RIAPRE ANCHE IL CLUB MED DI EL GOUNA

Con lo stabilizzarsi della situazione in Egitto e in Tunisia e sull’onda delle riaperture di entrambe le destinazioni da parte dei principali tour operator, anche Club Med si è rimesso in moto. Dopo aver riaperto il Villaggio a 3 Tridenti di Djerba La Douce, in Tunisia, e il Resort a 4 Tridenti di Sinai Bay, in Egitto, annuncia la prossima riapertura anche del Villaggio a 3 Tridenti di El Gouna, la seconda struttura egiziana dell’operatore.

Situato nel Golfo di Gabes, nel sud-est della Tunisia, il Villaggio La Douce, aveva chiuso i battenti lo scorso 16 gennaio e poco più di un mese dopo, il 26 febbraio, la sua riapertura è stata anche l’occasione per pubblicizzarne la recente ristrutturazione in versione più haut de gamme, ma sempre attenta alle esigenze di grandi e piccini con tutta una serie di servizi e attività di intrattenimento.

In Egitto, dopo la chiusura di entrambe le strutture Club Med il 1° febbraio, l’operatore ha disposto il 26 febbraio la riapertura del Villaggio a 4 Tridenti, con spazio a 5, di Sinai Bay, struttura da scegliere se, oltre alle acque del mar Rosso, si è interessati a più avventurose escursioni verso il deserto. La riapertura del Villaggio a 3 Tridenti di El Gouna, a nord di Hurghada, è prevista invece per il 19 marzo.

DOMENICA SCORSA GRANDE MANIFESTAZIONE A NAAMA BAY!!!

WE LOVE EGYPT

Questo è il nome che gli organizzatori hanno dato alla manifestazione che si è svolta ieri nella main street di Naama Bay!
Un forte segnale al turismo, per far capire una volta per tutte che il turismo a Sharm è più forte di prima, che nulla è cambiato nelle strutture anche se tutto è cambiato nello spirito e nell’animo degli egiziani!

Appuntamento all’inizio della strada pedonale alle 14:00 e poi una lenta marcia fino al market Panorama di fronte al quale era stato montato un palco!

Sono arrivati a Naama con tutti i mezzi possibili e immaginabili!! Cammelli e quad, go kart e moto, Hammer e biciclette, l’importante era esserci.

Atmosfera festosissima, clacson a manetta e sbandierate con la bandiera dell’Egitto.

Questa folla festante ha proceduto lentamente fino al palco dove si sono alternati cantanti e gruppi folcloristici.

Alle 18:00 tutti al lavoro, ad aspettare i turisti che rientravano dalle spiagge (quei pochi che ci sono!)

Una festa fatta dagli egiziani per gli egiziani, per la quale va fatto un grande plauso agli organizzatori anche se una critica la devo muovere! Mi ha dato molto fastidio essere trattato da privilegiato in quanto straniero! E mi spiego. Le magliette venivano regalate e per averle c’era da fare una bella coda. Ma in coda c’erano solo gli egiziani, i turisti e gli stranieri saltavano la coda! Questo non mi è sembrato giusto! Era la loro festa, perchè anche in questa occasione devono essere messi in secondo piano? Perchè noi europei non siamo stati messi in fila con gli altri?? Mi ha dato fastidio anche se ho beneficiato della cosa!
Ma anche se a me dava fastidio, per loro era normale! Nessuno diceva nulla vedendo che noi europei andavamo in cima alla fila e avevamo subito la maglietta! Ci sono ancora tantissime cose che devono cambiare in Egitto, anche la considerazione che questo popolo ha di se stesso! Lo meritano!!!

Questo slideshow richiede JavaScript.

TI PIACE IL TEXAS HOLDEM???? LEGGI QUI E DIFFONDI!!!!

L'ingresso dell'Aladin Casinò

Negli scorsi giorni ho avuto occasione di passare un paio di serate divertendomi a giocare a Texas Holdem all’Aladin Casinò del Domina Coral Bay.

Approfittando della carenza di turisti di questi giorno anche il il Signor Riccardo Torre, responsabile del casinò, si è dilettato con questo splendido gioco. Eravamo proprio di fronte e così abbiamo potuto conoscerci meglio anche se in realtà avevamo già chiacchierato più volte del più e del meno

La sua grande disponibilità e il suo desiderio di appoggiare ogni tipo di iniziativa, lo ha spinto ad accettare una proposta che da tempo volevo fargli ma che in realtà non avevo mai avuto occasione di portare avanti seriamente.

L’idea è semplicissima: organizzare una settimana nella quale far venire giocatori dall’Italia per giocare dei tornei di Texas Holdem.

Ma il target dei giocatori non deve necessariamente essere elevatissimo, ne siamo alla ricerca di campioni (questo è un altro discorso e appena avrò l’ok da Mr. Riccardo ve ne parlerò per primo!!)

L’idea è quella di coinvolgere una quarantina di persone, per giocare un torneo ogni sera con il buy-in a solo 50+10 euro.
Non giocatori professionisti, ma giocatori che giocano fondamentalmente per divertirsi, per passare delle serate diverse!

Ero uno delle migliaia di giocatori che un paio di anni fa si divertivano a giocare nelle sale gioco delle nostre città, finchè qualche cervellone ha deciso che il Texas è un gioco di azzardo. Non le slot machines o il gratta e vinci, il Texas!!

E siccome la passione in Italia non è assolutamente passata (prova ne è il successo che ha la trasmissione PokerUnoMania di Italia uno!) ritengo che ci siano centinaia di persone con una gran voglia di giocare

Ecco allora la proposta. Tornei con un buy-in basso, che permetta a chiunque di giocare senza rovinarsi. L’idea è quella di divertirsi e giocare, non di arricchirsi! Sei tornei in una settimana rivolti agli amanti di questo bellissimo gioco

Resta un solo dettaglio: il Signor Torre sta provvedendo ad ottenere un pacchetto a un prezzo strepitoso!  Una settimana nel più bel resort del Mar Rosso e la sera torneo di Texas, impossibile che un amatore di questo gioco non voglia partecipare!
Le date?? Probabilmente la prima o la seconda settimana di aprile!

Noi ci stiamo muovendo, se la cosa ti interessa manda una mail all’indirizzo sharmmarco@yahoo.it
Ovviamente la mail non è impegnativa, ma ci consentirà di valutare la dimensione di quello che dobbiamo organizzare!

Spero l’iniziativa ti piaccia! Dacci comunque una mano aiutandoci a diffondere questo post
Se la cosa funzionasse questo blog potrebbe diventare motore per altre iniziative!!

SHARM EL SHEIKH: SCHIUMA PARTY AL DOLCE VITA

NAAMA BAY, LA PIU’ BELLA DISCOTECA DEL MONDO: IL PACHA!

NAAMA BAY, BREVE VIDEO GUIDA

Una simpatica video guida su cosa è possibile fare alla sera a Naama Bay oltre ad andare nei famosi locali del centro

IN MAR ROSSO NON CI SONO I TURISTI???

Si, in Mar Rosso mancano i turisti!
Ma….
Non manca il sole!

Non manca il mare!
Non manca la barriera corallina!
Non mancano i pesci!

Mancano i russi!
Mancano gli squali!

Un ringraziamento a Paola Lamacchia che seleziona e segnala questi bellissimi filmati!

