziana ogni defunto doveva compiere per guadagnarsi l’immortalità. Non è una «copia unica». Un analogo libro dei morti, infatti, è esposto al Museo Egizio di Torino ed è una delle attrattive più importanti del museo italiano. E’ tuttavia la prima volta che il «libro» in possesso del British Museum viene messo a disposizione del pubblico.

La grande cupola del British Museum é stata trasformata in un luogo magico, un percorso concentrico dalla morte alla vita eterna, la porta di ingresso verso l’aldilá. Gli Egizi davano grande importanza alla vita dopo la morte e una grande mostra su «I Libri dei morti dell’antico Egitto» rivela i brillanti colori e le forti emozioni del viaggio, irto di pericoli e di avventure, ma anche ricco di gioia, dell’uomo dalla morte terrena verso la vita eterna.

I Libri dei Morti, per anni erroneamente considerati una sorta di Bibbia egizia, sono in realtà una raccolta di testi funerari, formule magiche, inni e preghiere con lo scopo di proteggere il morto nel suo viaggio verso l’aldilá. I primi erano scritti sulle bende utilizzate per avvolgere il corpo del defunto o incisi direttamente sul legno del sarcofago o sulle maschere posate sul volto. La maggior parte peró sono papiri ricoperti di geroglifici e immagini, che venivano arrotolati e messi nella tomba o nel sarcofago del morto per accompagnarlo nel suo viaggio, assieme a gioielli, maschere, tesori, amuleti e suppellettili utili nel percorso dopo la vita terrena.

«Gli Egizi non erano ossessionati dalla morte, come dicono alcuni, – spiega John Taylor, direttore della mostra, – erano ossessionati dalla vita e volevano che continuasse anche dopo la morte.» Ogni libro dei morti è unico, creato ad hoc per la persona di alto rango che lo richiedeva, con suoi ritratti e una scelta personalizzata di immagini e di formule. Le immagini che illustrano i papiri sono spesso di uomini con teste di animale, perché i morti potevano proseguire il viaggio sotto qualsiasi forma, trasformandosi in uccello, serpente o anche fiore di loto.

L’alto rango di Anhai, una sacerdotessa morta nel 1100 AC, è dimostrato dal fatto che è stata seppellita con una statua di Osiride e un prezioso papiro di grandi dimensioni e decorato in oro che la ritrae mentre, presa per il polso dal dio falco Horus, si avvia verso l’aldilá. Il piú spettacolare dei papiri è il Libro di Nesitanebisheru (Greenfield Papyrus), il piú lungo mai esistito, che ha una lunghezza di 37 metri e viene mostrato al pubblico per la prima volta. Nesitanebisheru era la figlia del sommo sacerdote di Amon a Tebe, morta nel 930AC, e il suo papiro contiene formule e incantesimi che non si trovano in alcuno degli altri 200 Libri dei morti e che quindi con ogni probabilità erano state richieste dalla stessa committente.

Il percorso inizia con la mummificazione del corpo, che serviva a purificare il morto rendendolo piú simile a Osiride, dio dell’aldilá, e finisce con la Sala del giudizio. Qui il cuore del defunto – considerato centro della vita e sede della mente – viene pesato da Anubi, signore degli inferi, sotto lo sguardo di Osiride. Un cuore pesante è segnale di peccato e viene dato in pasto al «divoratore», una creatura con testa di coccodrillo, corpo di leone e zampe posteriori di ippopotamo. Questa è la vera morte.

Chi ha il cuore leggero invece puó entrare nel «campo di canne», il nostro Paradiso, che altro non è che una versione idealizzata dell’Egitto, terra fertile e ricca di acqua, dove la vita scorre uguale ma senza problemi, senza malattie e dolori e naturalmente senza lo spettro della morte. Tracciando passo passo il cammino del defunto dopo la morte, i Libri hanno lo scopo di perpetuare la vita rendendola eterna. Per questo la ricchissima mostra del British Museum dedicata ai morti si rivela essere una trionfale celebrazione della vita.

