DOMENICA SCORSA GRANDE MANIFESTAZIONE A NAAMA BAY!!!
1 marzo 2011 Lascia un commento
1 marzo 2011 Lascia un commento
26 febbraio 2011 Lascia un commento
24 febbraio 2011 1 commento
11 febbraio 2011 Lascia un commento
9 febbraio 2011 Lascia un commento
Fonte: IL FOGLIO.IT
Dopo una settimana di proteste inizia la “diaspora” economica. Ieri almeno sei multinazionali estere presenti in Egitto hanno fermato gli impianti e avviato il rimpatrio dei dipendenti contando di ritornare non appena la situazione si calmerà. Anche l’italiana Italcementi e la concorrente francese Lafarge hanno chiuso i cementifici. Le maggiori case automobilistiche tedesche, Bmw e Daimler, e la giapponse Nissan hanno cessato le attività mentre Volkswagen ha bloccato l’esportazione dei prodotti. I businessman locali però resistono. La democrazia è una buona cosa, ci stiamo muovendo verso il meglio. Gli uomini d’affari sono rimasti qui e questo è un segno di stabilità”, ha commentato Naguib Sawiris, il patron di Wind.
Le preoccupazioni degli investitori si riflettono in una goccia di petrolio. Sempre più caro da venerdì scorso, quando è diventato palese che il cambiamento in atto non poteva essere fermato facilmente, lasciando un’incognita sul futuro politico del Paese, dove sono presenti colossi degli idrocarburi come British Petroleum, Eni, British Gas e Apache. Ieri il Brent, considerato il benchmark di riferimento, ha toccato il record di 100 dollari, come non succedeva da due anni. Siccome l’Egitto non è un grande produttore di oro nero, l’attenzione degli analisti è concentrata sulle infrastrutture che garantiscono le forniture all’Occidente come l’oleodotto Sumed e il Canale di Suez, dove ogni giorno transita su navi cargo l’equivalente di un milione di barili di petrolio – il 2 per cento della produzione globale – e il 10 per cento delle merci scambiate nel mondo. Il rischio è che si arrivi a una chiusura del passaggio marittimo che collega l’Asia all’Europa, ipotesi contemplata da diversi analisti ma smentita ieri dai gestori dell’impianto: “Sta lavorando a piena capacità”, riportavano i media egiziani.
Ashraf Laidi, Chief markets strategist di Cmc Markets, spiega al Foglio che l’esercito per ora non sembra schiacciato su posizioni filo governative e ciò potrebbe implicare che i militari riescano comunque vada a proteggere i civili, le risorse, il Canale di Suez, le banche e le aziende riducendo il rischio contagio: “L’esercito è consapevole dell’importanza di garantire il normale funzionamento del Canale, che non soltanto è una risorsa vitale per le entrate di valuta estera in Egitto ma garantisce anche la fornitura di greggio”. L’Opec, il cartello dei paesi produttori, rimane allerta. Per il Segretario generale, il libico Abdallah Salem El-Badri, “c’è un rischio reale di penuria” che potrebbe costringere l’Organizzazione, di cui l’Egitto non fa parte, ad aumentare la produzione se la crisi dovesse peggiorare. Oppure, come ha avvertito il Commissario europeo all’Energia, Guenther Oettinger, se dovesse estendersi ad altri paesi produttori nella convinzione che i fatti del Cairo “non condizioneranno il mercato”, ha aggiunto Oettinger. Eppure gli investitori sono stati colti di sorpresa. E la tempesta non è passata. Infatti i Cds, titoli d’assicurazione contro il fallimento dell’emittente, sul debito egiziano hanno raggiunto i 475 punti base dai 472 di venerdì non appena l’agenzia di rating Moody’s ha ridotto il merito di credito del Cairo di un gradino (da Ba1 a Ba2) nel timore che la crisi politica allarghi il deficit di stato se il governo dovesse concedere una riduzione delle tasse per arginare il malcontento.
Le banche europee, nell’ordine francesi, inglesi e italiane, sono le più esposte nei confronti di un default egiziano ma con cifre relativamente modeste se comparate con i prestiti erogati ai paesi deboli dell’Eurozona. Diversi sono i dubbi su un futuro indebolimento dell’euro, spiegati ieri dal Wall Street Journal, a fronte della rimonta di valute rifugio come il franco svizzero e lo yen che, nonostante il declassamento del debito giapponese, ha registrato un apprezzamento nei confronti delle principali monete. “Il rischio di uno scenario caotico rimane elevato”, afferma in una nota Said Hirsh, analista per il Medio Oriente di Capital Economics. E’ infatti l’appettito per il rischio, l’ingrediente base per gli investitori, ad essere evaporato nelle rivolte d’Egitto.
8 febbraio 2011 Lascia un commento
A lanciare il sasso contro Facebook è ValleyWag: secondo il celebre sito, che parla attraverso la penna di Adrian Chen, il celebre social network ha fatto poco, pochissimo per le vicende dell’Egitto. Al punto da non meritarsi affatto il “grazie”, scritto in arabo, che il sito mostra nell’immagine qui riprodotta in testa.
28 gennaio 2011 1 commento
Contributi: ‘Ala Al-Aswani
Collana: Serie Bianca
Pagine: 176
Prezzo: Euro 14,00
27 gennaio 2011 Lascia un commento
7 gennaio 2011 3 commenti
7 gennaio 2011 1 commento
A 90 chilometri dal confine con il Sudan, tra la solitudine infinita del deserto orientale e il Mar Rosso più selvaggio, c’è Berenice. Un’Africa accarezzata dal vento, a due ore di strada da Marsa Alam, l’aeroporto internazionale più vicino, fino a qualche anno fa in mano ai militari e vietata ai turisti.
Finiva qui la via carovaniera che dall’antica Coptos, oggi Qena (poco più a nord di Luxor), attraversava in 12 giorni il deserto per portare coi cammelli le merci destinate ad Alessandria, alla costa araba e alle antiche Indie. La costa è una sfilata di baie incontaminate, con incastonata la riserva naturale di Wadi Gimal, una distesa di rocce multicolore e canyon. Alle spalle le montagne e le dune del Gebel Elma, davanti si aprono il mare e la barriera immersa in acque trasparenti e calde, coralli variopinti (e quindi vivi), tartarughe, delfini, pesci pagliaccio, napoleone, palla e barracuda.