Nel filmato qui sotto notate un paio di cose
Il filmato è diviso in due parti
Nella prima parte, colori stupendi, musica azzeccatissima, qualità ottima!
Ma c’è un ma! Notate la tecnica di ripresa. La maggior parte degli spezzoni sono realizzati piazzando probabilmente su un cavalletto la videocamera. Un effetto bellissimo. Basta scegliere un bel corallo colorato che faccia da elemento fisso e lasciare che i pesci facciano il resto. Probabilmente il sub si è anche allontanato per non disturbare troppo i pesci! Bellissimo e originalissimo!

Nella seconda parte gli attacchi ripetuti di un Balestra Titano. Ne ho già parlato in questo blog qui e anche qui.
E’ uno dei pesci più aggressivi e territoriali che possiate incontrare. Memorizzatelo e se vi capita di vederlo non scappate, ma non infastiditelo e se vedete che vi punta allontanatevi. Con un morso trancia una pinna, immaginatevi un dito! E poi ha la pessima abitudine di puntare volto e maschera, meglio lasciarlo tranquillo!

L’EGITTO, IL CORAL BAY ED ERNESTO PREATONI

Una bella foto aerea del Domina Coral Bay

Il Cairo, Alessandria e le altre città infuocate dell’Egitto sono lontane dal Mar Rosso e da Sharm El Sheik si lancia un segnale distensivo, un invito per la ripresa del turismo.
Lunedì 21 il ministero degli Esteri ha cancellato l’appello a non recarsi in queste località e solo quattro giorni dopo è partito dall’Italia il primo volo, carico di giornalisti delle principali testate italiane e straniere, proprio per Sharm El Sheik.
A lanciare la sfida è l’imprenditore lombardo Ernesto Preatoni, l’«inventore» del paradiso sul Mar Rosso. É stato il fondatore del grande e lussuoso villaggio turistico Domina Coral Bay ad organizzare tutto, a poche ore dal via libera della Farnesina e con il contributo di Meridiana Fly, leader dei voli tra l’Italia e il Mar Rosso.
Week end a Sharm, dunque, dal venerdì alla domenica, per il gruppo di giornalisti che potrà vedere ( da lontano) anche la casa dove sembra che si sia rifugiato il rais Hosni Mubarak, in precarie condizioni di salute.
Si trova proprio di fronte alla villa di Preatoni, che per sabato ha anche provveduto ad organizzare un incontro della stampa con il Governatore del Sud Sinai, il generale Mohamed Abdel Fadeel Shousha.
L’idea è quella di un evento per festeggiare la fine della sospensione dei voli, iniziata con lo «sconsiglio» di fine gennaio della Farnesina e la riapertura di strutture e villaggio del Domina Coral Bay, che sono rimaste operative anche se deserte, perchè il gruppo non ha licenziato nessun lavoratore.
Il blocco del turismo su Sharm El Sheik ha messo a repentaglio qualcosa come 20mila posti di lavoro e un fatturato da 8 milioni di euro a settimana, ma ora gli operatori turistici si preparano a ripartire, contando soprattutto sulle vacanze pasquali.

Il bellissimo ingresso del Domina Coral Bay

Tour operator e agenzie di viaggio hanno però deciso di attendere fino a venerdì 4 marzo prima di riprendere in pieno la programmazione dei viaggi e le partenze per il Mar Rosso, come ha spiegato la presidente di Fiavet (la Federazione delle agenzie di viaggio), Cinzia Renzi. Preatoni, con il consueto dinamismo e quella che definisce lui stesso una punta di «follia costruttiva», ha deciso di anticipare tutti di una settimana, malgrado la situazione soprattutto a Il Cairo sia ancora molto incerta: la cacciata di Mubarak, infatti, non è bastata a sedare le proteste egiziane e i Fratelli Musulmani insieme ad altri gruppi politici organizzano manifestazioni di massa in Piazza Tahrir, chiedendo un nuovo esecutivo e di mettere sotto processo tutta la vecchia leadership, compreso lo stesso ex-presidente.
A Sharm, però, si assicura che non ci sono mai state violenze e che il contagio rivoluzionario è rimasto lontano. Prevalgono, invece, le preoccupazioni in un’area che vive esclusivamente di turismo.
Ecco, allora, la volontà di Preatoni di offrire la possibilità di una testimonianza da parte dei media sulla situazione turistica, economica, politica e sociale e le prospettive a breve, brevissimo termine.

Ernesto Preatoni

Il primo volo per Sharm el Sheikh della Meridiana Fly ha portato ieri sul Mar Rosso giornalisti delle principali testate nazionali e internazionali, perchè possano raccontare la nuova realtà e i nuovi orizzonti del turismo nella destinazione preferita dagli italiani.Il ritorno della «comitiva degli inviati» è fissato per domenica sera. Si tratta di un estremo tentativo per cambiare il trend in picchiata del settore turistico in queste località. Le prenotazioni in vista della Pasqua, che tradizionalmente sono tantissime, ora si contano sulle dita delle mani. Ma i tour operator mostrano un cauto ottimismo.
«In verità la Farnesina ha chiuso ai viaggi in Egitto le grandi città, da Il Cairo ad Alessandria, mentre la situazione è tranquilla non solo sul Mar Rosso ma addirittura anche a Luxor», spiega Alberto Corti, direttore di Federviaggio, la federazione del turismo organizzato.
Nel 2009 gli arrivi internazionali di turisti in Egitto sono stati 12 milioni e hanno generato entrate per 11 miliardi di dollari.
Secondo i primi dati forniti dal segretario generale dell’Organizzazione mondiale del Turismo (Omt), Taleb Rifai, nel 2010 gli arrivi sarebbero stati 14 milioni per entrate pari a 12.5 miliardi di dollari.
Adesso la domanda è solo una: riuscirà Preatoni a fare il suo piccolo grande miracolo?

LA MAGICA DAHAB

Dahab è una cittadina egiziana, conta 1300 abitanti ed è situata nella zona sud della Penisola del Sinai.

Fino a pochi anni fa si presentava come un piccolo villaggio di pescatori, adesso si presenta un centro turistico e balneare vero e proprio che si affaccia sul Mar Rosso.

Il nome Dahab in lingua araba significa oro. Questo fa riferimento al colore della sabbia e delle pietre del deserto che rendono il piccolo centro uno scenario imperdibile.

Lungo la costa si sviluppa la barriera corallina che partendo dall’estremità meridionale del Sinai (Ras Mohammed) arriva fino a Ras Abu Galum.

È una meta turistica frequentata in modo particolare dagli amanti del windsurf, delle immersioni e dello snorkelling.

Degna di nota è l’immersione conosciuta con il nome di Canyon. Ci si immerge in una suggestiva spaccatura profonda dagli 8 ai 50 metri. Il tratto oltre i 30 metri di profondità è molto angusto e spesso si sono verificati incidenti mortali. A breve distanza si trova un altro sito di immersione che si presenta ugualmente pericoloso, chiamato Blue Hole. È caratterizzato da un pericoloso passaggio subacqueo tra la laguna e il mare aperto, che varia dai 50 fino a giungere ai 110 metri circa.

Questa cittadina paradisiaca è costituita da due villaggi: il villaggio beduino di Assalah, si trova nella parte più a sud. Più a nord si sviluppa il centro economico e amministrativo di Dahab.

