COME FANNO I GOVERNI A SPEGNERE INTERNET??

Come si blocca internet? Dalla Cina all’Egitto, passando per la Libia. La storia recente è costellata di censure che corrono in rete per contrastare la libera circolazione delle idee attraverso il passaparola su social network, email e sms. Ma come fanno, tecnicamente, i governi a staccare la spina al web?

«Bloccare rapidamente la possibilità di utilizzare Internet è possibile solo se a livello governativo si agisce sui router», osservano gli esperti. I router potrebbero essere paragonati a delle autostrade lungo le quali viene indirizzato il traffico alle diverse destinazioni. Bloccare un router – operazione semplice quando la rete di tlc nazionale è pubblica e gestita dal governo centrale – equivale quindi a chiudere un’autostrada e chiudere l’intera rete autostradale significa paralizzare le comunicazioni.

Lo stesso vale per la telefonia cellulare. In questo caso per sospendere la copertura dei servizi il governo deve però trattare con gli operatori, che non sempre hanno sede legale nel paese in questione. Spesso però i ripetitori sono forniti con concessioni pubbliche, cosa che facilita le trattative per i governi autoritari: gli operatori che non scendono a compromessi rischiano di essere tagliati fuori dal business di quella nazioni.

Esiste poi un terzo livello di censura, quello che colpisce i singoli siti, come è accaduto per esempio a WikiLeaks. In questo caso il blocco avviene a un livello diverso dal router, perché viene interrotta la comunicazione a livello dell’indirizzo (dominio) del sito: anziché un’autostrada, era stato bloccato l’accesso a una singola città. In alcuni Paesi, come Cina e Iran, il controllo governativo ha riguardato in particolare alcuni siti e aveva attivato determinati punti sulla rete per tenere sotto controllo il traffico. Questa tecnica può essere utilizzata anche per singole pagine: secondo Google sono più di 40 i governi che hanno chiesto al motore di ricerca di rimuovere contenuti sgraditi. Nel 2002 erano solo quattro.

Mentre i governi censurano, gli internauti provano ad aggirare la censura. Esistono degli strumenti informatici per eludere i filtri imposti alla rete da quei governi autoritari che vogliono impedire la libera circolazione di critiche? Da alcuni anni sappiamo che esiste più di una strategia per sfuggire ai controlli.

Secondo un recente studio del Berkman Center di Harvard, realizzato da Hal Roberts, Ethan Zuckerman, Jillian York, Robert Faris e John Palfrey, il 3% delle popolazioni dei paesi in cui internet è censurato utilizza software per aggirare i controlli. I più utilizzati sono i programmi per eludere i filtri e navigare in forma anonima. Freegate, Ultrasurf, Tor e Hotspot Shield, perlopiù sono tool complessi, molto conosciuti in rete e piuttosto sicuri. Eppure, la maggioranza preferisce utilizzare una proxy, il metodo più semplice ma meno sicuro: con la proxy si accede alla rete attraverso server particolari che non vengono intercettati dai filtri governativi. Questo, fino a quando le autorità non si accorgono della loro esistenza. A quel punto possono decidere di spiare gli utenti “ribelli” o di bloccare i server.

Secondo il rapporto Berkman Center di Harvard, la diffusione delle proxy, facilmente rintracciabili con motori di ricerca, spiega la crescente popolarizzazione di questi sistemi ma ne mette in luce anche i limiti. Pochissimi sono invece coloro che si affidano a Vpn, linee protette e dedicate per accedere ai siti. In totale, il rapporto ha individuato 134 Vpn. Un numero triplicato negli ultimi tre anni.

Fonte: IL SOLE 24 ORE

COSTA CROCIERE RIPRENDE LA PROGRAMMAZIONE

venerdì 18 febbraio 2011 – 18:20

Alla luce della revoca dello “sconsiglio” da parte del Ministero degli Affari Esteri Italiano per i viaggi verso alcune località turistiche egiziane, in particolare il Mar Rosso e Luxor, e delle valutazioni effettuate dalla Compagnia, Costa Crociere ripristina gli scali in Egitto di Sharm el Sheik, Sokhna e Safaga.

L’itinerario di Costa Allegra “Coralli e antichi tesori” per le partenze del 28 febbraio 2011, 7, 14, 21 marzo 2011 viene ripristinato integralmente come indicato sull’ultima edizione del catalogo Annuale 2011.