Questo è l’ultimo Mar Rosso vergine, anch’esso riaperto al turismo dopo un lungo periodo di divieto. Un paradiso per appassionati di snorkeling e diving, ma anche una meta ideale per fare surf e kitesurf, grazie ai venti costanti tutto l’anno. Lungo la strada accampamenti di cammellieri, garitte di militari, unica presenza umana. Poi, il nulla, fino al Sudan. Per poco ancora. I tycoon del cemento non hanno perso tempo. E si sono accaparrati i 90 chilometri fino alla frontiera, dove è probabile che in qualche anno sorgano nuove Hurghada e Sharm.
Per ora si è immersi in un’atmosfera da ultima frontiera marina soggiornando nei due resort sulla baia di Lahami, il TClub Berenice, aperto l’anno scorso, e il Lahami Bay Beach Resort, oasi tra le dune, l’unico modo per godersi una vacanza qui. Anche se la prima impressione è deludente perché la sabbia è grigia e la bassa marea costringe a camminare con l’acqua alle caviglie per un centinaio di metri prima di riuscire a immergersi in una piscina naturale o nuotare lungo il reef. Ma basta infilarsi una maschera e un boccaglio per entrare in un paradiso naturale.
Le due strutture sono l’avamposto per andare alla scoperta di un territorio selvaggio. Il vero spettacolo è al largo, smarriti in una sinfonia di azzurro e blu. In mezza giornata, o un giorno intero, a bordo delle comode barche del Barakuda Diving Center si raggiungono gli spot più entusiasmanti, circa una trentina, labirinto di grotte e pinnacoli. Un caleidoscopio di colori, bassifondi turchese, smeraldo che non hanno nulla da invidiare alla Polinesia.
Come Sataya, più noto come Dolphin Reef, poche miglia a nord del grande promontorio di Ras Banas, lungo 3 chilometri e largo 200 metri, dove si passano ore nuotando in una laguna sabbiosa circondati da una colonia di un centinaio di delfini che si esibiscono in tortuose acrobazie. Ma si può anche prendere il largo per Sha’ab Maksur, un reef di forma allungata con la parete più ripida sulla costa sud, costellata di spaccature, alcionari viola e rossi, candelabri ocra dei coralli di fuoco tra cui nuotano le tartarughe. Mentre Sha’ab Claudio, a un’ora e un quarto di navigazione, è quasi un parco giochi per subacquei, con labirinti di corallo, canyon, spaccature e grotte illuminate da giochi di luce.
Sempre scegliendo tra le escursioni organizzate dai due resort di Berenice, si va con la jeep nel cuore del deserto orientale e si avanza tra sfilate di dune, wadi, accampamenti beduini dove si assaggia un profumato tè allo zenzero. Quando scende la notte, soprattutto se non c’è la luna, seduti in cerchio sui cuscini, circondati dalle montagne, si sorseggia il tè offerto dai beduini e si alzano gli occhi per guardare il Carro, si fruga il firmamento inseguendo una nebulosa, si vede sorgere Venere. Il tutto nel buio assoluto, senza l’inquinamento luminoso delle case. Succede affidandosi a Thomas Krakhofer, un astronomo austriaco che per conto dei due resort organizza l’Astrotour e punta una pistola laser verso il cielo per illustrare le costellazioni (www.astronomy-egypt.com).
Tratto da DOVE
4 gennaio 2011 Lascia un commento
4 gennaio 2011 1 commento
Sul problema dei copti in Egitto pubblico anche il link ad un articolo sicuramente ben scritto, ma da cui prendo le distanze in quanto non sono a sufficientemente a conoscenza dei fatti e credo che le versioni su questa storia siano talmente tante e talmente diverse che difficilmente si potrà mai arrivare alla verità! Pubblico il link solo affinchè ci si possa almeno in parte rendere conto del livello di esasperazione che raggiungono i temi religiosi in Egitto! In Italia certe cose non si potrebbero forse neppure pensare!!
LA VERITA’ SULLA GUERRA TRA CRISTIANI E MUSULMANI IN EGITTO….
GIACOMO GALEAZZI | |
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4 gennaio 2011 1 commento
26 dicembre 2010 Lascia un commento
Secondo le indicazioni fornite dal ministro, la compagnia elettrica nazionale acquisterà per 20 anni, come da contratto, l’energia prodotta dalle nuove centrali e la distribuirà ai consumatori sulla base di prezzi stabiliti dal governo. Attualmente l’Egitto è in grado di generare dalle fonti rinnovabili 25.000 MW e l’intenzione del governo è quella di raggiungere e sfondare quota 58.000 MW entro il 2027, mobilitando investimenti per 110 miliardi di dollari. Nello specifico, entro il 2020, il Governo egiziano prevede di ricavare dalle fonti rinnovabili, e in particolare dall’eolico e dal solare, il 20% dell’energia necessaria a coprire il fabbisogno del Paese.
23 dicembre 2010 Lascia un commento
23 dicembre 2010 Lascia un commento
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21 dicembre 2010 Lascia un commento
Anche se il Natale in Egitto viene festeggiato il 7 gennaio, le celebrazioni e i festeggiamenti durano da dicembre a gennaio, e sono caratterizzati da vari riti e usanze che rendono l’Egitto, e Il Cairo in particolare, una meta particolarmente attraente durante questo periodo dell’anno. In questo periodo non è difficile imbattersi in concerti di canti natalizi e di musica copta. Anche se in Egitto il Natale non è ancora diventato una festa commerciale come accade in Occidente, sarà comunque possibile acquistare doni nei moltissimi bazar natalizi. Se volete poi assaggiare un cibo tipico di questo periodo,assaggiate dei “lib”, ossia dei semi secchi che sono diventati quasi un simbolo di questo periodo di festa.
Il Natale in Egitto rimane però essenzialmente una festa religiosa, che si passa in famiglia e nelle guest house del Cairo ed ha il suo fulcro nella messa di mezzanotte, che sancisce la fine del periodo di digiuno. La celebrazione vede la partecipazione, nella cattedrale di San Marco, di personaggi eminenti, ed è seguita dai tradizionali incontri familiari durante i quali i bambini ricevono doni, qualche soldo e vestiti nuovi, e tutta la famiglia consuma insieme il pasto di Natale, chiamato “fatta”, un piatto a base di pane, riso, aglio e carne bollita. Al mattino poi si è soliti fare visita ad amici e parenti portando in dono il “kaik”, ossia un particolare tipo di biscotto, per continuare a festeggiate questo giorno in compagnia.