Una delle principali attrazioni di Dahab sono i ristoranti lungo-mare che sono un misto tra lo stile beduino e quello hippie. Larghi cuscini e tavoli bassi, decorati con coloratissimi tessuti sono situati proprio vicino al mare. La maggior parte di questi ristoranti mettono a disposizione grandi contenitori che raccolgono diversi tipi di pesce per soddisfare i gusti di tutti i clienti.

Questi ristoranti sono pensati per tutti coloro che desiderano trascorrere una serata in pieno relax dopo essersi gustati un piatto delizioso e genuino.

Link Utili (in inglese!)

Dove alloggiare

http://www.dahabholidayflat.com/home.htm

http://www.christinahotels.com/

http://www.inmodivers.de/

http://bluebeachclub.com/

http://www.swissinn.net/dahab/index.htm

http://www.orca-diveclub-dahab.com/e/location_dive_center_dahab_egypt_u601d.html

 

Attività sportive

http://www.penguindivers.com/index2.html

http://www.sunsplash-divers.com/eng/start_e.htm

http://www.dahabdivers.com/

http://www.reef2000.com/

http://www.octopusdivers.net/uk/

http://www.sinaidivers.com/english.htm

http://www.desert-divers.com/

http://www.crazy-camel.de/english.html

 

Questo slideshow richiede JavaScript.

 

 

IMMERSIONE A RAS MOHAMED

Sicuramente se vivi in Italia, soprattutto al nord, non vedi l’ora di scappare dal freddo, dalla pioggia!
Se sei in ufficio non vedi l’ora di alzarti da quella sedia e andartene, almeno una settimana in un posto caldo, sentire il sole sulla pelle, sentire la sabbia tra le dita dei piedi, sentire il rumore e il profumo del mare.
E allora stacca 5 minuti, immergiti con noi nel più bel mare del mondo, immergiti a Ras Mohamed dove l’acqua è calda tutto l’anno, dove soprattutto al mattino il mare blu e azzurro si tinge dei mille colori dei pesci di barriera.

Dai, stacca 5 minuti, vivi una piccola emozione!

COMINCIAMO BENE LA GIORNATA!!

A volte basta alcune belle fotografie e un po’ di buon gusto nel mettere il tutto insieme per creare dei video toccanti e piacevoli da guardare!
In questo caso ad esempio, musica, scritte e fotografie creano un video semplice ma a mio parere molto carino, che fa venire voglia di tuffarsi!! Spero piaccia anche a voi!

,

,

IL RELITTO DEL THISTLEGORM

Tempo fa ho fatto due post che ritengo molto carini sul più famoso relitto del Mar Rosso e su quello che è considerato forse il più bel relitto al mondo, il Thistlegorm!

Vi metto qui sotto i link per rileggere quella storia o per leggerla se vi fosse sfuggita.

THISTLEGORM parte prima

THISTLEGORM parte seconda

Nel frattempo godetevi l’ennesima prodezza di Denis Zorzin!

UN FILMATO STRAORDINARIO DI DENIS ZORZIN

Denis ama il mare!
Denis sott’acqua padroneggia la videocamera come un 15enne padroneggia il joistick della playstation!
Denis è capace di fare filmati come questo

Denis è su Facebook

 

 

ALLARME DEL WWF SULLA SITUAZIONE DEL MEDITERRANEO!

Courtesy of spassolandia.netLe scoperte di giacimenti colossali di gas sui fondali profondi del Mediterraneo hanno scatenato una caccia al tesoro che rischia di danneggiare inevitabilmente ambienti unici per la biodiversità marina, protetti in base a convenzioni internazionali.

La più recente, quella del giacimento “Leviatano” (il più grande del mondo) a 135 km al largo della costa di Israele, è avvenuta in acque cosiddette profonde e su fondali dalle caratteristiche uniche. Lo stesso si puo’ dire dei giacimenti di gas trovati nelle acque antistanti il Delta del Nilo, a 80 km a nord-ovest di Alessandria.
In queste due aree vivono comunità di spugne di acque profonde, vermi, molluschi e coralli di acqua fredda. Per questo motivo,  nel Mare di Levante dove è situato il primo giacimento, vige una limitazione della pesca a strascico sotto i 1000 metri di profondità proprio per proteggere le specie di acque profonde. Esistono anche due aree dove la pesca e vietata per gli stessi motivi.
Nella zona antistante il Delta del Nilo prospera  una comunità biologica la cui sopravvivenza dipende proprio dalle strutture che si sono nel tempo formate in funzione delle esalazioni dei gas dal fondo del mare e per questo motivo definite “aree del mediterraneo specialmente protette dalla Convenzione di Barcellona” (ASPIM).

Il WWF, anche alla luce delle richieste della Strategia Marina promossa dalla Comunità Europea (MSFD), chiede agli Stati del Mediterraneo orientale – in particolare a Cipro, Egitto, Israele e Libano – di garantire i più alti standard ambientali negli sviluppi attuali e futuri nella perforazione dei fondali marini per gas e petrolio in Mediterraneo orientale. Si chiede che vengano effettuate con urgenza Valutazioni di impatto ambientale (VIA) e si agisca  coerentemente ai risultati delle medesime anche perché le comunità che proliferano sui fondali di acque profonde impiegherebbero alcuni millenni per ricostituirsi.

Diversi accordi obbligano i paesi a passare attraverso il sistema VIA prima di esplorare e trivellare alla ricerca di gas e petrolio in acque “offshore”:  il più recente protocollo è quello per la protezione del Mar Mediterraneo dall’inquinamento derivante dall’esplorazione e dallo sfruttamento della piattaforma continentale, del fondo marino e del suo sottosuolo ‘, entrato in vigore nel dicembre 2010.  Questo stabilisce che qualsiasi potenziale attività di sfruttamento di acque profonde, tra cui anche le prospezioni – debbano essere soggette ad autorizzazione sulla base di una approfondita VIA.

“I fondali marini in Mediterraneo brulicano di vita, specie uniche, endemiche del nostro mare. Non possiamo permettere che prospezioni ‘alla cieca’ provochino danni irreversibili alla biodiversità delle acque profonde”, dichiara Marco Costantini, responsabile del Programma Mare del WWF Italia. “Questi ecosistemi marini esistono solo nel nostro mare, sono fragili e vulnerabili ad ogni interferenza con le attività umane, si sono evoluti in una condizione stabile dove la scarsa disponibilità energetica ha condotto alla nascita di ecosistemi particolarmente rari”

IL RELITTO E LA STORIA DEL DUNRAVEN

Il relitto del Dunraven non era presente sulle carte dell’Ammiragliato Britannico quando gli israeliani, dopo l’occupazione del Sinai, iniziarono a esplorare questa parte del Mar Rosso. Su molte guide è possibile leggere che questo relitto fu scoperto durante un rilievo geologico e fu identificato alcuni anni dopo. In realtà le cose sembrerebbero (il condizionale è d’obbligo), molto più complesse.
Nei primi anni Settanta Howard Rosenstein aveva fondato Red Sea Divers, utilizzando come base Na’ama Bay (oggi inclusa in Sharm El Sheik). Nel 1977 decise che doveva trovare un modo per lanciare il Sinai rispetto alle allora più frequentate coste di Hurghada.