1. giorno Sharm El Sheik (Egitto) Partenza dall’Italia con volo speciale Costa e arrivo a Sharm per l’imbarco

2. giorno Sharm El Sheik (Egitto) Partenza ore 18.00

3. giorno Eilat (Israele)  Arrivo alle 08.00. Partenza in tarda serata, alle 02.00

4. giorno Aqaba (Giordania) Arrivo alle 08.00. Partenza alle 18.00

5. giorno Safaga (Egitto)  Arrivo alle 07.00

6. giorno Safaga (Egitto) Partenza alle 13.00

7. giorno Sokhna (Egitto)  Arrivo alle 07.00. Partenza alle 18.00

8. giorno Sharm El Sheik (Egitto)  Arrivo ore 6.00. Rientro in Italia con volo speciale Costa.

Gli imbarchi avverranno quindi nuovamente dal porto di Sharm El Sheik, dove sarà possibile effettuare tutte le escursioni originariamente previste. Ritorna anche lo scalo di Safaga con tutte le escursioni confermate tra cui quelle di Luxor e delle spiagge di Hurgada e Mahmeya. Infine, a Sokhna, dove in alternativa alle escursioni al Cairo sarà proposta un’escursione balneare. La crociera rispetta l’itinerario previsto in origine, con la sosta in Israele, ad Eilat, dove sono confermate anche le escursioni aggiunte di recente: Tour di un giorno a Gerusalemme, Tuffo con i delfini, Relax e fanghi nel Mar Morto e dal porto di Aqaba si potrà raggiungere Petra, la città rosa scavata nella roccia, o il deserto del Wadi Rum.

Inoltre, viene ripristinato integralmente anche l’itinerario della Grande crociera del Mar Rosso con Costa Allegra del 28 marzo 2011, come indicato sull’ultima edizione del catalogo Annuale 2011.

Infine, vengono reintrodotti gli scali a Safaga e Sharm El Sheik anche per le Grandi crociere del vicino Oriente di Costa Deliziosa 3 aprile 2011 e Costa Luminosa 21 marzo 2011.

AIUTIAMO L’EGITTO FACENDO TURISMO!!!

Dopo l’allontanamento di Mubarak, l’economia egiziana è diventata ancora più instabile. Sappiamo delle difficoltà finanziarie del paese, e immaginavamo che i disordini delle ultime settimane avrebbero potuto aver un impatto fortemente negativo su inflazione e turismo, mettendo a dura prova le potenzialità del Pil nazionale.

Apparentemente va tutto bene, ma in realtà i problemi sono tanti. E il più grave resta la disoccupazione. “Non avere un lavoro significa non poter acquistare cibo, non poter mandare a scuola i figli e non potersi permettere cure in ospedale”, lamentano i giovani di El Cairo.

Anche se le strade hanno ricominciato ad essere affollate come prima e negozi e bancarelle sono di nuovo pieni di frutta, verdura, stoffe e altri oggetti da vendere, una buona parte degli esercizi commerciali continua a rimanere chiusa. E non è detto che gli operai, i contadini e gli impiegati pubblici che sono scesi in piazza per chiedere (anche) un aumento di stipendio abbiano deciso di smettere di far valere il loro punto di vista: “un lavoro non pagato non è un lavoro, e non permette di crearsi un futuro migliore“.

Nel frattempo, l’esercito ha deciso di inviare un sms a tutti i cellulari di utenti egiziani per spronare il popolo a tornare al lavoro, indipendentemente dalle condizioni offerte. Ma molti di questi messaggi sembrano essere stati ignorati. Lavorare per un salario da fame non interessa a nessuno.

Il governo ha promesso agli impiegati pubblici un aumento salariale del 15%, ma le stime sulla crescita del deficit pubblico aumentano il timore che questa manovra non sia sostenibile. Nel privato, le agenzie turistiche temono di poter perdere centinaia di migliaia di dollari di profitto, e dal turismo dipende il 10% del Pil nazionale. Gli uffici del turismo hanno bisogno del personale al completo per rilanciare il settore, ma per tenere tutti i dipendenti negli uffici questi ultimi dovrebbero accettare di lavorare un mese senza stipendio. Impossibile.

Nel timore che possano scatenarsi nuove proteste, l’esercito ha suggerito alle banche di rimanere chiuse questa settimana, una manovra che potrebbe creare ulteriori danni ai negozianti che hanno potuto riprendere la loro attività. Per non parlare dei bancomat, molti dei quali sono già a secco di denaro. Per avere a disposizione un po’ di contanti, parecchi egiziani si sono ritrovati costretti a vendere oggetti personali. E non far crescere di altre centinaia di unità il numero di concittadini che vive con meno di un dollaro al giorno. Che oggi, purtroppo, già supera i dieci milioni. Pari al 13% della popolazione.

