A SHARM E’ FINITA LA PACE!!! ECCO I PRIMI DRAMMATICI FILMATI!!

La quiete di Sharm sta per essere sconvolta probabilmente per sempre!!!

Ecco i primi drammatici filmati fatti da operatori non professionisti!

Ci scusiamo per la non perfetta qualità delle immagini!

 


I GRANDI GRUPPI CONTINUANO AD INVESTIRE IN EGITTO!!!

La situazione di instabilità in Egitto non ha alcun influsso sul grande progetto turistico in fase di realizzazione ad Andermatt (UR): lo afferma il numero uno della la Orascom Development Holding (ODH), il finanziere e imprenditore egiziano Samih Sawiris, in un’intervista pubblicata oggi dalla “SonntagsZeitung”.

Nel settore alberghiero dell’intero gruppo con sede ad Altdorf (UR) è invece prevista una diminuzione di circa un quarto degli introiti nel primo trimestre. I proventi degli hotel costituiscono comunque al massimo il 40% del giro d’affari complessivo della ODH, ha precisato Sawiris. L’azienda è la società madre del gruppo Orascom Hotels and Development, attivo in Egitto, Marocco e nel Medio Oriente.

La società ODH, quotata alla borsa svizzera, realizza più dell’80% del fatturato nel paese dei faraoni. “Se la crisi continuerà posticiperemo un po’ i nuovi investimenti in Egitto”, osserva Sawiris. In tutti i casi “i soldi per Andermatt sono assicurati”: grazie all’aumento di capitale da poco condotto a termine la ODH dispone di riserve sufficienti.

I DANNI AI MUSEI EGIZIANI

Nel corso dei moti di piazza contro il regime di Mubarak, il 29 gennaio è stato  assaltato anche il Museo Egizio, nella centrale piazza Midan at Tahir, epicentro delle manifestazioni. L’edificio, eretto nel 1902 in sostituzione del museo di Giza, ospita, com’è noto, la massima collezione di antichità egizie al mondo.

Oltre a saccheggiare il Gift-shop e la biglietteria, alla ricerca di denaro, i vandali – tra cui forse anche alcuni guardiani del museo – sono saliti al secondo piano facendo scempio dei reperti del corredo del principe Meshenty, nomarca di Assiut nell’XI dinastia (2060 a.C circa) e distruggendo alcuni pezzi del tesoro di Tutankhamon. Tredici vetrine sono state infrante, ed il loro contenuto gettato a terra o fatto letteralmente a pezzi. Secondo le dichiarazioni del neo-ministro Zahi Hawass settanta pezzi sono stati danneggiati.

Sono state distrutte alcune mummie, tra cui forse quella del Portaventagli alla destra del re, generale di cavalleria Yuya, padre della regina Teye, moglie di Amenhotep III e nonno di Akhenaton (XIV secolo a.C.), la cui tomba venne rinvenuta intatta da Theodore Davis nella Valle dei Re nel 1905. La cosa però non è assolutamente certa: di sicuro da ciò che si vede in una è stata fatta letteralmente a pezzi una mummia che sembra essere quella di  Tuthmosi II (XVIII dinastia, 1524- 1505), uno dei creatori dell’impero egizio; la testa che si intravede dietro è quella di un altro grandissimo sovrano, Sethi I, padre di Ramesse II, e uno dei maggiori faraoni guerrieri (XIX din., 1305-1290) la cui mummia – se di lui si tratta, come temiamo – era sinora le meglio conservata tra tutte le mummie reali.

Da quanto è possibile vedere dai video trasmessi di Al Jazeera e da quanto pubblicato sul sito egittologico http://www.eloquentpeasant.com tra i pezzi danneggiati si può riconoscere, in uno dei sarcofagi gettati a terra, quello in cartonnage dorato di Tuya, madre di Teye, e la copertura dorata della sua mummia, raffigurante le divinità dell’aldilà, almeno una delle quali è stata strappata via; il fatto che però la mummia non fosse conservata nel sarcofago lascia però sperare che la sua mummia non sia stata distrutta. Purtroppo è stata fatta a pezzi la statua funeraria di cedro del libano rivestita in lamina d’oro di Tutankhamon stante sulla pantera; sul pavimento restano la statuetta frantumata del felino, e la base dell’immagine del sovrano. La brutalità del saccheggio è ben evidenziata dai piedi ancora intatti, mentre le caviglie della statua sono state spezzate di netto. Si trattava di una delle più belle opere del Vicino Oriente antico.