Immagine 1) Il sarcofago di Hunefer e la preghiera a Osiride

Il Libro dei morti non era un testo unico, ma una raccolta di opere diverse su papiro e lino che avevano lo scopo di guidare il defunto nell’oltretomba. Alcune di queste illustrazioni furono usate per oltre mille anni e le più antiche risalgono a oltre 3.500 anni fa. Attraverso suggerimenti e ammonimenti, le illustrazioni e i geroglifici presenti sui rotoli raccontano i pericoli del mondo dei morti. Molti papiri furono acquistati dal British Museum alla fine del XIX secolo, ma sono stati per molti anni custoditi in diversi caveau perché ritenuti troppo fragili. Tuttavia grazie alle nuove scoperte scientifiche e alle più moderne tecniche di conservazione adesso gli esperti del British Museum assicurano che i preziosi documenti non rischiano più di essere danneggiati e finalmente hanno deciso di presentarli al grande pubblico. Tra i documenti più famosi in mostra c’è anche Il Libro di Hunefer, un papiro del XIII secolo a. C. che racconta il viaggio nell’oltretomba del potente scriba Hunefer vissuto a Tebe durante la diciannovesima dinastia. Lo scriba sarebbe stato al servizio del faraone Seti I e avrebbe goduto di grande rispetto e stima.

Immagine 2) La pesata del cuore: sull’altro piatto della bilancia una piuma

IL VIAGGIO DELLO SCRIBA – Il papiro di Hunefer, celebre per i suoi incredibili colori e per la sua chiarezza, misura 5,50 metri. In una delle prime illustrazioni si può ammirare, accanto al sarcofago che conserva il corpo dello scriba, una stele funeraria su cui è impresso il nome del defunto e una preghiera a Osiride, dio della morte e dell’oltretomba (immagine 1).
Nella preghiera si chiede che l’anima dello scriba possa raggiungere l’aldilà. Dopo aver illustrato i tanti sacrifici offerti agli dei per ottenere l’immortalità, arriva la prova della psicostasia: la cerimonia della pesatura del cuore nella «stanza delle due verità» alla quale ogni defunto doveva sottoporsi per poter accedere all’aldilà. Secondo gli egiziani essa serviva a stabilire la purezza d’animo del defunto: il cuore di Hunefer è posto su un piatto di una bilancia da Anubi, il dio dell’imbalsamazione. Sull’altro piatto vi è una piuma che rappresenta Maat, simbolo dell’ordine cosmico e della giustizia. Se il cuore del defunto risulta più pesante della piuma, sarà dato in pasto ad Ammit, il mostro che si trova ai piedi della bilancia e che racchiude in sé gli animali più pericolosi dell’Egitto: il coccodrillo, il leone e l’ippopotamo. (Immagine 2)
Ma come mostrano le successive illustrazioni, il cuore dello scriba è più leggero della piuma e supera la prova. L’ultima scena del papiro mostra un trionfante Hunefer pronto ad accedere all’Aaru, il Paradiso degli antichi egizi. (Immagine 3)

Immagine 3) Superate le prove Hunefer accede all’Aaru, il paradiso degli antichi egizi

Collegamento al sito del British Museum

DOMANI AL VIA LA VII EDIZIONE DELLA HALF MARATON DI SHARM

Domani, 5 novembre, si svolgerà la VII edizione della mezza maratona di Sharm.

La gara si svolgerà nella superba cornice del Parco Marino di Ras Mohamed.
Un percorso spettacolare, quello della Sharmarathon, in un ambiente unico e mozzafiato all’interno del Parco Nazionale di Ras Mohamed a Sharm El Sheikh che nel giorno della manifestazione resta completamente chiuso a visitatori esterni, quindi a completa disposizione degli atleti e loro accompagnatori.

Una gara a stretto contatto con la natura, da un lato perfette dune di sabbia e montagne di roccia e dall’altro il canale delle mangrovie, la Hidden Bay ( la baia nascosta), il lago salato e naturalmente il color turchese del mare.
Correre in compagnia di aironi, gabbiani, rondini marine e falchi pescatore e migliaia di cicogne, che si fermano qui per riposarsi durante la migrazione dall’Europa all’Africa orientale, dove passano l’inverno, sarà un’esperienza indimenticabile.
Tra gli altri animali potrebbe capitarvi d’incontrare la volpe del deserto o la volpe rossa.

I 21,097 chilometri si sviluppano su superfici diverse: dall’asfalto della partenza, alle piste di corallo fossile, graniglia di quarzite e sabbia.
Passaggi stretti, molto tecnici contrastano con tratti di pista dritta .
La linea di partenza-arrivo è sotto la monumentale porta d’ingresso, simbolo del parco per poi proseguire sulla pista per il canale delle mangrovie, costeggiando successivamente la Hidden Bay (baia Nascosta) si passerà vicino al Lago Salato seguendo la pista verso Yolanda Bay, ultimi 5 km di gara su un percorso, chiuso al resto dei visitatori ed autorizzato dalla Direzione del Parco in esclusiva per la manifestazione.