Il Cairo, e l’Egitto in generale, è un posto magico e affascinante, che stupisce ogni visitatore. Se vuoi vivere un’esperienza particolare, e festeggiare un Natale diverso da quello cui sei abituato, prenota subito uno dei tantissimi alberghi al Cairo!
11 dicembre 2010 2 commenti
7 dicembre 2010 2 commenti
25 novembre 2010 3 commenti
5 novembre 2010 2 commenti
Nakht e sua moglie adorano il dio Osiride- Dettaglio del libro dei morti
Immagine 1) Il sarcofago di Hunefer e la preghiera a Osiride
Immagine 2) La pesata del cuore: sull’altro piatto della bilancia una piuma
Immagine 3) Superate le prove Hunefer accede all’Aaru, il paradiso degli antichi egizi
12 ottobre 2010 2 commenti
IL PERNOTTAMENTO:
I PASTI:
Giorno 1: Cairo
Arrivo al El Cairo. Accoglienza e trasferimento alla stazione ferroviaria dalla quale si partirà per Edfu. Si viaggia in I classe, vagoni letto. Cena e pernottamento in treno.
Giorno 2: Edfu – Tempio di Horus / Isola di Fawaza
Colazione in treno. Arrivo alla stazione ferroviaria di Edfu. Visita del Tempio di Horus ad Edfu ed imbarco in felucca. Pranzo e inizio della navigazione verso Fawaza. Cena di benvenuto sull’Isola di Fawaza con briefing introduttivo al Corso, danze e musica tradizionale suonata con strumenti tipici dall’equipaggio. Barbecue in spiaggia e pernottamento.
Giorno 3: Villaggio El Ramadi – 1° giorno di corso
Meditazione e lezione. Colazione. Lezione.
Navigazione verso il Villaggio di El Ramadi, antico villaggio per lo più abitato da pescatori. Passeggiata tra le case costruite con fango e paglia. Sosta per il tè in una casa ospitatrice e rientro in felucca. Pranzo e navigazione verso Gebel al Selsela. Lezione e Meditazione.
Cena e pernottamento.
Giorno 4: Gebel el Selsela e Isola di Maniha – 2° giorno di corso
Meditazione e lezione. Colazione. Lezione.
Arrivo a Gebel el Selsela. Proprio in questo punto il Nilo si ristringe attraversando scogliere rocciose. Durante il nuovo impero il periodo Greco-Romano, migliaia di uomini lavoravano nelle miniere di Selsela per estrarre l’arenaria con cui si costruiva il Tempio. Visita del santuario scavato nella roccia dedicato a Horemheb deificato, e delle sette cappelle dedicate al Nilo. Dopo pranzo navigazione verso l’Isola di Maniha a circa 2 ore a nord di Kom ombo. Splendida isoletta in mezzo al Nilo con una spiaggia ideale per bagni e relax.
Lezione e Meditazione. Cena barbecue e pernottamento.
Giorno 5: Kom ombo, Isola di Herdiat e Aswan – 3° giorno di corso
Meditazione e lezione. Colazione. Lezione.
Navigazione verso Kom ombo. Arrivo e visita del Tempio tolemaico di Kom Ombo dedicato al Dio solare Haroeris e al Dio coccodrillo Sobek. Attualmente sono sempre visibili delle mummie di coccodrilli vicino al tempio dove sono stati allevati. Navigazione verso Aswan. Durante la navigazione sosta sull’Isola di Herdiat per relax e bagni. Si prosegue la navigazione fino a giungere in serata ad Aswan.
Lezione, Meditazione e consegna attestati. Cena e pernottamento.
Giorno 6: Aswan – Diga, Tempio di Philae, Obelisco, Isola di Isis
Colazione e sbarco dalla felucca. Visita di Aswan e dell’Alta Diga. Costruita tra il 1960 e il 1964 rappresenta un colossale sbarramento contro la dispersione della preziosa acqua del Nilo. Visita all’Obelisco Incompiuto e il Tempio di Philae, una piccola isola nel Nilo dedicata a alla Dea Isis che si trova a 7 km a sud di Aswan. Pranzo durante le escursioni. Dopo le visite sistemazione in albergo. Pomeriggio libero, possibilità di ricevere trattamenti e consulenza spirituale. Cena libera e pernottamento.
Giorno 7: Abu Simbel e Rientro al Cairo
Colazione in hotel. Partenza in auto privata per il Tempio di Abu Simbel dedicato al Faraone Ramsete. Il grande tempio di Ramsete è affiancato da un altro più piccolo, detto “della dea Hator” e dedicato alla sposa del faraone, Nefertari. Entrambe le costruzioni, scavate nella roccia, furono realizzate da Ramsete II. Rientro a pranzo. Pomeriggio libero, possibilità di ricevere trattamenti e consulenza spirituale. In serata trasferimento alla stazione ferroviaria. Partenza per il Cairo in vagoni letto I classe. Cena e pernottamento a bordo.
GIORNO 8: Cairo e rientro in Italia
Colazione in treno. Arrivo al Cairo e trasferimento all’aeroporto. Assistenza e partenza finale.
QUOTA A PERSONA: 1.355 euro
La quota include:
La quota esclude:
QUOTA ACCOMPAGNATORI, escluso il corso: 1.110 euro
Numero minimo partecipanti al corso: 2
Numero minimo partecipanti al viaggio: 4
Buona Vita!
www.paolasole.com – info@paolasole.com
skype: paolasole4 – Cell. +2 010 3972581
6 ottobre 2010 3 commenti
1 ottobre 2010 1 commento
SERVIZIO DI YASMINE PERNI
Il 70% delle registrazioni ha riguardato le donne. Per ragioni sociali, povertà, burocrazia e scarsa consapevolezza del diritto all’ identità, molte egiziane non richiedono mai una carta d’identità e spesso le bambine non vengono neanche registrate alla nascita. Il padre di famiglia, responsabile per la registrazione, preferisce risparmiare quei pochi soldi per il cibo e l’educazione dei maschi. Registrare le femmine ancora oggi non è una priorità in molte famiglie egiziane, specie nelle aree più povere del paese. Grazie al progetto invece sono stati emessi 128.000 documenti consentendo ai beneficiari, in prevalenza donne e bambine, di aver accesso a servizi pubblici di base come la sanità e la scuola, ma anche una carta che da’ diritto a sussidi alimentari e accesso a istituti di credito.