Così un pezzo unico era fino a pochi giorni fa la statua dorata di Tutankhamon stante sulla barca di papiro. Anche qui la statua è stata strappata con violenza. Si trattava di esemplari unici, provenienti dal cosiddetto “annesso” della tomba del sovrano, con una funzione rituale, tanto che statue analoghe sono raffigurate sulla pareti della tomba di Sethi II, sempre nella valle dei re. Distruzione di opere di una tale importanza archeologica  ed artistica si potrebbe forse paragonare ad un’eventuale perdita della Primavera del Botticelli per l’arte italiana del XV secolo. Si trattava inoltre di due opere molto discusse, poichè il sovrano vi era stato rappresentato con un accenno di seno, su cui gli egittologi hanno avanzato numerose ipotesi, da quella che li vorrebbe appartenenti al corredo funerario di Nefertiti o di SmenkhaRa, e riutilizzati per Tutankhamon, a quella che vi vede elementi attardati dello stile amarniano.

Sempre al tesoro del ventenne faraone appartengono il flabello in ebano ed oro il cui manico è stato spezzato ed asportato, ed i bastoni da lancio per la caccia. Come accennato, i vandali si sono accaniti sul corredo di Meshenty, celeberrimo per i modelli funerari in legno, tipici del primo Medio regno: la barca funeraria in acacia è stata sfondata con un oggetto pesante, schiantando la cabina ed i rematori, i famosi arcieri nubiani della stessa tomba non sono sfuggiti alla medesima sorte. Dopo aver infranto la vetrina, quattro arcieri sono stati strappati dalla base e gettati per terra.

Gli altri due musei importanti del Cairo, quello Copto nel Cairo Vecchio, e quello Islamico a Fustat, non sono stati danneggiati. Gravi danni sono segnalati anche altrove, a Giza, a Saqqara – dove sarebbero state danneggiate le piramidi di Djedkara – Isesi e di Pepi I (VI dinastia). Cosa si voglia intendere con danneggiate non è chiaro: temiamo che possano esser state danneggiate le pareti con due delle versioni più antiche dei “Testi delle Piramidi”; ancora danni sono stati  segnalati nella tomba dell’intendente al tesoro  Maya, un alto funzionario dell’epoca di Tutankhamon, i cui rilievi sono tra i più eleganti della tarda XVIII dinastia – ed ad Abu Sir. Per completezza va detto che il dottor Martin Raaven, direttore della missione archeologica olandese a Sakkara che scava la tomba di Maya, non è stato in grado di confermare i saccheggi. Nel delta orientale la folla ha saccheggiato il museo archeologico di Al Qantara, che conteneva oggetti provenienti dalla zona del canale di Suez: tremila pezzi sono stati asportati. Sono stati segnalati saccheggi anche nei dintorni di Alessandria d’Egitto, mentre nell’Alto Egitto l’esercito e gli stessi cittadini hanno protetto l’area tebana, la più vasta zona archeologica al mondo.

 

FACEBOOK HA FATTO TROPPO POCO PER L’EGITTO!!! QUASI NULLA!!

Sul cartello la scritta dice GRAZIE FACEBOOK. Ma secondo Adrian Chen c'è poco da ringraziare

A lanciare il sasso contro Facebook è ValleyWag: secondo il celebre sito, che parla attraverso la penna di Adrian Chen, il celebre social network ha fatto poco, pochissimo per le vicende dell’Egitto. Al punto da non meritarsi affatto il “grazie”, scritto in arabo, che il sito mostra nell’immagine qui riprodotta in testa.

Secondo Chen, non c’è il benché minimo paragone tra l’impegno profuso nel sostegno del popolo egiziano da entità come Twitter o lo stesso Google, che si sono realmente impegnati con mezzi e tecnologie per favorire la comunicazione nel paese.

Facebook, invece, mantiene una posizione la cui “neutralità” per Chen equivale quasi a “indifferenza”. A non aiutare la posizione del social network ci sono molteplici episodi trascorsi, come quelli nei quali alcuni account sono stati chiusi solo per via di un filtraggio automatico, il cui meccanismo è scattato isolando dal proprio account alcuni utenti il cui attivismo non avrebbe giustificato cotanta interdizione.