Immagini e testi ricavati dal sito ufficiale della manifestazione che trovi QUI

SCOPERTO UN MURO EDIFICATO PER PROTEGGERE LA SFINGE

Ancora una scoperta nelle secolari sabbie del deserto Egiziano! Sulla Piana di Giza al Cairo, gli archeologi egiziani hanno trovato parte di un antico muro costruito dal faraone Thutmose IV a tutela della Sfinge dal vento e dalla sabbia. Come capo del Consiglio Supremo delle Antichità Zahi Hawass, durante uno scavo ha trovato un muro alto diversi metri. Un muro di mattoni composto da due parti. La prima parte – 75 pollici di altezza e 86 metri di lunghezza – si estende da nord a sud lungo il lato est del tempio del faraone Chefren. La seconda parte del muro – 90 pollici di altezza e 46 metri di lunghezza – corre da est a ovest lungo il perimetro del tempio. Le parti della costruzione convergono in un punto nell’angolo sud-est. Secondo gli studiosi, questo muro è solo una parte di una struttura più grande, situato a nord della Sfinge e mira a proteggere il monumento dalle tempeste di sabbia.

Secondo la leggenda, Thutmosi IV, che in seguito divenne faraone della XVIII dinastia dal 1397 al 1388 AC., dopo essere tornato dalla caccia nella valle adiacente alle piramidi, fece un sogno. La Sfinge di Thutmose IV, chiese al nuovo faraone di proteggerla dalle tempeste di sabbia, promettendo al faraone che lei avrebbe protetto lui. Per cui il faraone decise di costruire i muraglioni di protezione.

UNA MAPPA SUL WEB PER DENUNCIARE GLI STUPRI IN EGITTO

Come accade in ogni buon grande media generalista, ci sono argomenti che passano spesso di moda per poi tornare alla ribalta dopo tempo, dopo soltanto avvenimenti eclatanti, che destano scalpore al momento per cadere subito dopo nel dimenticatoio, ma ciò non significa che non siano più all’ordine del giorno. Lo stesso accade per questioni delicate e importanti, come le violenze e gli stupri nei confronti delle donne, ma c’è chi cerca di tenere sempre alta l’attenzione dell’opinione pubblica, nella speranza di combattere questo abuso maschile nei confronti delle donne o anche dei gay e dei transessuali.

In Egitto, un gruppo di volontari ha dato il via ad un progetto che si basa sulla pubblicazione sul web di una mappa interattiva, Harass Map (http://harassmap.org/), dove vengono segnalati casi di abuso o di violenza, denunciati dalle vittime via sms.

Questo sistema, in uso già in molte città del mondo, darà voce e ascolto a chi subirà qualsiasi tipo di molestia: dallo stupro vero e proprio, allo stalking, alle molestie verbali e fisiche, e sulla mappa sarà riportato il luogo, l’ora e la descrizione dell’accaduto. Il servizio è collegato con la polizia locale e, su richiesta di chiunque, la mappa può essere inviata sul cellulare, così da poter informare le possibili vittime dei punti ‘caldi’ della città da evitare. “L’idea è di avere informazioni generate dagli utenti. – afferma Engy Ghozlan, uno dei volontari che partecipano al progetto – Il semplice fatto di non sentirsi sole, può aiutare tante donne indifese”.

velo_egitto.jpgIl Centro per i diritti delle donne egiziane (ECWR) ha pubblicato un’indagine nel 2008 secondo la quale circa l’83% delle donne egiziane e il 98% delle donne straniere presenti nel paese hanno subito una qualche forma di molestia e nel 62% di questi casi si è trattato di violenza sessuale.

Le teorie sulla causa di queste violenze sono varie e vanno dalla disoccupazione giovanile alla situazione economica povera e stagnante del paese, fino al crescente conservatorismo dei musulmani egiziani, che vorrebbero le donne relegate in casa, al di fuori della sfera pubblica. Il governo, nonostante le percentuali di stupri e molestie siano pubbliche da lungo tempo, tende a minimizzare, ad accusare i media di esagerare la questione e ad ammonire le donne di coprirsi di più.