Clicca per ingrandire

Imparando dal film “The Deep”, appena uscito, egli pensò che doveva trovare, come richiamo per i subacquei, un relitto da abbinare a un evento storico importante per l’area. Prima si occupò della storia e sparse la voce che nell’area fosse naufragata una delle navi usate da Lawrence d’Arabia per il trasporto di valori destinati a finanziare la rivolta araba contro i turchi. Ora che aveva la storia e il fascino del carico prezioso doveva solo trovare un relitto poco conosciuto e adatto alla “parte”. Grazie all’indicazione di alcuni pescatori indigeni trovò il Dunraven e si accorse che era perfetto per il suo scopo: le sue forme ricordavano le quattro – e più recenti – navi usate da Lawrence d’Arabia (nessuna delle quali risulta per altro perduta). Con il tempo qualcuno capì che la storia di Lawrence d’Arabia non poteva essere vera, quindi suggerì che il relitto fosse un classe “Q”, cioè … una nave spia inglese della prima guerra mondiale! Come per il Kingston si mettevano sulla cattiva strada gli storici.
Nel novembre del 1979 furono trovate delle porcellane e delle bottiglie che portarono all’identificazione (stessa vicenda del Carnatic), confermata anche in una popolare serie televisiva della Bbc dalla ripresa dell’operazione di pulizia delle lettere sulla poppa del relitto. La nave, varata nel 1873, è più moderna delle altre e la conferma viene anche dalla bella elica, con quattro pale (una si trova sul fondo) dall’elegante forma a sciabola. La prua è bella dritta e molto lontana dalle forme slanciate di quella del Carnatic. La struttura dello scafo è invece analoga a quelle delle altre navi presentate. L’apparato propulsore è simile a quello del Kingston. Al centro dello scafo sono ben visibili le caldaie, i tubi della distribuzione del vapore e gli espansori. Continuando a procedere verso poppa nello scafo capovolto si ammira in alto il lunghissimo albero di trasmissione, che collegava il propulsore all’elica

Clicca per ingrandire

Vicino al fianco sinistro della nave, sempre all’interno dello scafo, sono visibili resti del carico: cotone, canapi e mussola, anche se le fibre si sfaldano facilmente per via della lunga permanenza in acqua. La sezione di prua è in parte collassata.
Entrando, però, vicino all’occhio di cubia si possono ammirare le grandi catene delle ancore. Il Dunraven lasciò Bombay per Liverpool il 6 aprile 1876. Risalì il Mar Rosso e la notte del 24 aprile, navigando solo a motore, giunse alla biforcazione fra il Golfo di Suez e il Golfo di Aqaba. Il Comandante Edward Richards Care andò a riposare verso le 2 di notte e fu svegliato dopo circa un’ora e mezza, perché sul ponte si erano confusi per via di alcune luci non identificate. Probabilmente su indicazione dei suoi ufficiali, che ritenevano l’isola di Shadwan vicina, Care alterò la rotta verso nord e dopo nemmeno dieci minuti il Dunraven impattò sui reef di Sha’ab Mahmud! L’intero equipaggio fu salvato dalla nave a vapore italiana Arabia. Al Comandante Care fu sospesa la licenza per un anno.

Nel naufragio ci furono morti? Dai verbali non risulterebbero. Tuttavia alcuni subacquei trovarono delle ossa nelle stive, che sembravano poter appartenere a un bambino. In realtà erano ossa di maiale e si trovavano esattamente nel punto in cui dovevano essere le stalle. Queste navi infatti non avevano frigoriferi e gli animali da macellazione erano conservati vivi.

Le visite dei subacquei favoriscano il collasso delle strutture? Lo scafo del Dunraven è capovolto. Poiché negli ultimi decenni le sue condizioni sono peggiorate, si è legata questa vicenda alle visite dei subacquei. Chiaramente l’aria rilasciata all’interno dello scafo può ristagnare, favorendo la formazione della ruggine (soprattutto se i subacquei utilizzano nitrox). Tuttavia appena l’aria trova una via di fuga, perché si forma un buco per corrosione, scappa in superficie senza più ristagnare all’interno e senza produrre ulteriori peggioramenti delle strutture.

Quando è che queste navi persero le vele? Le navi a vapore come il Dunraven avevano basse velocità e le vele, soprattutto quelle quadre, servivano a ridurre il consumo di carbone quando si navigava spinti dal vento. Erano insomma un propulsore ausiliario. Quando, nel 1873, si realizzarono i primi apparati propulsori a tripla espansione (lo stesso vapore viene fatto espandere successivamente in cilindri) le navi guadagnarono almeno un 10% di velocità, con una riduzione di consumo del carbone pari a quasi il 30%. Inoltre, dalla singola elica si passò alla doppia, con maggiore sicurezza in caso di guasti. A quel punto le vele non servirono più.

Il relitto del Dunraven: clicca per ingrandire l'immagine

IMMERGERSI SUL DUNRAVEN

L’immersione sul relitto del Dunraven non è particolarmente impegnativa considerando la massima profondità di 32 metri su cui giace la nave.  La visibilità in questo tratto di mare è spesso ridotta con una presenza quasi costante di corrente che spinge verso nord. Il relitto, spezzato in due tronconi, si trova adagiato sul fondale in posizione rovesciata con la chiglia rivolta verso l’alto. Cominciamo la nostra perlustrazione dalla zona di poppa che è sicuramente la più suggestiva con l’enorme timone e l’elica a tre pale che si stagliano verso la superficie. La fiancata di sinistra si presenta in buono stato, mentre l’ingresso all’interno dello scafo avviene attraverso le tre grosse falle presenti sulla fiancata di dritta causate dall’urto contro il reef, da queste filtra la luce che illumina l’interno dello scafo. Prima di entrare io e Angela, che chiudiamo il secondo gruppo di sub, vediamo un grosso squalo grigio che nuota nel blu. Entriamo nelle stive, all’interno delle quali sono ancora presenti i resti del carico. Si vedono ancora alcune vecchie cime in canapa e i pochi resti delle balle di cotone, mentre è ormai praticamente impossibile trovare le bottiglie di vino che facevano parte del carico. Cernie e diversi pesci tropicali, in prevalenza pesci coccodrillo, vivono stanziali all’interno inoltre, una eccezionale concentrazione di Glassfish fluttua attraverso le lamiere della nave. La parte più interessante è la zona centrale del relitto dove si trova la sala macchine, qui tra un ammasso di lamiere si trova ancora il grosso fumaiolo e alcune maniche a vento e si vede la grande caldaia a vapore. Proseguendo la perlustrazione interna in direzione della prua, incontriamo molte aperture attraverso le quali si può uscire per riportarsi all’esterno. La zona di prua, a circa 18 metri di profondità, è particolarmente danneggiata e quindi di poco interesse, la raggiungiamo rimanendo all’interno della nave e osserviamo le fitte concentrazioni di Glassfish che si aprono al nostro passaggio. Adagiati sul fondale si vedono i due grandi alberi tutti rivestiti di alcionari.


SECONDA FASE DEL PROGETTO STE NEL MAR ROSSO

BOLOGNA – E’ appena partita la seconda fase del progetto STE.Dopo l’enorme successo ottenuto nei primi 4 anni (oltre 17500 schede registrate, e oltre 80 milioni di contatti mediatici prodotti), il progetto andrà avanti, con l’obiettivo di monitorare l’intero Mar Rosso.