Grazie a questo progetto infatti circa 10.000 donne hanno ricevuto un microcredito, 16.000 accesso a servizi sanitari e 8.000 si sono potute iscrivere a scuola o a corsi di alfabetizzazione. In definitiva, finanziando l’emissione dei certificati di nascita e delle carte d’identità, il progetto ha permesso ai beneficiari il pieno inserimento nel sistema economico e sociale del paese.
Si è ottenuto anche un altro risultato in sede parlamentare. E’ stato approvato un emendamento alla Legge sull’Infanzia che include come diritto del bambino l’obbligo per i genitori della registrazione della nascita. Ma la legge ora permette anche alle madri non sposate di poter registrare i propri figli, cosa che prima non era possibile. In passato, peraltro, se il padre era sconosciuto i figli non avevano diritto a documenti e quindi rimanevano persone senza identità, senza diritto alla scuola, senza diritto ai servizi sanitari e senza i sussidi alimentari assegnati dal governo ai poveri.
Alla conferenza hanno partecipato il direttore della Cooperazione Italiana con l’Egitto Elisabetta Belloni, l’Ambasciatore d’Italia Claudio Pacifico, il ministro della famiglia egiziano Muchira Khattab e vari funzionari del Governo egiziano. Presente anche il ministro italiano per le pari opportunità Mara Carfagna. Al timone dell’iniziativa è stato soprattutto il ministro Khattab che si è battuta con determinazione per ottenere il diritto all’identità e l’obbligo della registrazione delle nascite. E’ stato inoltre approvato un nuovo accordo tra il Cairo e Roma che prevede l’estensione del progetto al governatorato di Fayoum, grazie ad un’ulteriore finanziamento di un milione e mezzo di euro che renderà disponibile la Cooperazione Italiana. Nena News
28 agosto 2010 2 commenti
21 agosto 2010 3 commenti
Le dimore eterne di Assiut e Gebelein
Egitto mai visto, mostra allestita nel complesso dei Musei San Domenico, presenta circa 400 reperti, tutti provenienti dai depositi del Museo Egizio di Torino e da poco esposti al pubblico. Il percorso espositivo ruota intorno ad uno straordinario nucleo di sarcofagi a cassa in legno stuccato e dipinto con iscrizioni che tramandano formule d’offerta e rituali funerari magico-religiosi.
I sarcofagi, alcuni dei quali contengono ancora la mummia, sono arricchiti da tutti gli elementi del corredo funerario che accompagnavano il defunto e attraverso i quali oggi possiamo ricostruire le loro storie e quelle delle loro famiglie: vasi, poggiatesta, specchi, sandali, bastoni, archi e frecce, cassette in legno, modellini di animali, barche con equipaggi, modelli di attività agricole e artigianali.
Dopo un accurato lavoro di studio e di restauro, è finalmente possibile per tutti rivivere l’esperienza e le emozioni delle straordinarie scoperte fatte, tra il 1908 e il 1920, dal grande egittologo Ernesto Schiaparelli in una grande mostra già allestita nel Castello del Buonconsiglio a Trento e nella Villa Genoese Zerbi di Reggio Calabria e che ora arriva a Forlì.
Nei primi anni del ‘900 Ernesto Schiaparelli (1856 – 1928) era il direttore del Museo Egizio di Torino e della Missione Archeologica Italiana, impegnata nelle campagne di scavo nella valle del Nilo. L’esplorazione scientifica era ormai subentrata alla ricerca dei collezionisti e stava portando alla luce nuovi contesti come quelli delle comunità neolitiche che avevano preceduto l’età delle piramidi. Erano impegnate in Egitto le maggiori potenze europee e gli Stati Uniti, ma uno straordinario apporto alle nuove scoperte scientifiche è dovuto proprio alla missione italiana, nonostante la scarsa dotazione di mezzi di cui disponeva nel contesto politico e sociale postunitario.
Nelle necropoli di Assiut e Gebelein la Missione aveva portato alla luce straordinarie sepolture, ricche di testimonianze della vita sociale e del contesto culturale di una provincia del Medio Egitto fra il 2100-1900 a.C.
Oggi a distanza di quasi 100 anni, dopo un accurato lavoro di studio e di restauro, è finalmente possibile per tutti rivivere l’esperienza e le emozioni di quelle straordinarie scoperte, effettuate fra il 1908 e il 1920 dalla Missione Archeologica Italiana.
Nella mostra sono finalmente esposti al pubblico quei materiali archeologici rimasti per molti anni nei depositi del Museo Egizio. Anche con l’ausilio di fotografie originali, possiamo tornare virtualmente nei due capoluoghi di provincia nell’Antico Egitto dove il deserto ha custodito per 4.000 anni i segreti della vita quotidiana e della vita nell’aldilà.
L’esposizione ruota intorno ad uno straordinario nucleo di dodici sarcofagi a cassa in legno stuccato e dipinto con iscrizioni che tramandano formule d’offerta e rituali funerari magico-religiosi. In molti casi grazie alla lettura dei geroglifici è possibile svelare i nomi di questi uomini e donne appartenuti alla classe media, amministratori e piccoli proprietari terrieri, vissuti nel Medio Egitto intorno al 2000 a.C.
I sarcofagi, alcuni dei quali contengono ancora la mummia, sono arricchiti da tutti gli elementi del corredo funerario che accompagnavano il defunto e attraverso i quali oggi possiamo ricostruire le loro storie e quelle delle loro famiglie: vasi, poggiatesta, specchi, sandali, bastoni, archi e frecce, cassette in legno, modellini di animali, barche con equipaggi, modelli di attività agricole e artigianali. Dall’osservazione di tutti questi materiali emerge la sorprendente capacità degli artigiani egiziani nella lavorazione del legno, che fece di Assiut uno dei centri dove fu raggiunto il massimo livello di espressione artistica alla fine del Primo Periodo Intermedio.
Sono esposte circa 40 pareti di sarcofago con geroglifici incisi e dipinti e 10 stele recentemente restaurate, che svelano i segreti della scrittura geroglifica e permettono di conoscere le credenze funerarie e le principali divinità del pantheon egiziano.
Il progetto scientifico e la cura della mostra è dovuta ad Elvira D’Amicone e Massimiliana Pozzi Battaglia, della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie e della Società Cooperativa Archeologica. Il suggestivo allestimento è progettato da Costantin Charalabopoulos.