Secondo il parere di Azza Suleiman, direttrice del Centro egiziano per l’assistenza legale alle donne, la Harass Map è uno strumento utile, ma c’è bisogno di molto tempo per poterne vedere gli effetti positivi. Purtroppo sono ancora tante le donne che con la tecnologia hanno molto poco a che fare e tante altre sono restie a dichiarare a terzi quanto gli accade, anche quotidianamente; “l’argomento è molto sensibile. La prima volta le donne non parlano, la seconda dicono qualcosa e la terza si aprono” afferma Suleiman.

di Maurizio Martone per Agenzia Radicale

VACANZA ROVINATA COSA FARE??? ECCO LA SOLUZIONE

Sono particolarmente contento di poter pubblicare questo post. Giorni fa, attraverso questo blog, avevo lanciato un appello per trovare un legale competente in materia, da consigliare a tutti i lettori del blog in caso di problemi relativi alle vacanze rovinate.
Con mio immenso piacere, abbiamo avuto la risposta. La pubblico ovviamente senza modificare una riga, e aggiungendo solo qualche immagine per rendere meno monotono il testo.
Ringrazio calorosamente l’Avv. Fabio Collavini per il preziosissimo contributo che ha voluto offrirci. Tra l’altro mi scuso con lui per non aver pubblicato prima il post, ma in questi giorni purtroppo, preso dall’inaugurazione di Egittiamo Caffè non ho potuto aggiornare il blog.
Potete consultare il sito dello studio legale su www.salvaviaggio.com o inviare una mail a info@salvaviaggio.com
Particolare non da poco: viene offerta assistenza legale GRATUITA