Chen infatti evidenzia che molti parlano del positivo riscontro derivato dai gruppi su Facebook, che hanno senz’altro aiutato a far sapere al mondo cosa diavolo stava e sta accadendo nel paese. Ma pochi, secondo Chen, parlano invece dei grattacapi nei quali sono incorsi alcuni utenti, i cui account sono stati disattivati sempre per via dello stesso meccanismo di filtraggio di sorveglianza: un esempio è la disattivazione del gruppo We Are All Khaled Said, un gruppo da 300mila membri, disattivato e poi reinstaurato dopo vivacissime e cospicue proteste.

Secondo Jillian C. York, esperto di libertà in Rete, il comportamento di Facebook è inqualificabile, racconta Chen, specie a proposito della propria politica sulle identità degli utenti. Una politica che York definisce quasi surreale, assolutamente priva di senso.

A peggiorare l’opinione di Chen, il “tiepido” comunicato stampa rilasciato dal social network quando il presidente Mubarak ha isolato il paese dalle telecomunicazioni: “Benché le vicende in Egitto siano un fatto tra il popolo egiziano e il suo governo da risolvere localmente, limitare l’accesso a Internet per milioni di persone è motivo di preoccupazione per la comunità globale”. Come dire: se ci tagli l’accesso, perdiamo milioni di ore di frequentazione, con tutto ciò che ne consegue, anzi, che ne con$egue.

In definitiva, Adrian Chen “reclama” il dovere, da parte di Facebook, di guadagnarsi davvero il ringraziamento degli egiziani, cercando di supportare e aiutare a diffondere la loro protesta e le loro motivazioni, altro che filtraggi. E non è, secondo Chen, solo una questione di diritti umani, ma di “buon business”.

“Immaginate – scrive Chen – se Facebook avesse lavorato per migliorare le proprie politiche di privacy e sicurezza al punto che un qualsiasi dissidente iraniano potesse sentirsi sicuro di usare il sito per organizzare atti contro il governo (naturalmente sotto pseudonimo). Non ci sarebbe stato nulla di cui lamentarsi, ricordando che ha fatto qualcosa del genere in risposta a un’azione di cracking, posta in essere dal governo tunisino, innalzando la sicurezza per tutti gli utenti, compresi i tunisini che protestavano”.

Presa con le dovute cautele, certo l’esternazione di Adrian Chen non è priva di basi, né di senso. In fondo, quel che sta accadendo in Egitto non è cosa di tutti i giorni e in un paese dove gli operatori di telecomunicazioni sono costretti dalla Legge delle Emergenze e da un complesso normativo alquanto costrittivo a inviare SMS a raffica con contenuti pro-governo, un minimo di collaborazione e di apertura in più, forse, non guasterebbe.

ANCHE A IL CAIRO SI TORNA LENTAMENTE ALLA NORMALITA’

Il Cairo, 6 feb. – (Adnkronos/(Aki) – Si registrano lunghe file davanti alle banche in diverse citta’ egiziane nel primo giorno di riapertura dall’inizio della crisi. Secondo quanto riferisce la tv di stato egiziana, le code piu’ lunghe si registrano davanti agli istituti di credito del Cairo. Dal 25 gennaio ad oggi le banche infatti sono rimaste chiuse, per evitare le rapine delle bande armate che giravano per le citta’. Oggi la Banca Centrale egiziana ha deciso di riaprire le banche del paese per permettere il pagamento degli stipendi e delle pensioni.

LA FARNESINA SCONSIGLIA! MA QUI A SHARM NON CI SONO PROBLEMI!!!

La Farnesina ha emesso un avviso particolare per l’Egitto, sconvolto dagli ultimi disordini sociali. Tutti i cittadini che hanno prenotato una vacanza nel paese possono chiedere la partenza posticipata o il cambiamento di destinazione. L’Adiconsum ha attivato gli sportelli per l’assistenza.

L’ultimo avviso della Farnesina, datato 4 febbraio 2011, sconsiglia qualunque viaggio in Egitto che non sia dettato da motivi d’urgenza. L’avviso è valido anche al momento in cui scriviamo. Quindi l’Adiconsum rende noto ai consumatori che possono rimandare la data di partenza senza alcuna penale o optare per una soluzione alternativa, in accordo con il tour operator. Il termine “senza penale” vale per tutti i viaggi con partenza entro 7 giorni dall’emissione dell’avviso.

Molti tour operator si sono rifiutati di cancellare o posticipare il viaggio applicando penali anche del 100% a coloro che avevano comprato un pacchetto turistico per l’Egitto.