La visita in mostra può avvalersi di un articolato progetto didattico, curato da Giovanna Gotti e Federica Scatena, che comprende un ampio apparato di testi in mostra, la possibilità di visite guidate e laboratori progettati per le scuole e un servizio di audioguide per singoli visitatori.
19 agosto 2010 3 commenti
18 agosto 2010 Lascia un commento
17 agosto 2010 Lascia un commento
(Clicca sulla cartina per ingrandire l’immagine)
16 agosto 2010 2 commenti
Per chi dalla propria vacanza vuole qualcosa di più della spiaggia e dell’ombrellone, ecco una proposta di viaggio che prevede una full immersione nella realtà egiziana.
Lussi e comodità vengono abbandonate per preferire il contatto con le popolazioni locali, per capire le difficoltà di chi veramente fatica a campare, per conoscere dal vivo i progetti di un’organizzazione che fa della solidarietà la sua bandiera.
Da questo genere di viaggi si torna generalmente con poca abbronzatura e con molto arricchimento. I ricordi saranno i sorrisi delle persone incontrate più che i pesci della barriera. Un modo diverso di trascorrere le proprie vacanze
Un viaggio di turismo responsabile incredibilmente ricco di opportunità per entrare in contatto con le persone che abitano i suggestivi luoghi in cui ci fermeremo e per fare un pezzo di strada insieme.
Al Cairo incontreremo i volontari del COSPE – Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti, ed un gruppo di artigiani che hanno aderito al programma “Marketing Link“, nato con l’obiettivo di sostenere e rafforzare gli artigiani egiziani nello sviluppo della loro produzione e delle loro capacità imprenditoriali. Visiteremo l‘Egypt Crafts Center/Fair Trade Egypt, creato per fornire ai produttori anche un canale di marketing e di vendita, regolato secondo i principi del commercio equo e solidale. Con il progetto si è cercato di preservare la ricchezza culturale egiziana, i modi di produzione e di favorire l’uso di materie prime naturali nella produzione.
Sempre al Cairo, conosceremo anche APE – Association for the Protection of the Environment, che si occupa di educazione e assistenza nel quartiere di Moquattam, abitato dagli Zabaleen, i “raccoglitori di rifiuti”.
Durante il nostro incantevole soggiorno all’oasi di Siwa, saremo spesso accompagnati dai volontari dell’associazione Native Siwan Association for Tourist Services and Environment Protection (NSA), fondata per aiutare i Siwani ad avviare piccoli progetti ed attività nel settore del turismo sostenibile che contribuiscano a preservare le tradizioni culturali e la bellezza dell’ambiente del deserto e a migliorare le condizioni di vita.
Ancora a Siwa, SCDEC – Siwa Community Development and Environmental Conservation, un’ONG locale che rappresenta al suo interno tutte le tribù della società siwana e lavora a beneficio della comunità su diversi fronti: sviluppo e marketing di prodotti agricoli, micro-credito, supporto alle donne in attività generatrici di reddito, formazione ed educazione sanitaria.
PROSSIMA PARTENZE PREVISTE:
30/10/2010
28/11/2010
3/12/2010
Durata 10 giorni – Prezzo 1260 volo escluso – Disponibilità attuale 10 posti
VIAGGI SOLIDALI
C.so Regina Margherita, 205/a Torino
info@viaggisolidali.it tel 0114379468
11 agosto 2010 1 commento
Abu Simbel è una località situata sulle sponde del Nilo, nell’Egitto meridionale, a sud dell’odierna Assuan. Intorno al 1250 a.C. il faraone Ramesse II fece costruire diversi templi, tra cui due particolarmente importanti, scavati nella roccia. L’interno del tempio maggiore, dedicato alle divinità di Eliopoli, Menfi e Tebe (Ra, Ptah e Ammone), è profondo oltre 55 m ed è formato da una serie di ambienti e di camere che conducono al santuario.
Grazie all’orientamento del tempio, due volte all’anno i raggi del sole nascente penetrano a illuminare le statue degli dei Ra-Harakhty, Ramesse e Amon-Ra, lasciando in ombra quella di Ptah. Sulla facciata si ergono quattro statue colossali (di oltre 20 metri di altezza) che rappresentano Ramesse deificato. Tra i numerosi rilievi, una serie raffigura la battaglia tra egizi e ittiti a Kadesh; frequenti pure le iscrizioni, di notevole interesse storico, come quelle che mercenari greci incisero sulla base di due statue di Ramesse nel VI secolo a.C., annoverate tra i più antichi esempi di scrittura greca. Il tempio minore, dedicato alla regina Nefertari e alla dea Athor, presenta sulla facciata statue del faraone e della sua famiglia.
I templi, che si annoverano come i più importanti monumenti dell’antica Nubia, rimasero sconosciuti al mondo occidentale fino al 1812, quando furono scoperti dall’esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt. Nel 1964 fu intrapreso un progetto internazionale per salvarli dall’inondazione del lago Nasser, il bacino che si sarebbe creato dalla diga di Assuan: con una colossale operazione archeologica e ingegneristica promossa dall’UNESCO, cui presero parte anche tecnici italiani.
I templi furono tagliati in blocchi e ricostruiti nel 1968 su un’altura a 64 metri sul livello del mare salvandoli in questo modo dall’inondazione
11 agosto 2010 Lascia un commento
Come forma di rispetto per tutti gli amici musulmani comincerò i post odierni con alcuni articoli inerenti il Ramadan, sperando in questo modo di contribuire a far avvicinare di più le nostre culture.
Scoprire altri modi di vivere e di pensare è una maniera per conoscere meglio se stessi
10 agosto 2010 Lascia un commento
FONTE DIEGO NERI PER IL GIORNALE DI VICENZA
Cosa fareste se vi trovaste a qualche migliaio di chilometri da casa, in un altro continente, dove parlano una lingua che non conoscete e dove non avete un letto per dormire? È quanto si sono chiesti otto vicentini, fortunatamente tutti adulti, che per qualche giorno sono rimasti dispersi nel mar Rosso.
La vicenda che vede per protagonisti tre coppie di Vicenza, con la figlia di uno di loro con il suo fidanzato, rientra a pieno titolo nella categoria delle vacanze rovinate che purtroppo annovera anche quest’anno numerosissime vittime in provincia.