POLITICAMENTE PARLANDO

Già una volta ho detto che parlare di Egitto in questi giorni senza parlare di politica, è come parlare di dolci senza parlare di zucchero!
Anche se questo blog continuerà ad occuparsi esclusivamente di turismo, ritengo importante segnalare i principali avvenimenti politici, che nostro malgrado avranno un peso determinante sul turismo in questa regione del mondo!
Quindi day by day creerò un post nel quale segnalerò le notizie politicamente importanti nella giornata, sperando di non annoiarvi troppo!

NOMINE DI NUOVI MINISTRI

(ANSA) – IL CAIRO, 21 FEB – Otto volti nuovi, alcuni dei quali appartenenti a partiti d’opposizione, sono entrati a far parte del governo egiziano presieduto dal generale Ahmed Shafiq (a destra nella foto), in un rimpasto che ha sostituito i ministri nominati da Mubarak prima di lasciare il potere o ha riempito posti rimasti vacanti. Risulta anche che numerosi altri aderenti a forze d’opposizione abbiano rifiutato di entrare nel governo. Al posto di vicepremier e’ stato chiamato il docente di diritto Yehia el Gamal.

E ANCORA SUI NUOVI MINISTRI

IL CAIRO (Reuters) – L’Egitto ha nominato un membro del partito liberale di opposizione Wafd ministro del Turismo, con una decisione senza precedenti, ha riferito l’agenzia stampa Mena.

Mounir Abdel Nour, segretario generale del partito Wafd, ha accettato di entrare a fare parte del governo ad interim, sempre secondo quanto riferito da Mena.

“Accettare la posizione è un dovere nazionale per fare andare il cambiamento nella giusta direzione”, ha detto Abdel Nour all’emittente tv Mehwar, dice l’agenzia.

Wafd rappresenta tradizionalmente il bastione dei liberaldemocratici in Egitto, ma negli ultimi anni il partito ha dato l’impressione di lasciarsi cooptare dal governo di Hosni Mubarak, rovesciato lo scorso 11 febbraio.

Mena riferisce che l’incarico di vicepremier è stato affidato a Yehia El Gamal. Cancellato, invece, il Ministero dell’Informazione, che era guidato da Anas Fiki, ora sotto inchiesta.

Mohamed El Sawy, che ha un popolare centro culturale al Cairo, è stato nominato ministro della Cultura. Ministro dell’Immigrazione è Georgette Kalini, Ahmed Gamal el-Din va all’Educazione e Omar Salama alla Ricerca scientifica. Mena precisa che non sono invece cambiati i ministri di Interno, Giustizia e Affari esteri.

CHE CI FA IL CUGINO DI GHEDDAFI A IL CAIRO??

(ANSA) – IL CAIRO, 21 FEB – E’ giunto con un volo speciale al Cairo Ahmad Gheddafi El Dam, cugino di Muammar Gheddafi e emissario speciale del ‘colonnello’. Lo riferiscono fonti dell’aeroporto. Nel frattempo l’organizzazione egiziana per i diritti umani ha fatto appello al Consiglio supremo delle forme armate e al governo di rimpatriare i cittadini egiziani residenti in Libia viste le violente proteste in corso. L’ong ha riferito che negli scontri un egiziano e’ rimasto ucciso e numerosi altri sono stati feriti.

MOUSSA SI CANDIDA PRESIDENTE??

Madrid, 21 feb. (TMNews) – Le rivolte popolari che hanno portato al cambio di regime in Tunisia e Egitto avranno “Un’influenza enorme” su tutto il mondo arabo e cambieranno tutto. Lo afferma in un’intervista a El Pais il segretario generale della Lega Araba Amr Moussa.

“Venti di cambiamento soffiano per tutto il mondo arabo e il vicino oriente. L’ingluenza della grande rivoluzione egiziana e di quella tunisiana sarà enorme”.

Nell’intervista Moussa, 74 anni, conferma di non escludere la possibilità di candidarsi alle presidenziali egiziane. E per quanto riguarda Mubarak, Moussa non si sbilancia su un possibile processo contro l’ex presidente. Al momento, dice, “si è ritirato e va trattato come un ex presidente, col tutto il rispetto. Se poi ci saranno elementi contro di lui si vedrà”.