Le grandi novità del nuovo STE non riguardano solo i tempi ma anche i luoghi: oltre ai siti già consueti del Mar Rosso anche chi si spingerà fino a mete meno turistiche come Berenice, nell’Egitto meridionale,  Sudan, fino a Yanbù Al-Bahr e Rabigh nella penisola Araba potrà partecipare facendo diventare così il progetto il più grande monitoraggio delle barriere coralline mai realizzato in Mar Rosso!

Durante Eudi Show (Salone delle Attività Subacquee, Bologna 11-14 Febbraio) e BIT (Borsa Internazionale del Turismo, Milano 17-20 Febbraio) saranno presentate e distribuite le nuove schede per partecipare al progetto.

La semplicità del sistema di raccolta dati è il punto di forza di STE; per compilare le schede infatti non è necessario essere ricercatori, biologi o scienziati ma solo prestare attenzione agli organismi che si vedono sotto il pelo dell’acqua o nelle profondità raggiungibili con le bombole. Tornati all’asciutto basta compilare un questionario.

Da oltre dieci anni il gruppo di ricerca MSG (www.marinesciencegroup.org) si occupa di “citizen science”. La scienza dei cittadini coinvolge volontari, a cui piace immergersi e fare snorkeling, nella salvaguardia di quel mare che tanto amano. STE: Scuba Tourism for the Environment è solo l’ultimo tra i progetti di turismo sostenibile di MSG: i precursori sono stati i due progetti sviluppati per il Mar Mediterraneo: “Missione Hippocampus Mediterraneo” e “Sub per l’Ambiente”. Articoli scientifici riguardanti questi progetti sono stati pubblicati su prestigiose riviste internazionali e questo ha permesso che il metodo di raccolta e di elaborazione dei dati fosse validato dalla comunità scientifica internazionale e fosse messo a disposizione di tutte le università del mondo con la relativa banca dati.

Sostenitori dell’Università in questo progetto sono diversi enti pubblici e privati:

Ministero del Turismo Egiziano – Ufficio Turistico Egiziano, che sostiene economicamente il  progetto fin dalla sua creazione;< o:p>

Settemari S.p.A. Tour Operator, che collabora attivamente al progetto soprattutto nell’area di Marsa Alam;

Scuba Nitrox Safety International (SNSI), l’agenzia di didattica subacquea che coinvolge migliaia di subacquei nel progetto;

ASTOI – Associazione dei Tour Operator Italiani, rappresenta i principali Tour Operator Italiani e collabora con l’Univeristà di Bologna dal 2002;

Neos S.p.A.,la compagnia aerea che fornisce il supporto logistico per il trasporto delle schede dall’Egitto all’Italia

Un importante contributo alla ricerca arriva anche dai Diving Center Viaggio nel Blu e Holiday Service, entrambi a Sharm el Sheikh.

Marine Science Group

Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

Via Selmi 3 – 40126 Bologna

Tel: 0512094244

Web: www.marinesciencegroup.org

E-mail: info@marinesciencegroup.orgQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Skype: Marine Science Group – University of Bologna

DAHAB E IL BLUE HOLE: IL DESERTO E IL MARE

Resoconto della nostra giornata a Dahab. Le foto pubblicate sono tutte cliccabili e cliccandoci le ingrandirete a tutto schermo!

A poco più di 80 km a nord di Sharm el Sheikh si trova Dahab, famosa nel mondo dei divers per il fantastico Blue Hole. La strada che collega Sharm con Dahab si snoda tra le montagne del Sinai. E’ una strada incredibile, due corsie per ogni senso di marcia, neppure un buco sull’asfalto, più che una strada una superstrada. Abbiamo percorso gli 80 chilometri in tutta pace, complice anche la mancanza di turismo di questi giorni. In tutto il viaggio avremo incrociato si e no una decina di veicoli.

La strada si snoda per 8o km tra le montagne del Sinai

La strada è bellissima. Da Sharm si va in direzione aeroporto, arrivati alla megarotonda del Savoy si procede dritto per circa 300 metri e si svolta a sinistra puntando i monti del Sinai. Passato il posto di blocco con controllo passaporti (non lasciatelo in albergo, dovreste tornare indietro!!) ci si addentra tra i monti e non li si abbandona per tutta la strada.

In groppa alla nave del deserto

Numerosi paesaggi da cartolina vi suggeriranno di fermare la macchina per fare delle foto. Ai lati della strada spesso incontrerete greggi di pecore o cammelli solitari che pascolano tranquillamente. Poco prima di Dahab, quasi caduta dalla luna, una gigantesca duna di sabbia si distingue tra le rocce delle montagne circostanti.

In meno di un’ora arriverete a Dahab. La cittadina è molto più grande di quanto sia normalmente risaputo. 

La strada pedonale di Dahab ricca di negozi

Fondamentalmente i turisti percorrono la zona pedonale invasa da negozietti turistici molto carini e completamente diversi da quelli di Sharm. Molti i negozi che vendono spezie con un arredamento molto particolare, stile le nostre vecchie farmacie o erboristerie.

L'improbabile ingresso di un negozio di papiri

I negozi di Dahab sono comunque decisamente diversi da quelli di Naama e Sharm: meno paccottiglia, merce più selezionata, un vago sapore di artigianato anche se anche qui il made in China spopola!

Un po’ ovunque si trovano delle praticissime borse di tela col logo di Dahab o con scritte che richiamano il mondo del diving. Senza contrattare più di tanto siamo riusciti a spuntare 20 30 e 40 pound per le borse piccola media e grande. Ma sicuramente con un po di pazienza e voglia di trattare si sarebbe potuto ottenere un prezzo migliore!

I windsurf lottano col mare e col vento!

La giornata era particolarmente ventosa e il vento si incanalava nelle stradine agitando vestiti e tappeti appesi.
Passeggiando sul lungomare denso di locali e localini si scorgevano decine di tavole da windsurf che lottavano col vento e le onde del mare. Era la giornata ideale per gli appassionati di questo sport.

L'impressionante Blue Hole di Dahab

A pochi chilometri dal centro di Dahab ci aspettava il Blue Hole, quel grosso buco a due metri dalla strada che sprofonda per 110 metri nel blu più intenso. La strada sterrata che conduce al Blue Hole oggi è completamente percorribile da ogni tipo di macchina e anche la nostra Hyundai ci ha portato direttamente fino ai bar beduini che costeggiano il più famoso punto di immersioni di Dahab.

Nessun turista al Blue Hole!!!

Complice la crisi politica egiziana di questi giorni e il tempo non bellissimo, con nostra grande meraviglia, alle 3 del pomeriggio eravamo praticamente gli unici turisti!! La soddisfazione di avere il Blue Hole a nostra completa disposizione era però in parte cancellata dalla riflessione del motivo per cui eravamo i soli turisti: le sommosse del Cairo, le false notizie date dalla stampa italiana e straniera sulle reali condizioni del Sinai dove, ripeto per la centesima volta, al momento non c’è alcun tipo di problema!!

I bar del Blue Hole erano desolatamente deserti!!

E la tristezza di vedere i ragazzi egiziani che lavorano nei bar preoccupatissimi per il loro posto di lavoro, in 5  per affittare due mute a 50 pound. Oltre alle decine e decine degli altri ragazzi che sicuramente nell’arco della giornata non avevano affittato neppure quelle due mute! Il loro imbarazzo nel doverci rispondere che non avevano nulla da darci da mangiare in quanto da giorni ormai non facevano la spesa perchè a fine giornata dovrebbero buttare tutto a causa della mancanza di turisti!!! Abbiamo riso e scherzato con loro, sempre gentili e disponibili, sempre sorridenti anche se forse avrebbero proprio poco da sorridere!!