Non è così semplice ottenere il risarcimento del danno da vacanza rovinata.
Bisogna affidarsi a professionisti estremamente competenti e a strutture specializzate. La http://www.salvaviaggio.com è attualmente la più consolidata iniziativa di professionist che operano da anni in tale settore tanto da essere leader e studiosi di tale materia.
Adiconsum ha infatti illustrato nell’articolo molti comportamenti cui il passeggero/turista deve tenere, ma non è così semplice poi ottenere un giusto risarcimento.
Affidatevi dunque alla Salvaviaggio.com per non incorrere in cattive sorprese. Ci sono infatti nel web alcune iniziative con nomi molto caratteristici che tuttavia non sono in grado di assistere correttamente il passeggero/turista.
Il danno da vacanza rovinata è il pregiudizio subito dal turista per non aver goduto pienamente della vacanza a causa di difformità, rispetto a quanto organizzato prima della partenza.
Il turista si trova così in una condizione di disagio e sofferenza per non aver potuto usufruire in modo completo di un´occasione di svago, riposo e piacere.
Il danno di cui si discute può essere determinato da varie cause come, ad esempio, la categoria inferiore dell´alloggio, la mancanza dei servizi accessori, le caratteristiche dei luoghi difformi rispetto a quanto prenotato, l´impraticabilità del mare, i ritardi dei mezzi di trasporto, la perdita dei bagagli o la ritardata consegna degli stessi.
Si tratta di condizioni che possono determinare una pretesa risarcitoria per il danno subito dal turista coinvolgendo, a seconda dei casi, il tour operator, l´intermediario-venditore e il fornitore di servizi turistici (come il vettore incaricato del trasporto o l´albergatore).
In particolare, l´art. 93 Cod. Cons. prevede che, in caso di mancato o inesatto adempimento delle obbligazioni assunte con la vendita di un pacchetto turistico (in cui sono combinati almeno due dei seguenti elementi: trasporto, alloggio, altri servizi turistici), l´organizzatore e il venditore sono tenuti al risarcimento del danno, secondo le rispettive responsabilità, salva la prova dell´impossibilità della prestazione derivante da causa a loro non imputabile. La stessa disposizione specifica, inoltre, che l´organizzatore o il venditore che si avvale di altri prestatori di servizi è, comunque, soggetto all´obbligo di risarcire il danno, salvo il diritto di rivalersi nei loro confronti.
Al riguardo, la giurisprudenza di merito ha recentemente affermato la possibilità per il tour operator di agire in rivalsa nei confronti del terzo prestatore di servizi di cui si sia avvalso nell´organizzazione del pacchetto turistico (cfr. Trib. Pesaro 10 settembre 2006, n. 524
10 Settembre 2006I disagi sopportati dal turista a causa dell´inadempimento di obblighi contrattuali del “tour operator” configurano un danno di c.d. vacanza rovinata, inteso quale danno morale, consistente nello stress e nel minor godimento della vacanza, fermo restando la possibilità per il “tour operator” di agire in rivalsa nei confronti del terzo prestatore di servizi di cui si sia avvalso nell´organizzazione del pacchetto turistico.
(Il Civilista 2009 n. 6, 52).
Gli aspetti maggiormente problematici inerenti al danno da vacanza rovinata riguardano la sua natura patrimoniale o non patrimoniale e il suo inserimento nell´ambito di una responsabilità contrattuale o extracontrattuale.
In relazione alla questione cruciale del limite, al quale l´art. 2059 c.c. assoggetta il risarcimento del danno non patrimoniale mediante la riserva di legge (originariamente esplicata dal solo art. 185 c.p.), deve escludersi, allorquando vengano in considerazione valori personali di rilievo costituzionale, che il risarcimento del danno non patrimoniale, che ne consegua, sia soggetto al limite derivante dalla riserva di legge correlata all´art. 185 c.p.: ciò che rileva, ai fini dell´ammissione a risarcimento, in riferimento all´art. 2059 c.c., è l´ingiusta lesione di un interesse alla persona, dal quale conseguano pregiudizi non suscettibili di valutazione economica.
In particolare, una lettura della norma costituzionalmente orientata impone di ritenere inoperante il detto limite, se la lesione ha riguardato valori della persona costituzionalmente garantiti.
La natura del danno da vacanza rovinata (Il Civilista 2009 n. 6, 531)
Una parte della dottrina, riferendosi al carattere economico della pretesa del tour operator, ritiene che il danno da vacanza rovinata avrebbe natura patrimoniale (v., Z. Zencovich, Il danno da vacanza rovinata: questioni pratiche e prassi applicative, in “Nuova giur. civ. comm.” 1997, I, 880).
Tuttavia, occorre tener conto di alcuni aspetti della liquidazione del danno che, nel caso di specie, appaiono contrastanti con la ricostruzione del danno da vacanza rovinata come danno patrimoniale.
Quand´anche si dovesse ravvisare nella vacanza un bene suscettibile di valutazione economica, non sarebbe corretto sostenere che la sua lesione determini inevitabilmente un danno patrimoniale, dal momento che ogni danno, per poter essere risarcito, è comunque soggetto ad una valutazione di carattere economico.
