Quando tutto sarà finito, e il ministro per i Beni archeologici dell’Egitto Zahi Awass potrà finalmente andare a controllare di persona, quasi certamente scoprirà che il suo ostentato ottimismo era esagerato. Dal Cairo a Luxor, da Aswan al Sinai, decine di musei e di siti archeologici sono stati depredati da saccheggiatori. Centinaia di reperti millenari sono stati danneggiati e forse migliaia di oggetti sono stati rubati.
Anche se Hawass continua con l’abituale veemenza a ripetere nelle interviste che tutto è sotto controllo, la realtà descritta su Facebook e negli altri social networks dagli archeologi che scavano nelle località attaccate è purtroppo molto diversa. In queste ore, egittologi e direttori dei musei di tutto il mondo si scambiano e-mail venate di tristezza. Sono sgomenti per il danno finora causato al patrimonio archeologico dell’Egitto e ancora più preoccupati per quello che potrebbe accadere, se il Paese non tornerà presto alla normalità e non riprenderà il totale controllo del proprio patrimonio archeologico.

Uno dei reperti rubati al Museo de Il Cairo
Le voci dai blog
Questa la situazione nei musei e nei siti archeologici più importanti del Paese, così come viene descritta nei blog e nelle comunicazioni fra archeologi. I saccheggiatori che nella notte fra il 28 e il 29 gennaio sono penetrati nel Museo archeologico del Cairo hanno danneggiato circa 100 reperti. Nella breve visita organizzata da Hawass per tranquillizzare tutti, i danni sono stati volutamente minimizzati. Almeno 13 teche dell’Antico Regno sono state aperte e il contenuto asportato o gettato a terra. La splendida barca della tomba di Meseti ad Assyut è rotta in più pezzi.
Due mummie sono state decapitate e devastate e non se ne conosce ancora l’identità. Si teme che sia stata danneggiata anche la mummia di Tuya, la moglie di Seti I, che era ricoperta da un prezioso e davvero unico pettorale. I reperti della tomba di Tutankhamon non sono stati risparmiati. La statua che raffigura il faraone in piedi su una pantera è stata spezzata in due. Le immagini messe in rete da Margaret Maitland, che gestisce il blog Eloquent Peasant, mostrano solo la pantera, gravemente danneggiata. Di un’altra statuta di Tut sono rimasti solo i piedi.
Decine di piccole statue di legno sono state strappate dai loro supporti. In una foto si vede una teca completamente vuota, salvo i resti di un ventaglio d’oro e due scettri del faraone. Secondo Hawass, anche a Memphis, l’antica capitale del regno, la situazione è sotto controllo. Ma in base alle testimonianze il museo, che contiene numerose statue in un giardino all’aperto, è stato saccheggiato.

Uno dei reperti rubati al Museo de Il Cairo
Caccia all’oro
A El Qantara, sul Canale di Suez, il museo che conteneva 3000 reperti del periodo romano e bizantino è stato completamente depredato. Hawass ha detto che circa 300 sono stati recuperati, ma si ignora la sorte degli altri. Un operaio che lavorava al museo ha raccontato che i saccheggiatori sono entrati dicendo che cercavano l’oro. «Ho risposto che di oro non ce n’era, e allora hanno cominciato a distruggere tutto e a portare via quello che potevano».
A Luxor e nella Valle dei Re il 30 gennaio si è veriricato un tentativo di irruzione al Tempio di Karnak, ma è stato respinto. Nelle moschee è stato detto ai fedeli di proteggere i siti archeologici e ora la situazione sembra tranquilla. Nessun tentativo di intrusione, finora, nelle tombe della Valle dei Re. La piana di Giza con le sue piramidi è sorvegliata dall’esercito e non si segnalano danni. Le cose vanno però molto peggio nelle zone più lontane dal Cairo. Ad Abusir, dove si trovano le piramidi di Sahure, Neferirkare e Nyuserre Ini, tutte le tombe sigillate sono state aperte alla ricerca di tesori.
Il sito egyptopaedia.com riferisce di danni molto gravi. Il «Sun» ha pubblicato il 1˚ febbraio la foto di una banda di ladri intenta a scavare. Miroslav Bàrta, capo di una spedizione della Repubblica Ceca, ha raccontato che il sito è stato attaccato e molti dei reperti riportati alla luce sono stati danneggiati.

Uno dei reperti rubati al Museo de Il Cairo
Lucchetti inutili
I danni più gravi sono a Saqqara, dove si trovano la piramide a gradoni del faraone Djoser e numerose mastabe ornate da meravigliosi bassorilievi. Tutti i lucchetti delle tombe sono stati forzati, ha confermato Hawass, aggiungendo che all’interno non sono stati rilevati danni. Secondo altre fonti, la piramide di Pepi I a Sud di Saqqara è stata aperta, così come la stessa piramide di Djoser, che non è visitabile dal pubblico perché pericolante.
I saccheggiatori avrebbero svaligiato i magazzini di Saqqara, asportando gran parte del contenuto. Tra le tombe violate anche quella del tesoriere di Tutankhamon, Maya, e della moglie Merit, raffigurati insieme in una delle più belle statue ritrovate in Egitto. Per fortuna è al sicuro dal 1823 nel museo olandese di Leida.
Gli oggetti ufficialmente depredati al Museo Egizio de Il Cairo sono i seguenti:
1. Statua di Tutankhamon portato da una dea in legno dorato
2. Statua in legno dorato di Tutankhamun durante arpionamento. Solo il tronco e gli arti superiori del re sono mancanti
3. Statua in calcare di Akhenaton in possesso di un tavolo di offerta
4. Statua di Nefertiti in atto di fare offerte
5. Testa in arenaria di una principessa di Amarna
6. Statuetta in pietra di uno scriba di Amarna
7. Statuette di legno sciabita da Yuya (11 pezzi)
8. Scarabeo del Cuore di Yuya
Per chi sa bene l’inglese, link al blog di Sadi Hawass