Il gruppo aveva prenotato il viaggio aereo in agenzia, mentre la sistemazione in un albergo di Hurghada l’aveva acquistata su internet. Quando sono scesi dall’aereo, gli otto hanno comprato i biglietti di un autobus con destinazione la splendida località marina. Giunti in paese, hanno iniziato a cercare l’albergo ma in base a quanto hanno poi riferito un hotel con quel nome all’indirizzo che avevano non esisteva. Non solo: al numero di telefono che si erano annotati non ha mai risposto nessuno. Preoccupati, si sono rivolti ad un comando di polizia ma non sono riusciti a venire a capo del mistero, e a quel punto hanno iniziato a cercare una sistemazione per la notte. Le uniche che hanno trovato erano in alberghi molto lussuosi e altrettanto costosi, che hanno inizialmente rifiutato salvo accettare, almeno per la prima notte, di pagare una sorbola pur di non dormire all’addiaccio.
La mattina dopo hanno ripreso le ricerche, senza esito, dell’hotel fantasma (avevano già versato una cospicua caparra). Alla fine hanno deciso di trascorrere il resto delle vacanze in un albergo lontano dal mare a prezzi accessibili, ma alla fine hanno pagato comunque una cifra extra rispetto al budget fissato. Sono rientrati regolarmente ieri in Italia.
10 agosto 2010 Lascia un commento
Come sapete passo molto tempo a leggere, a spulciare in internet per trovare informazioni e notizie ghiotte da dare in pasto a voi, miei affamati lettori (sempre in aumento, grazie!!)
A volte leggo resoconti penosi, roba non pubblicabile! (a meno di non rinunciare in breve a molti di voi!)
A volte invece leggo resoconti carini, ben fatti, senza particolari pretese, ma capaci di trasmettere qualcosa! Non sempre si può parlare di massimi sistemi, a volte credo che anche leggere delle semplicissime riflessioni di chi commenta solo un’esperienza, possa essere utile!Eccovi quindi delle belle (a mio parere) riflessioni su Dahab
9 agosto 2010 Lascia un commento
Nella foto un tappeto da preghiera
Per capire come vivono il Ramadan i beduini del Sinai, mi sono rivolto a Paola.
Vi ho già parlato di lei nei giorni scorsi a proposito delle discipline olistiche, il suo lavoro. Ma Paola è una persona assolutamente al di fuori dagli schemi. Si è trasferita a Sharm attratta dal deserto, dalla cultura delle popolazioni che vivono nel deserto del Sinai e col tempo ne ha ottenuto fiducia e reciproca simpatia. Attraverso Paola si effettua un vero e proprio scambio culturale. Ogni tanto lei si stacca dalla realtà di Sharm per trascorre qualche giorno con i suoi amici beduini, condividendone tempi e ritmi, apprendendone la cultura e assimilandone le tradizioni.
Nessuno meglio di lei quindi potrebbe descriverci come vivono il Ramadan queste popolazioni che pur vivendo a pochi chilometri dai resort per turisti, sono ai più assolutamente sconosciuti. Vivono nella calma e nel silenzio la loro semplice esistenza, fieri delle loro tradizioni, lontani dal consumismo e ancora capaci di gioire delle piccole cose. Siamo sicuri di essere più civili di loro?
Eccovi quindi la testimonianza di Paola
Il vero significato della parola Ramadan spesso sfugge agli occidentali e agli appartenenti a religioni diverse da quella musulmana.
Ramadan è il decimo mese del calendario arabo ed è il mese dedicato alla Purificazione. Il mese in cui viene seguita una disciplina di preghiera e di vita più sentita, più spirituale e anche un pochino più ligia.
Secondo l’Isam i fedeli dovrebbero dedicarsi alla purificazione del corpo e dell’anima. Ed è per questo, che per un’intera fase lunare, dal sorgere al tramonto, il musulmano si astiene dal bere, mangiare, fumare, fare pensieri e azioni impure.Un voto a Dio, un dono alla sua benevolenza e perdono.
Il mese del Ramadan rappresenta anche un’occasione per le famiglie di sanare piccoli e grandi dissapori, per gli amici ritrovarsi nel cuore e tendere una mano verso l’altro.La beneficenza è prevista dal Corano, che invita tutti ad aiutare i poveri e i bisognosi.
Naturalmente, con questi precetti di digiuno e astinenza dall’alba al tramonto, la vita slitta in quasi la sua totalità.Questo avviene in modo particolare presso le tribù Beduine che vivono ancora in stretto contatto con la natura.
Il Ramadan inizia quando la prima falce della luna nuova appare in cielo (e che cielo!). Sin da quel primo momento, la vita per un mese assumerà un sapore diverso. Ci si corica all’alba, dopo una cena leggera e la preghiera, e si dorme il più a lungo possibile, cercando di ignorare i sempre più caldi raggi del sole. Chi è impegnato in un’attività lavorativa è un po’ meno fortunato, ma può godere di una lunga pausa nelle ore più calde.
Nelle tende e nelle casette in muratura si svolgono le normali attività di pulizia e accudimento di bambini e animali.
Prima del tramonto le donne iniziano a preparare la colazione, che si chiama Iftar, prevalentemente costituita da una deliziosa bevanda a base di latte e datteri che si chiama “tamr el laban”. Segue la preghiera e la cena a base di carne di capra o pollo, accompagnata da riso e verdure.
Gli ingredienti della cucina del deserto sono piuttosto limitati rispetto a quella mediterranea, ma i metodi di cottura tradizionali e la varietà delle ricette li valorizzano al massimo.
Dopo aver mangiato ci si riunisce accanto al fuoco e la vita sociale ha inizio, chi chiacchiera, chi suona, chi danza, chi, in disparte, prega.
Le famiglie si incontrano e si fanno reciprocamente visita donandosi dolcetti che verranno gustati insieme al buonissimo the beduino sapientemente aromatizzato con le erbe del deserto.
Durante il Ramadan, interi gruppi familiari si spostano anche per molti chilometri, per fare visita ai parenti più lontani e a quelli che vedono meno frequentemente. E’ una festa per tutti, un ritrovo e un’occasione, come dicevamo, per stringersi la mano.