Anche il Pesce Pagliaccio smette di ridere se manca il turismo!

Purtroppo era pomeriggio inoltrato e nel famoso buco i pesci sono abbondanti soprattutto al mattino! Ma percorrere l’intero perimetro del Blue Hole in assoluta solitudine non capita spesso! Ho avuto l’impressione di essere nei primi anni 80, quando i primi coraggiosi turisti si arrampicavano su strade sterrate per raggiungere posti di cui avevano sentito appena parlare!

Prima di tornare a Sharm una breve sosta in un ristorante di Dahab in compagnia di  una ragazza veramente in gamba di cui prestissimo avrete notizie da questo blog. Lei vive a corrente alternata tra l’Italia e Dahab e mi ha promesso che in una mia prossima visita mi porterà a conoscere la Dahab sconosciuta ai turisti e puntualmente vi riferirò! Molto rilassante anche la passeggiata che costeggia il mare, dove decine e decine di bar vi offrono letteralmente di tutto stando seduti di fronte al mare. 

Un'oretta di snorkeling può stancare più di quanto si creda!!!

Decine di cani di ogni razza e colore hanno attorniato Yankee, che conscio della sua mole ha al massimo dovuto emettere un brontolio per allontanare i più fastidiosi. Non abbiate paura di questi branchi di cani, convivono con i turisti da quando sono nati e non aggrediscono mai l’uomo! Per Yankee il discorso è stato diverso, ma comunicando in canese si sono subito capiti!

Dahab merita il viaggio, merita una giornata della vostra vacanza. Andateci noleggiando una macchina, prendendo un taxi, salendo su un pullman delle escursioni organizzate. Andateci a dorso di cammello o come vi pare, ma andateci! La sua atmosfera e i suoi sapori così diversi da quelli di Sharm e Naama resteranno sicuramente nei ricordi della vostra vacanza!

Un caloroso grazie a Donatella e Yankee che mi hanno accompagnato in questa bellissima giornata!!

Altre foto della nostra giornata a Dahab
(ovviamente cliccabili!!)

L'impressionante duna di sabbia tra le rocce del Sinai

Il mosaico posto all'ingresso di Dahab

Spezie e profumi

Colori e sapori

Al Capone: non ho parole!!

Nei pressi del Blue Hole

Sinfonia di colori

Affittasi monolocale vista mare!

Perchè continuano... ...a costruire...??

Ci vediamo a Dahab!!!!!!!!

NAPOLEONE AVVISTATO AL CORAL BAY!!!

Dopo anni in cui un Napoleone non veniva avvistato davanti al Domina Coral Bay, questa mattina un bellissimo esemplare di questo elegante pesce si è presentato direttamente sotto alla floating del Diving del Coral!

Evidentemente dopo settimane di tranquillità, senza persone schiamazzanti e cosparse di olio solare, anche la natura si riprende i suoi spazi!!

E’ un chiarissimo segnale a tutti e soprattutto a coloro che sostengono che la presenza umana in Mar Rosso abbia irrimediabilmente compromesso la vita della barriera! Evidentemente la natura è molto più veloce di quello che possiamo immaginare!!


VACANZA A TABA?? PROVA CON CLUB MED

Il Mar Rosso si fa più grande. Non solo le località di Sharm el Sheik, Marsa Alam e Hurghada, adesso è Taba, nel nord della penisola del Sinai, la nuova meta per chi cerca il Red Sea elegante ed esclusivo di 20 anni fa. Situata tra Egitto, Israele, Giordania e Arabia Saudita, Taba offre un’acqua cristallina incastonata in una cornice di montagne di roccia rossa e d’oro e di sabbia del deserto. Qui hanno aperto alcuni resort internazionali, ancora pochi, si contano sulle dita di una mano, e in una baia protetta sul Golfo di Aqaba, Club Med ha inaugurato il Sinai Bay, un nuovo quattro tridenti di 27 ettari e 550 metri di spiaggia privata, con lo spazio L’Oasis a cinque tridenti. In una corte interna infatti si affacciano 14 suite per chi cerca più privacy, con una piscina riservata, accesso diretto alla spiaggia e servizi personalizzati. Oltre alle suite la struttura, dal design minimal e ricercato, integrato nella natura, ha 371 camere tra Club e Deluxe per tutte le esigenze, quattro piscine, un campo pratica da golf, due ristoranti e tre bar. La formula soggiorno è la All Inclusive di Club Med. Il Sinai Bay ha una spa firmata Cinq Mondes, 1500 mq di trattamenti e massaggi che usano prodotti naturali, magari da abbinare a un rilassante hammam. Chi ama la vacanza attiva può approfittare delle attività sportive in acqua e fuori proposte dal Club Med. Design studiatissimo anche per il punto di forza del gruppo francese, il Miniclub per i più piccoli, dai 4 mesi fino ai 17 anni: dalle docce a pioggia ad altezza bambino ai tavolini per mangiare e alle aree gioco. Taba è la località ideale anche per chi non vuole solo rilassarsi dentro il resort. Data la sua posizione, in giornata si possono fare escursioni nelle classiche mete del Sinai come il monastero di Santa Caterina ma anche arrivare fino alla splendida antica città di Petra, in Giordania, attraversando in barca il Mar Rosso. Oltre al deserto egiziano si può esplorare in un giorno il Wadi Rum, area naturale di roccia e dune nel sud del territorio giordano. Per gli appassionati sub c’è una barca per immergersi ogni giorno. Con un supplemento è anche possibile abbinare 7 giorni al resort e 4 giorni da Luxor al Cairo. Una settimana soggiorno e volo con partenza il lunedì da Milano Orio al Serio da 1.180 euro a persona a febbraio in doppia, a marzo da 1.310 euro, ad aprile da 1.370 euro. Gratis per i piccoli di meno di due anni. Info: tel. 848800826, http://www.clubmed.it

BERENICE??? TUTTA DA SCOPRIRE

Berenice è una località dell’Egitto meridionale, che si affaccia sul Mar Rosso più incontaminato e sulla spettacolare Lahami Bay.
E’ molto vicina al confine con il Sudan, da cui dista una novantina di chilometri, e si differenzia molto dalle altre mete perché è selvaggia e poco conosciuta dal turismo di massa.
Stimata come “il paradiso terrestre” degli amanti delle immersioni per i suoi ben quarantasette punti che riservano sorprendenti incontri con delfini e tartarughe a chi pratica snorkeling, questa località possiede, anche, un organizzatissimo diving center con staff internazionale.
Si possono raggiungere i più bei siti di immersione del Mar Rosso del Sud, come Saint John’s Reef (dove si trova il corallo nero), Blumen, e Abu Galawa.
Inoltre, altro motivo per scegliere questa meta, é che a sole quaranta miglia dalla costa si trova il solitario Dedalus Reef, l’esteso sistema corallino di Fury Shoal con decine di reef di ogni grandezza e l’area di Ras Banas. Il reef si trova proprio davanti ai resort in modo tale da non svantaggiare anche chi non pratica immersioni o snorkeling.
E se poi doveste aver voglia di fare lunghe passeggiate a piedi nudi, la baia di Lahami con i suoi innumerevoli chilometri di spiaggia sabbiosa interrotta, a tratti, da dune naturali, certamente non potrà deludervi.
I turisti piu’ dinamici potranno fare varie escursioni nell’entroterra selvaggio, battute di birdwatching per ammirare gli uccelli, o indimenticabili tour nel deserto.
A quanto pare, i meriti per il titolo di destinazione di vacanza più esclusiva del Mar Rosso ci sono tutti.