PARE CHE MOUSSA SAREBBE APPOGGIATO DAL 49% DEGLI EGIZIANI

Il 49% degli egiziani considera il Segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa, la persona piu’ indicata per la presidenza del paese, dopo le dimissioni di Hosni Mubarak sotto le pressioni di lunghe proteste. E’ quanto emerge da un sondaggio realizzato da YouGov Siraj. Solo il 2% sostiene Mohammed ElBaradei.

L’ex direttore generale dell’Aiea e Premio Nobel per la Pace, e’ considerato leader in pectore dei riformisti egiziani rientrato in patria per partecipare alle proteste anti-Mubarak.

L’ex vice presidente Omar Suleiman ottiene il 9%. Altri potenziali candidati includono il Premio Nobel Ahmed Zewill, con il 13% e il rivale di Mubarak nel voto del 2005, Ayman Nour, che ottiene solo l’1%.

“Il sostegno nei confronti di Moussa appare diffuso, e’ interessante notare che Suleiman abbia anora qualche sostenitore” afferma Sundip Chahal, capo esecutivo di YouGov.

”Se il sostegno a Sulieman e’ ancora a questi livelli – conclude – nonostante fosse membro del governo Mubarak, questo gli darebbe una solida base per valiutare una sua eventuale candidatura” alle prossime elezioni.

CHI E’ AMR MOUSSA?

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
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ʿAmr Mūsā con Giorgio Napolitano

ʿAmr Mūsā, spesso chiamato dai giornali Amr Moussa è un diplomatico egiziano, attuale Segretario generale della Lega araba dalla sua elezione nel maggio del 2001. È un ex ministro degli esteri egiziano.

Servì come ambasciatore in India per il governo del Cairo nel 1967 e come ambasciatore egiziano alle Nazioni Unite nel 1990. Fu eletto ministro degli esteri nel governo Ganzuri nel 1991 e rimase in questa posizione fino al 2001.

Durante il suo incarico come ministro degli Esteri, Mūsā criticò la politica estera degli Stati Uniti e le sue relazioni con Israele.

Gli oppositori dellex presidente egiziano Hosni Mubarak sostengono che la nomina di Mūsā alla carica di segretario generale della Lega Araba sia stato motivato dal desiderio di Mubarak di allontanarlo dalla vita politica egiziana.

Nel 2004 una comunità online ha raccolto decine di migliaia di firme che richiedono la candidatura di Mūsā alle elezioni del 2005, sebbene non vi sia stata alcuna risposta. In un forum televisivo, il Dibattito di Doha trasmesso dalla BBC nel 2006, a Mūsā vennero fatte domande sulle ambizioni alla presidenza. Mūsā rispose semplicemente che auspicava di proseguire nella sua serie di successi che era riuscito a portare a termine durante il suo incarico.

LA DANZA DEL VENTRE

La danza orientale produce a chi la pratica una serie di vantaggi sia fisici che psichici.

A livello psichico, essendo una danza che non pone limite di età o di peso per essere praticata, migliora l’accettazione delle caratteristiche del proprio corpo e aumenta l’autostima aiutando a liberarsi dai complessi di qualche eventuale difetto. Questa danza celebra la femminilità e la sensualità, senza nessun atteggiamento volgare: è un modo gioioso e sensuale d’incontrare il proprio corpo aumentando anche l’autostima.

Inoltre, apre la mente ad altre culture e aiuta a mettere da parte molti dei pregiudizi che la nostra società occidentale ha verso la cultura araba.

Essendo una danza che si basa principalmente sull’isolamento (mentre alcune parti si muovono le altre rimangono immobili) la danza del ventre insegna a muovere non solo il bacino, ma tutte le parti del corpo fornendo un ottimo controllo della propria muscolatura (come ad esempio braccia, torace, pettorali e spalle).

Sbloccare il bacino è fondamentale per ritrovare la postura corretta della colonna vertebrale, perciò questa danza è un vero toccasana per la schiena: rende forte e flessibile la colonna vertebrale, sia a livello lombare che cervicale, scioglie le articolazioni vertebrali, allena con dolcezza le fasce muscolari profonde dell’addome. Inoltre gli organi interni dell’apparato digerente e riproduttivo, grazie ai movimenti dei fianchi, si rilassano e ricevono un leggero massaggio, si può così ottenere qualche beneficio in caso di problemi digestivi, del transito intestinale, dei dolori mestruali e inoltre i fianchi si assottigliano, le gambe si rinforzano e il modo di muoversi acquisisce sicurezza. Anche la circolazione sanguigna migliora.