Inoltre, il riferimento al carattere economico della pretesa del tour operator avrebbe come conseguenza un semplice automatismo nella liquidazione del danno subito dal turista, in quanto tale danno verrebbe necessariamente rapportato all´ammontare della richiesta pecuniaria che lo stesso tour operator aveva avanzato per l´organizzazione della vacanza.
Pertanto, risulta condivisibile l´orientamento maggioritario in dottrina (v. M. Lazzara, Danno da vacanza rovinata e quantificazione del risarcimento, in “Dir. Tur.” 2005, 233; T. Serra, Inadempimento del contratto di viaggio e danno da vacanza rovinata, in “Giust. Civ.” 2000, I, 1207) e in giurisprudenza (Giudice di Pace Osimo 19 settembre 2007 ).
Nel caso di perdita di bagaglio durante un trasporto aereo inserito in un pacchetto turistico, deve essere riconosciuto il risarcimento del danno non patrimoniale da vacanza rovinata, consistente nel non aver potuto pienamente godere la vacanza come occasione di riposo e di divertimento per migliorare le proprie potenzialità e condizioni di vita.
(Il Civilista 2009 n. 6, 52; Giudice di Pace Bari, Sez. VI, 2 aprile 2007
2 Aprile 2007).
È risarcibile il danno non patrimoniale di tipo esistenziale richiesto in via equitativa dal viaggiatore in quanto, pur considerando le differenti sensibilità dei singoli, si ritiene oggettivamente giustificabile il suo riconoscimento a titolo di ristoro del danno da vacanza rovinata, riconoscibile anche in mancanza di un´ipotesi di reato, per l´indubbio pregiudizio e disagio sopportato dal medesimo viaggiatore conseguente alla forzata rinuncia al viaggio programmato, e quindi, all´occasione di svago e divertimento, a cui deve aggiungersi il ristoro del fastidio e del malumore procuratogli dall´interruzione del viaggio e dalle ore di attesa in aerostazione senza informazioni certe.
(Il Civilista 2009 n. 6, 53; Trib. Milano 28 settembre 2006)
Posto che il danno non patrimoniale da vacanza rovinata è risarcibile anche nell´ipotesi in cui il legale rappresentante dell´agenzia di viaggi, resosi irreperibile, sia venuto meno agli obblighi assunti nei confronti di quanti per suo tramite avevano acquistato biglietti di viaggio, non consegnando loro i documenti necessari alla partenza, sì da precludere ad alcuni dei consumatori di fruire della vacanza e provocando comunque disagi, sussistono i presupposti per concedere, sino alla concorrenza degli importi in cui è quantificabile il pregiudizio complessivo subito da ciascuno dei contraenti (comprensivo del danno da vacanza rovinata e della perdita patrimoniale corrispondente alle somme anticipate per i biglietti), il sequestro conservativo dei beni appartenenti alla società che gestisce l´agenzia e ai suoi soci.
(Il Civilista 2009 n. 6, 53; Giudice Pace di Benevento 9 luglio 2003).
Il c.d. danno da vacanza rovinata, derivante dall´inadempimento dell´organizzatore a quanto da lui promesso nelle proprie locandine e con un contratto stipulato dal turista per trascorrere un periodo volto al superare e scaricare le tensioni del vivere quotidiano, va qualificato come danno non patrimoniale da risarcire integralmente con valutazione equitativa ex art. 1226 c.c.
Il Civilista 2009 n. 6, 53) che individua nel danno da vacanza rovinata una natura non patrimoniale.
Tale qualificazione comporta, quindi, la necessità di valutare il risarcimento del danno da vacanza rovinata in base al disposto dell´art. 2059 c.c., che limita la risarcibilità del danno non patrimoniale ai soli casi determinati dalla legge. Tali casi, secondo l´orientamento dominante, venivano individuati, in base all´art. 185 c.p., nelle sole ipotesi di reato.
Secondo la Suprema Corte, il danno non patrimoniale comprende tanto il danno biologico, quanto il danno morale, quanto, ancora, il danno esistenziale.
(Cass. civ., Sez. Un., 24 marzo 2006, n. 6572).
Il danno non patrimoniale include in sé tanto il danno biologico quanto il danno morale, quanto, ancora, il danno esistenziale (…), il danno non patrimoniale è, comunque, risarcibile qualora vengano in rilievo valori personali costituzionalmente garantiti, con conseguente esclusione della riserva di legge di cui all´art. 2059 c.c. (Cass. 31 maggio 2003, n. 8828).
Pertanto, il pregiudizio subito dal turista è riconducibile al danno non patrimoniale, quantificabile ex art. 1226 c.c., il riferimento normativo che ne giustifica la risarcibilità ai sensi dell´art. 2059 c.c. è individuabile nell´art. 2 Cost.
Nell´ambito del danno non patrimoniale, la giurisprudenza maggioritaria ha ricondotto il danno da vacanza rovinata al danno morale (Giudice di Pace Roma 12 dicembre 2007
12 Dicembre 2007In caso di smarrimento del bagaglio durante un trasporto aereo, il danno da vacanza rovinata non può sussumersi nel danno esistenziale, posto che lo smarrimento del bagaglio non concreta una permanente alterazione delle abitudini e degli interessi di relazione del soggetto leso. Si tratta invece di danno morale, risarcibile nella specie in quanto arrecato in violazione del diritto costituzionalmente garantito (art. 2 Cost.) a esplicare la propria personalità anche in vacanza.
(Il Civilista 2009 n. 6, 52; Trib. Marsala 14 aprile 2007).
Il danno da vacanza rovinata non può sussumersi nella specie del danno esistenziale, ma è un vero e proprio danno morale, che può essere risarcito in quanto trattasi di danno arrecato in violazione del diritto costituzionalmente garantito (ai sensi dell´art. 2 Cost.) a esplicare la propria personalità anche in vacanza.