UNA FOTO AL GIORNO

L'isola di Tiran, di fronte a Sharm el Sheikh

BERENICE E’ ANCORA VERGINE!!!

L’ultima consacrazione delle vacanza usa e getta nel Mar Rosso arriva dal cinepanettone Sharm el Sheikh, applaudito dai milioni di italiani che ogni anno sbarcano nel Tropico a quattro ore da casa. Ma sono in molti a cercare un altro Egitto , senza venditori di tappeti e boutique di paccottiglia, discoteche e casinò, alberghi mastodontici.

A 90 chilometri dal confine con il Sudan, tra la solitudine infinita del deserto orientale e il Mar Rosso più selvaggio, c’è Berenice. Un’Africa accarezzata dal vento, a due ore di strada da Marsa Alam, l’aeroporto internazionale più vicino, fino a qualche anno fa in mano ai militari e vietata ai turisti.

Finiva qui la via carovaniera che dall’antica Coptos, oggi Qena (poco più a nord di Luxor), attraversava in 12 giorni il deserto per portare coi cammelli le merci destinate ad Alessandria, alla costa araba e alle antiche Indie. La costa è una sfilata di baie incontaminate, con incastonata la riserva naturale di Wadi Gimal, una distesa di rocce multicolore e canyon. Alle spalle le montagne e le dune del Gebel Elma, davanti si aprono il mare e la barriera immersa in acque trasparenti e calde, coralli variopinti (e quindi vivi), tartarughe, delfini, pesci pagliaccio, napoleone, palla e barracuda.

Questo è l’ultimo Mar Rosso vergine, anch’esso riaperto al turismo dopo un lungo periodo di divieto. Un paradiso per appassionati di snorkeling e diving, ma anche una meta ideale per fare surf e kitesurf, grazie ai venti costanti tutto l’anno. Lungo la strada accampamenti di cammellieri, garitte di militari, unica presenza umana. Poi, il nulla, fino al Sudan. Per poco ancora. I tycoon del cemento non hanno perso tempo. E si sono accaparrati i 90 chilometri fino alla frontiera, dove è probabile che in qualche anno sorgano nuove Hurghada e Sharm.

Per ora si è immersi in un’atmosfera da ultima frontiera marina soggiornando nei due resort sulla baia di Lahami, il TClub Berenice, aperto l’anno scorso, e il Lahami Bay Beach Resort, oasi tra le dune, l’unico modo per godersi una vacanza qui. Anche se la prima impressione è deludente perché la sabbia è grigia e la bassa marea costringe a camminare con l’acqua alle caviglie per un centinaio di metri prima di riuscire a immergersi in una piscina naturale o nuotare lungo il reef. Ma basta infilarsi una maschera e un boccaglio per entrare in un paradiso naturale.

Le due strutture sono l’avamposto per andare alla scoperta di un territorio selvaggio. Il vero spettacolo è al largo, smarriti in una sinfonia di azzurro e blu. In mezza giornata, o un giorno intero, a bordo delle comode barche del Barakuda Diving Center si raggiungono gli spot più entusiasmanti, circa una trentina, labirinto di grotte e pinnacoli. Un caleidoscopio di colori, bassifondi turchese, smeraldo che non hanno nulla da invidiare alla Polinesia.

Come Sataya, più noto come Dolphin Reef, poche miglia a nord del grande promontorio di Ras Banas, lungo 3 chilometri e largo 200 metri, dove si passano ore nuotando in una laguna sabbiosa circondati da una colonia di un centinaio di delfini che si esibiscono in tortuose acrobazie. Ma si può anche prendere il largo per Sha’ab Maksur, un reef di forma allungata con la parete più ripida sulla costa sud, costellata di spaccature, alcionari viola e rossi, candelabri ocra dei coralli di fuoco tra cui nuotano le tartarughe. Mentre Sha’ab Claudio, a un’ora e un quarto di navigazione, è quasi un parco giochi per subacquei, con labirinti di corallo, canyon, spaccature e grotte illuminate da giochi di luce.

Sempre scegliendo tra le escursioni organizzate dai due resort di Berenice, si va con la jeep nel cuore del deserto orientale e si avanza tra sfilate di dune, wadi, accampamenti beduini dove si assaggia un profumato tè allo zenzero. Quando scende la notte, soprattutto se non c’è la luna, seduti in cerchio sui cuscini, circondati dalle montagne, si sorseggia il tè offerto dai beduini e si alzano gli occhi per guardare il Carro, si fruga il firmamento inseguendo una nebulosa, si vede sorgere Venere. Il tutto nel buio assoluto, senza l’inquinamento luminoso delle case. Succede affidandosi a Thomas Krakhofer, un astronomo austriaco che per conto dei due resort organizza l’Astrotour e punta una pistola laser verso il cielo per illustrare le costellazioni (www.astronomy-egypt.com).
Tratto da DOVE

COMUNICATO STAMPA SUGLI SQUALI A SHARM!! DIFFONDERE!!

COMUNICATO STAMPA SUGLI AVVENIMENTI IN MAR ROSSO A SHARM EL SHEIKH

di riccardo sturla avogadri rientrato da Sharm El Sheikh

Inizio questo comunicato stampa indirizzato a tutti i media e operatori del settore subaqueo e turistico, autorizzandovi sin da ora a rilanciarlo su tutti i motori di ricerca, siti, radio, etc.