Per le partenze verso l’Egitto previste oltre i 7 giorni dall’avviso della Farnesina (ricordiamo, l’ultimo è del 4 febbraio 2011), il consiglio di Adiconsum è quello di attendere l’evolversi della situazione e di monitorare il sito della Farnesina www.viaggiaresicuri.it. Se dovesse essere emesso un altro avviso di “sconsiglio a viaggiare”, valgono le condizioni di cui sopra. Diversamente, conclude l’associazione, sui pacchetti valgono le condizioni generali di contratto. Gli sportelli Adiconsm sono aperti e a disposizione dei viaggiatori (www.adiconsum.it).

TANTI AUGURI RAGAZZI, DI CUORE!!!

Anche in mezzo al dramma e alla preoccupazione, succede qualcosa che ti strappa un sorriso!
Tanti auguri sconosciuti sposi, tanti auguri di cuore!!!

Una coppia di giovani sposi ha deciso di sposarsi nonostante i disordini de Il Cairo

GIA’ LA CHIAMANO LA SPOON RIVER D’EGITTO.

Una pagina web per ricordare i cittadini egiziani morti durante le proteste dei giorni scorsi e per cercare di rintracciare gli scomparsi. Si chiama Egypt Remember ed è nata online come progetto partecipativo al quale chiunque può contribuire aggiungendo foto e informazioni sulle vittime. C’è già chi la chiama la Spoon River dell’Egitto e nell’intento degli autori la pagina servirà “per elencare tutti quei valorosi cittadini egiziani che sono stati uccisi durante la lotta pacifica per la libertà”

Un modo per ricordare, perchè non si deve mai dimenticare chi ha perso la vita in nome di un ideale!
E guardando le fotografie, vi accorgerete che si tratta quasi esclusivamente di ragazzi!

Clicca qui per vedere la pagina aggiornata

IL MAR ROSSO FORSE NON C’ENTRA, MA SE AMI IL MARE….

Buona visione, non c’è molto altro da dire!!

 

PAOLO FOGLI FINALMENTE SI E’ TOLTO DALLE PALLE!

CHE SCHIFO!

Il giornale La Nuova Ferrara, nonostante le numerose mail mandate da noi residenti per lamentare l’assoluta incongruenza, la disinformazione più totale, il danno che stanno facendo al Sinai e al turismo di questa zona dove ad oggi non esiste assolutamente alcun problema se non la mancanza di turismo, continua imperterrita a prestare fede alle cialtronate di Paolo Fogli!

Abbiamo informato il giornale che il bell’imbusto è stato cacciato in malo modo dall’hotel in cui lavorava esclusivamente perchè è stato sorpreso a fare sesso con una turista in un campo da tennis (forse lui ne andrà fiero povero sfigato!!!)
Poi ha tentato di farsi pagare il volo di rientro dal governo italiano approfittando della situazione dell’Egitto! Ma anche qui gli è stata giustamente sbattuta la porta sul muso

Ma poco ci importa a questo punto delle farneticazioni di questo individuo

Quello che da assolutamente fastidio è che un giornale continui a prestare ascolto a farneticazioni evidenti, fregandosene di mail e di segnalazioni provenienti da chi a Sharm e nel Sinai ci vive e sa esattamente come sia la realtà della situazione!

Sono felice di essere stato il primo a denunciare le nefandezze di Paolo Fogli, ora mi vanto di denunciare l’assoluta inaffidabilità di un giornale, appertenente a un gruppo prestigioso, ma evidentemente diretto da una manica di incompetenti, probabilmente solo alla ricerca del titolo a effetto per attirare lettori!!!

Insomma, la peggior faccia del giornalismo italiano (anche se dubito si possa parlare di giornalismo!!!)
Paragonabile al giornalismo di chi dice che Sharm è assediata dai carri armati, gli abitanti di Sharm stanno morendo di fame, a Sharm è pericoloso circolare e si vive barricati nelle case!!!
Paragonabile a chi diceva che nel Mar Rosso si aggirava uno squalo pinna bianca o addirittura uno squalo bianco!!!!!!

Insomma, giornalismo fatto da gente che in molti casi non sa neppure l’italiano, da gente che probabilmente non saprebbe neppure dire su una carta geografica dove sta Sharm o dove sta Hurghada!
Gente che non meriterebbe credibilità neppure su di uno stupido blog e invece si permette il lusso di scrivere per un giornale!!!! Povera Italia, forse è meglio la censura egiziana!!!