Il Civilista 2009 n. 6, 53; Trib. Pesaro 10 settembre 2006; Trib. Monza 6 settembre 2005
Il consumatore-viaggiatore che nel corso della vacanza non ha trovato dei servizi confacenti col proprio stato di handicappato, secondo le condizioni pattuite, ha diritto ad essere risarcito per il disagio provato nel corso del viaggio. Si tratta del cosiddetto danno morale da “vacanza rovinata”.
Il Civilista 2009 n. 6, 53; Trib. Roma 26 novembre 2003; Trib. Roma 19 maggio 2003; Giudice di Pace Lecco 13 marzo 2002; C. Giust. CE, Sez. VI, 12 marzo 2002
12 Marzo 2002.
L´art. 5 della direttiva n. 90/314/CEE, relativa ai viaggi, vacanze e circuiti “tutto compreso”, dev´essere interpretato nel senso che in linea di principio il consumatore ha diritto al risarcimento del danno morale derivante dall´inadempimento o dalla cattiva esecuzione delle prestazioni fornite in occasione di un viaggio “tutto compreso”.
(Il Civilista 2009 n. 6, 53).
Tuttavia, non mancano pronunce che si riferiscono al danno esistenziale (Trib. Bologna, Sez. II, 7 giugno 2007; Giudice di Pace Bari, Sez. VI, 2 aprile 2007, n. 2937; Giudice di Pace Casoria 7 settembre 2005) o al danno biologico (Giudice di Pace Siracusa 26 marzo 1999
26 Marzo 1999Nel caso di inadempimento del contratto di viaggio da parte dell´organizzatore di viaggio che abbia comportato il mancato godimento delle utilità promesse è risarcibile anche il danno da vacanza rovinata, che costituisce un danno non patrimoniale assimilabile al danno biologico e va inteso come pregiudizio subito dalla salute dell´individuo, avuto riguardo alla proiezione negativa nel suo futuro esistenziale delle conseguenze dell´evento dannoso.
Il Civilista 2009 n. 6, 53).
Il regime di responsabilità in cui si inserisce il danno da vacanza rovinata
Secondo la distinzione tradizionale, la responsabilità è contrattuale se le parti sono unite da un rapporto obbligatorio (precedente al verificarsi del danno) e una di esse risulta inadempiente, mentre è extracontrattuale se i soggetti sono fra loro estranei, quindi non sono legati da alcun rapporto obbligatorio.
Il danno da vacanza rovinata è riconducibile nell´ambito della responsabilità contrattuale, in quanto è determinato dall´inadempimento di una delle prestazioni a carico del tour operator, o dell´intermediario-venditore, o del fornitore di servizi turistici. È, quindi, ravvisabile un rapporto obbligatorio antecedente al verificarsi del danno.
In tal senso è orientata la giurisprudenza maggioritaria che individua nel danno da vacanza rovinata un danno da inadempimento contrattuale (Trib. Saluzzo 25 febbraio 2009
25 Febbraio 2009Il danno da vacanza rovinata trova il suo fondamento normativo nell´art. 95 del Codice del consumo, dal quale si trae la regola della risarcibilità di ogni pregiudizio diverso dal danno alla persona derivante dall´inadempimento delle obbligazioni contrattuali gravanti sull´operatore turistico.
(Il Civilista 2009 n. 6, 54; Trib. Pesaro 10 settembre 2006)
I disagi sopportati dal turista a causa dell´inadempimento di obblighi contrattuali del “tour operator” configurano un danno di c.d. vacanza rovinata, inteso quale danno morale, consistente nello stress e nel minor godimento della vacanza, fermo restando la possibilità per il “tour operator” di agire in rivalsa nei confronti del terzo prestatore di servizi di cui si sia avvalso nell´organizzazione del pacchetto turistico.
Il Civilista 2009 n. 6, 52; Trib. Napoli 26 febbraio 2003
È risarcibile, costituendo il c.d. danno contrattuale da vacanza rovinata, il pregiudizio subito da coloro che, nel corso di una crociera su una nave turistica, sono alloggiati in cabina il cui impianto di aerazione è mal funzionante.
(Il Civilista 2009 n. 6, 54; Giudice di Pace Ravenna 20 maggio 2002).
Inoltre, è stata affermata la risarcibilità del danno non patrimoniale derivante da inadempimento contrattuale (Trib. Bologna, Sez. II, 7 giugno 2007)
Il danno da vacanza rovinata, è danno esistenziale: si tratta di un pregiudizio al benessere psicologico che ogni persona ricerca nell´intraprendere un periodo di vacanza, pregiudizio che si aggiunge ai patimenti direttamente legati all´infortunio subito e che ha impedito all´attrice di conseguire quegli obiettivi di svago e riposo che si era prefissata al momento dell´acquisto del pacchetto turistico. Dunque si tratta di un pregiudizio al benessere “che si aggiunge ai patimenti direttamente legati all´infortunio” e che in concreto consiste nel non aver ottenuto dalla vacanza l´obiettivo prefissato: ovvero, non si tratta tanto di una sofferenza subita, bensì piuttosto di un “mancato guadagno” sul piano del benessere e della qualità della vita, cioè la mancata acquisizione degli effetti di qualità della vita che avrebbe dovuto apportare la vacanza.
(Il Civilista 2009 n. 6, 53; Trib. Verbania 23 aprile 2002), Consentendo così di concludere che, in ambito contrattuale, non sono risarcibili solo i danni patrimoniali. Al riguardo, deve anche considerarsi che tale conclusione trova una conferma nell´art. 1174 c.c., secondo cui la prestazione che forma oggetto dell´obbligazione può realizzare anche interessi non patrimoniali, purché suscettibili di valutazione economica.