Un’ora prima della preghiera dell’alba, il muezzin, con quello che a noi sembra un canto, informa che il sole sta compiendo il suo tragitto e che presto sorgerà. Iniziano i preparativi del pasto fatto per affrontare la giornata che verrà consumato prima della preghiera. Dopo è di nuovo tempo di sistemare i tappeti, stendere le coperte al suolo, e coricarsi cullati dal tepore della terra.
Per un intera fase lunare si vive con lentezza, coltivando interiormente la sensazione di pace, praticando il digiuno e la fratellanza durante le lunghe giornate scandite dalle preghiere e dal sole.
Così come è iniziato, il Ramadan termina al sorgere del primo spicchio di luna lasciando “la scena” ad una grande festa, Eid el Fetr, che per tre giorni celebrerà la ritrovata purezza del cuore.
8 agosto 2010 Lascia un commento
5 agosto 2010 1 commento
4 agosto 2010 1 commento
Se vi dicessi che nel giro di 10 anni tra Hurgada e Il Cairo verranno create dal nulla 5 nuove isole sulle quali sorgeranno 5 cittadine capaci di ospitare 150mila persone, non vi viene in mente le famose palme di Dubai? Il Mar Rosso reggerà questo ciclopico complesso? Probabilmente si se verranno prese adeguate misure protezionistiche. Certo, un deterioramento sarà inevitabile, ma business is business e l’Egitto deve puntare sempre più sul turismo. D’altra parte in Sinai già oggi la ricettività alberghiera è sicuramente più elevata e nessun piano regolatore ne protezionistico è mai esistito. Ma partiamo dall’inizio, da come ho scoperto di questo impressionante progetto di cui ancora non ha parlato nessuno (credo di aver fatto uno scoop!!! eheheh)
Jumeirah Group, nota società alberghiera con sede a Dubai, ha firmato un accordo per la gestione di un nuovo complesso da sogno in Egitto. L’intesa è stata sottoscritta con PHD) uno dei migliori sviluppatori immobiliari della terra dei Faraoni, per il Gamsha Bay Resort, un 5 stelle lusso ospitato nel Palm Gamsha, sul Mar Rosso, circa 40 chilometri a nord di Hurgada e facilmente raggiungibile da Il Cairo.
L’impianto ricettivo si compone di 250 camere, in una comunità integrata fatta di 5 isole artificiali a forma di cavalluccio marino, più altre 15 isolette più piccole, destinate a resort privati, non molto lontane dall’aeroporto di Hurghada. Gli ospiti potranno usufruire delle attrazioni turistiche della regione e di molte attività per lo svago: dal trekking al golf, passando per i safari nel deserto e le visite dei siti archeologici.
Palm Gamsha??? Mai sentito. Piccola ricerca e ecco la notizia bomba!
Sono previsti oltre 55 mila nuovi alloggi tra ville e appartamenti. Si parla di un investimento di 15 miliardi di dollari!!!! Il progetto prevede lo sviluppo di ben 5 città a tema mediterraneo, che si fondono con naturalezza nello splendido paesaggio egiziano. Uno dei più grandi progetti mai concepiti che vuole creare un paradiso del lusso, destinato, però, a tutti. Non solo quindi una semplice casa vacanza, o una nuova meta turistica, ma la volontà di diventare il punto di riferimento dell’Egitto stesso con tutte le attrazioni sportive, ricreative, turistiche che si possono offrire. Un progetto di sicuro fascino per gli italiani che hanno sentito sempre come una seconda casa l’Egitto e il suo mare, i suoi fondali e i suoi paesaggi naturali. Un nuova concezione di casa vacanza e di investimento all’estero: Gamsha Bay. Lo splendore dell’Egitto che ritorna. Tempi di realizzazione previsti: 10 anni
3 agosto 2010 Lascia un commento
Non avendo mai visto personalmente Marsa Alam, mi devo basare sulle considerazioni di chi ci è stato! E che posta sui vari blog impressioni e considerazioni! Tra la marea di vaccate che leggo, ogni tanto leggo qualcosa di intelligente e ben fatto e condivido con voi!
3 agosto 2010 Lascia un commento
Se amate le atmosfere medio-orientali e volete una vacanza sul mare ma cercate qualcosa di più intimo e selvaggio di Sharm el Sheik e Mars Alam, allora la vostra meta ideale è Taba sul Mar Rosso. La città di Taba sorge all’estremità del Golfo di Aqaba, di fronte alla penisola arabica, al confine tra Israele e l’Egitto, nel punto di incontro tra tre contienti, Europa, Africa e Asia. Un posto incantato dove il deserto e antiche catene montuose color granito (tra le quali spicca il monte Sinai) si gettano in un mare turchese che custodisce una delle barriere coralline meglio conservate della costa egiziana.
Taba, per la sua posizione strategica, nei secoli è stato un crocevia delle carovane di pellegrini ancora oggi conserva importanti tracce delle varie popolazioni che da qui sono passate. Intorno al centro abitato, nel deserto del Sinai, sorgono ancora oggi diversi accampamenti di beduini.
L’Isola del Faraone: si tratta di un’isola di granito che si trova a pochi chilometri di distanza da Taba, circondata da una splendida barriera corallina. Qui nel XII secolo venne costruita la fortezza di Salah al Din. Era qui infatti che il califfo Saladino aveva posto la sua base per il controllo dei commerci e dei pellegrini diretti alla Mecca.
Il canyon colorato: a circa 70 chilometri da Taba gli appassionati di trekking e natura potranno concedersi una passeggiata nel Canyon CoLorato: un labirinto di sentieri scavato nella roccia arenaria fatto di sfumature che vanno dal viola al rosa al giallo al blu che riportano affascinanti fossili marini.
2 agosto 2010 Lascia un commento
2 agosto 2010 Lascia un commento
Si, è vero, oggi è un grande centro turistico, uno dei più attrezzati della costa sud orientale della penisola del Sinai, ma non ha per questo perso il suo carattere interessante che riesce a mixare mare, bellezze naturalistiche e testimonianze a livello storico di notevole importanza. Dahab, che in arabo ha il significato di oro, non si vive quindi soltanto in pareo o in costume, in uno scandire di ore in pieno relax, ma colui che ama invece conoscerne i dintorni di certo non resterà deluso. In ogni caso, chi ha deciso di rimanere a poltrire tra sdraio e sabbia, lasciandosi abbronzare dai raggi solari, non può non scegliere la spiaggia del villaggio beduino di Assalah, dove non mancano anche ristoranti, negozi e bar in cui provare a fumare il famoso narghilè, ascoltare musica a palla o gustare il più delicato sapore del tè alla menta. La città è frequentatissima, poi, dagli amanti del windsurf e, negli ultimi tempi, infatti, si sono moltiplicati i centri che propongono corsi, uscite organizzate o noleggiano l’attrezzatura adatta a questo tipo di disciplina. I più temerari possono provare anche il cosiddetto Kamikaze, con il vento che alza le onde anche di tre metri.