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VIAGGIO ORGANIZZATO: TOUR OPERATOR RESPONSABILE PER IL RITARDO AEREO
Da Milano a Roma, da Napoli a Catania si susseguono le sentenze sul danno da vacanza rovinata correlato ad un ritardo aereo.
Le sentenze dei giudici di pace italiani, le cui pubblicazioni rimangono tuttavia isolate, centrano in modo sempre più costante il principio eliminando i precedenti errori nell´argomentazione giuridica e logico – interpretativa;
Una corretta disamina del codice del consumo (Dlgs. 206/05) che, come noto, disciplina i pacchetti turistici ha infatti chiarito definitivamente la legittimazione passiva del tour operator, in caso di controversia determinata dall´inadempimento dei fornitori dei servizi “assemblati” da tale organizzatore di viaggi. Vengono pertanto destituite di fondamento tutte le difese strumentali degli organizzatori dei viaggi sul loro difetto di legittimazione.
Pertanto nel caso il fornitore del servizio inadempiente sia il vettore aereo che, partendo in ritardo, ha determinato la perdita di un giorno di vacanza, correttamente si dovrà chiamare in causa l´organizzatore del viaggio, con possibilità dello stesso di rivalersi nei confronti del vettore aereo inadempiente.
“L´art. 942 del codice della navigazione e l´art. 19 della Convenzione di Montreal (che disciplina i trasporti internazionali) statuiscono che il vettore è responsabile per danno da ritardo.
L´onere della prova circa l´assenza di responsabilità grava sul vettore ed è particolarmente oneroso, giacché anche in caso di guasto tecnico o mancata partenza a causa di condizioni atmosferiche avverse, può sussistere una colpa della compagnia aerea come confermato dalla oramai nota sentenza della Corte giustizia CE sez. IV – N 402/09 : si pensi ad un guasto correlato alla mancata corretta verifica da parte del personale di manutenzione o anche ad un pilota che, per eccessiva prudenza, decida di non partire in condizioni meteorologiche che avevano permesso il decollo di aerei dello stesso tipo”.
Tuttavia, nonostante questo quadro normativo e giurisprudenziale, i turisti/passeggeri stentano ad instaurare azioni giudiziarie dirette ad ottenere il risarcimento del danno, forse a causa di una carente informazione e a costi eccessivamente onerosi di assistenza turistica.
Se hai avuto problematiche relative il trasporto aereo o il tuo viaggio organizzato, contattaci senza alcuna esitazione.
Avv. Fabio Collavini

FORSE CI RIESCO A RIPARTIRE!!!

Non assicuro nulla, la montagna di casini certo non è spianata, ma spero da oggi di ricominciare a postare sul blog!

Ti ringrazio per la pazienza, posso assicurarti che aprire un’attività porta via più tempo di quello che si ha a disposizione in una giornata!

INAUGURAZIONE EGITTIAMO CAFFE’


Questa sera alle 21, a Naama Bay apre Egittiamo Caffè

Mi scuso con tutti i lettori del blog perchè questa settimana è stato veramente trascurato!
Ma sicuramente capirete che l’inaugurazione e il cambio di gestione hanno portato via un sacco di tempo, visti anche i ritmi egittici!!!

Vi aspettiamo tutti questa sera alla serata inaugurale e per quelli che non sono a Sharm, brinderemo anche a voi e aspetteremo i vostri commenti su Facebook!!!