Pure gli appassionati delle più tranquille immersioni, però, potranno eleggere questo luogo come meta ideale per le proprie vacanze, grazie soprattutto al Blue Hole, una depressione sottomarina di circa cento metri di profondità. Nel frattempo molti centri diving dell’area, si sono anche preparati a proporre ai clienti un’esperienza davvero unica, che porta il nome di safari subacqueo. Una carovana di dromedari, infatti, parte proprio dal Blue Hole spostandosi lungo la spiaggia deserta, per arrivare al parco nazionale di Ras Abu Gallum. Dentro questa zona, quindi, viene allestito un campo tendato che costituisce la base per molte immersioni.
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2 agosto 2010 Lascia un commento
La cura del corpo era molto importante per gli antichi egizi.
Essi utilizzavano creme, unguenti e profumi per ammorbidire e profumare la pelle.
Le donne si schiarivano la pelle con un composto cremoso ricavato dalla biacca, disponibile in colori diversi, dalla più pallida alla più ambrata generalmente destinata alle labbra.
Evidenziavano il contorno degli occhi con il kohl nero o verde, rispettivamente estratti dalla golena e dalla malachite.
Le unghie venivano tinte così come le palme delle mani e dei piedi e a volte anche i capelli con una pasta a base di hennè.
Utilizzavano specchi, pinzette per la depilazione e attrezzi per la manicure.
I profumi (utilizzati da uomini e donne come le creme), venivano estratti da fiori, fatti macerare e pigiati. Tutte le essenze odorose avevano nel dio Shesmu il loro protettore. Venivano prodotti in laboratori associati ai templi e conservati in vasetti di pasta vetrosa, la faience.
2 agosto 2010 Lascia un commento
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31 luglio 2010 Lascia un commento
31 luglio 2010 Lascia un commento
Un bellissimo documentario di Voyager, straordinaria trasmissione della Rai condotta da Roberto Giacobbo.
Vengono presentate con dovizia di particolari le affascinanti teorie proposte da Robert Bauval, il quale sostiene che le piramidi e la sfinge siano state costruite in base a particolari allineamenti con le stelle, in special modo le stelle della cintura di Orione. La sua teoria è stata presentata nel 1994 nel best seller “Il Mistero di Orione”.
Molto interessante e convincente, anche se le sue teorie non vengono per ora accettate dall’egittologia ufficiale. Nasce la professione di Archeoastronomo, ossia lo studioso che studia la posizione che le stelle avevano nel passato.
Il filmato completo è composto di 6 parti. Al termine di ogni sezione appare direttamente la finestra che ti permette di vedere la parte successiva.
Come sempre, buona visione!
30 luglio 2010 Lascia un commento
Dal 22 al 25 novembre, incontri d’affari al Cairo e visita al distretto industriale di Alessandria d’Egitto per le imprese dei settori edilizia e costruzioni, agroalimentare, ittico e blue economy (gestione responsabile e sostenibile delle risorse marine). La missione è organizzata da Promos, in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana in Egitto, Regione Lombardia e con il patrocinio di Unioncamere.
30 luglio 2010 Lascia un commento
Se le prenoti dall’Italia avrai una cosa in meno da fare quando arrivi a Sharm!
Ecco perchè vi consiglio di prendere contatto prima di partire dall’Italia con uno dei diving più conosciuti di Sharm e certamente uno di quelli gestiti con simpatia e divertimento ma senza mai dimenticare professionalità e serietà soprattutto quando si parla di sicurezza.
E credo sia impossibile trovare un’offerta più conveniente di quella che fanno loro!
Tenetevi forte, questa è la loro offerta:
5 giorni in barca full day
2 immersioni complete al giorno
pasti a bordo
alla cifra di 220 euro!!!!!!
E in più non dovrete andare al porto di Sharm per imbarcarvi dato che il Sharm Diving utilizza il pontile privato di un famoso resort di Sharm! Non è cosa da poco credetemi! Quando sarete al porto in attesa che si smaltisca la coda di centinaia di sub che attendono il loro turno di salire in barca capirete a cosa mi sto riferendo!
E in effetti la loro strategia punto tutto sulla disponibilità e sulla simpatia, sempre presenti e mai a discapito della sicurezza. Contattate PierPaolo su Facebook o direttamente alla sua casella di posta elettronica per prenotare le vostre immersioni e non rischiare l’over booking. I loro posti non sono illimitati e soprattutto in questa stagione è bene prenotarsi con una mail!
Potete anche dare un’occhiata al sito del Sharm Coast Diving in modo da immergervi virtualmente prima di tuffarvi nelle acque del meraviglioso Mar Rosso
Tra l’altro proprio in questi giorni PierPaolo ha incrociato ripetutamente lo squalo balena, confermando una volta di più che la sua fortuna quando si immerge non ha confini! Sta poco alla volta diventando una leggenda e noi abituè di Sharm lo prendiamo in giro ma sotto sotto lo invidiamo perchè veramente ha un culo (scusate il termine!) veramente impressionante!
Per carattere sono molto restio a parlare in questo blog di amici, ma quando sono poporio gli amici ad avere il miglior rapporto qualità prezzo, offrendo la migliore qualità al prezzo più basso, parlarne è inevitabile! E sarebbe sciocco oltre che ingiusto penalizzare il più bravo solo perchè è anche un amico!!!
Guardate il loro sito, confrontate, pensate all’imbarco senza andare in porto, pensate alle tariffe e alle attrezzature di cui dispongono.
Pensate al fatto che le barche che utilizzano per portarvi sui siti di immersione sono di loro proprietà e non di piccole realtà locali con problemi di vario genere, pensate al fatto che avrete guide che parlano italiano, e poi decidete! Io non ho dubbi!
Per ora mi limito a darvi un consiglio, nei prossimi giorni con un po’ di calma parlerò meglio e più diffusamente di questo diving, perchè veramente lo meritano!
E nell’attesa vedremo se la fortuna di PierPaolo si conferma anche in questa stagione!