Dopo 27 anni di duro lavoro nel campo squali iniziando principalmente con lo studio dei dispositivi antisqualo a onde elettriche e della messa a punto di una tecnica che mi permetteva di addormentarli con la quale poi ho iniziato a marcarli per sapere i loro spostamenti è finalmente arrivato il giusto riconoscimento. Ringrazio principalmente tutte le persone che in questi anni hanno aiutato la Shark Academy Onlus che dal 1 di gennaio apre le iscrizioni a tutti potendo così avere diritto di voto. Come tutti sanno in mar rosso per la festa del sacrificio erano previste migliaia di pecore da sacrificare… Un mese prima dell’evento è esploso un condotto di gas sotto una collina uccidendone molte migliaia, questo ha reso necessario integrare quelle mancanti facendo arrivare via mare due navi dalla Somalia ed Ethiopia circa 70 mila pecore. Durante il tragitto ne sono morte 4200 che sono state buttate in mare pensando andassero sul fondo, invece si sono gonfiate, tornate in superficie e trasportate dalle correnti sulle coste di Sharm El Sheikh portandosi dietro centinaia di squali di ogni specie, specialmente quelli oceanici (Longimanus e Mako). Questi squali si sono nutriti delle carcasse in decomposizione che hanno creato ammoniaca, l’ammoniaca infatti è usata per attirare gli squali in quando fa credere al pesce che ci sia un corpo morto in acqua di cui nutrirsi. I bagnanti in acqua spesso fanno urea che diventa ammoniaca, questo fa si che gli squali vanno a mordere le persone. Dopo vari tentativi di capire cosa sia successo in Egitto e dopo la chiusura, apertura e richiusura delle spiagge sono stati interpellati da tutto il mondo diversi esperti, nessuno è stato in grado di trovare una spiegazione certa dell’accaduto e nessuno ha trovato una soluzione al problema. Un gruppo di diving, operatori del settore nautico e direttori di alberghi hanno a questo punto iniziato a cercare qualcuno che potesse risolvere questo problema. E’ saltato fuori il nome della Shark Academy Onlus che al momento e’ presente nei primi 10 siti di tutti i motori di ricerca digitando la parola shark facendo registrare dai 2000 ai 3000 contatti giornalieri. Sono stato quindi convocato in qualità di presidente e fondatore della S.A. da questo gruppo di operatori del settore capeggiati da Gualtiero Camerini (wally) manager del sharm coast & sheikh coast diving il quale mi ha organizzato una conferenza presso l’hotel Savoy a Sharm El Sheikh con il Governatore del Sinai il 20 dicembre 2010. Alla conferenza erano presenti circa 30 dirigenti del settore turistico del mar rosso. La mattina avevamo fatto un sopraluogo nei posti degli attacchi equipaggiato di apparecchiatura PCE molto sofisticata per misurare i valori dell’acqua (ph, ossigeno, salinità, conduttività, microvolts, ammoniaca, nitrati, nitriti etc.). Abbiamo testato un dispositivo di nuova concezione che tiene lontani squali e razze ma che fa passare tutti gli altri animali marini. Durante la conferenza ho fatto una presentazione della Shark Academy Onlus e dei risultati ottenuti in questi anni. E poi illustrato il progetto di protezione delle coste. Il progetto consiste in una barriera ad onde elettromagnetiche creata attraverso degli elettrodi disposti di fronte le spiagge che faranno da filtro solo per gli squali e le razze non per gli altri pesci. In questo modo potrò evitare di far mettere le reti che ucciderebbero milioni di pesci, oltretutto molti di questi pesci rimasti incastrati nelle maglie delle reti attirerebbero altri squali che mordendo il pesce potrebbe rompere la rete e fare dei buchi per poi entrare comunque al suo interno! Questo tipo di tecnologia esiste già per difese personali ma nel mondo non è mai stata usata per proteggere una intera area. Il progetto è piaciuto molto e il giorno dopo siamo stati autorizzati a recarci in mare aperto al limite del parco marino per attirare dei Longimanus. Il Governatore ha anche richiesto al parco marino di collaborare con noi. Equipaggiato di ogni tipo di dispositivo preso dal museo/centro ricerca Shark Academy presente nella mostra squali di Jesolo lido Shark Expo e grazie ad apparecchiature scientifiche messe a disposizione direttamente dalla Shark Expo di Jesolo, siamo andati in acqua simulando le stesse condizioni degli attacchi, provvisti solo del dispositivo antisqualo ad onde elettriche. I risultati delle ricerche verranno esposti durante una conferenza stampa che stiamo preparando nel centro ricerca squali a Jesolo Lido. Al momento abbiamo ricevuto l’incarico di costruire 13 barriere di 100 mt per i principali hotel di Sharm El Sheikh. Il giorno 28 dicembre sono state riaperte le spiagge ma non sta comunque entrando quasi nessuno in acqua in quanto non è ancora stata fatta nessuna barriera di protezione e la paura di essere attaccati accidentalmente da uno squalo è ancora grandissima e non andrà mai via finchè non si vedrà qualcosa di materiale. Circa il 60% di cancellazioni di prenotazioni stanno mettendo in crisi molti operatori del settore turistico. Da un momento all’altro mi sono trovato ad essere un esperto in un campo che non pensavo sarebbe mai servito per la protezione delle spiagge, nel 1996 (ben 14 anni fa ero diventato l’importatore ufficiale per tutto il Sud Europa della prima versione di questo dispositivo chiamato P.O.D. protective oceanic device che ho poi modificato e che usavo come sicurezza per immergermi con squali bianchi, tigre zamebsi etc.), tutti sanno che gli squali non sono pericolosi per l’uomo, purtroppo aver alterato le condizioni naturali delle acque ora ha realmente creato un alto rischio per l’uomo di essere confuso per una potenziale preda. La prima barriera elettromagnetica sarà pronta entro un mese da ora, avrà una estensione dalla spiaggia di 50 mt x 100 mt fino a una profondità di circa 16 metri. I bagnanti potranno quindi riprendere le loro normali operazioni di snorkeling, nuoto, etc. CON UNA SICUREZZA DEL 99% solo all’interno di queste barriere. Sul sito http://www.facebook.com/l/97adeW3G1MwlzGjUfx1SIBWM9Og;www.sharkacademy.it saranno visibili le foto delle barriere anche in tempo reale grazie a telecamere subacquee che ne mostreranno il funzionamento. Mi dispiace solo che il governo Italiano, regioni comuni e politicanti sappiano solo fare un sacco di chiacchere e come al solito pensano solo ad arricchirsi alla faccia di molti come il sottoscritto che a proprie spese è andato in ferie a cercare di risolvere un problema di carattere mondiale, sono arrivati più riconoscimenti da altri paesi piuttosto che dal paese per cui lavoro e al quale pago le tasse… scrivetemi a info@sharkacademy.com

INFO MINIME SU HURGHADA

Hurghada si trova a 370 km a sud-est del Cairo sulla costa del Mar Rosso ed è stata la prima località balneare dell’Egitto. E’ stata, infatti, apprezzata fin dall’epoca dei faraoni per le sue spiagge bianche e il mare cristallino. Oggi Hurghada è diventata una delle destinazioni più conosciute, ambite e frequentate dell’Egitto anche grazie ai suoi prezzi scontati. Hurghada è un luogo di contrasti: l’aridità del deserto si scontra con gli splendidi fondali colorati, i modesti alberghi con i lussuosi villaggi, la storia con la tecnologia.

Hurghada è suddivisa in 3 località principali: Downtown (El Dahar), la parte più vecchia con i caratteristici bazar, Sekalla, più moderna e fornita di hotel di categoria intermedia, ed El Korra Road, la zona più recente, dotata di ufficio postale e stazione bus.

MARE, SPIAGGE E SPORT
I villaggi sono ormai attrezzati per ogni tipo di sport acquatico: diving, windsurf, vela, pesca d’altura e nuoto. Verso sud alcune baie sono perfette per lo snorkeling: nella baia di Hasheesh c’è il sito di immersioni di Ras Disha, più a sud si trovano lo splendido sito di Makadi Bay e le zone sperdute di Soma Bay e Sharm el Naga.

ESCURSIONI
A Hurghada sono presenti 50 diversi siti ideali per sub e appassionati di snorkeling. Hurghada è rinomata per la sua barriera corallina lontana dalla costa con spazi molto grandi per le immersioni: questi punti sono facilmente raggiungibili con pochi minuti di barca. Le uscite giornaliere nel vasto arcipelago di Hurgada, comprendono escursioni al parco Nazionale dell’Isola di Giftun, Abu Hashish, Abu Ramada, Magawish, Umm Gamar ed altri reef affioranti. Le uscite di uno o più giorni si spingono fino allo stretto di Gobal, famoso per i numerosi relitti, molti dei quali visitabili in immersione.
Imperdibili anche le escursioni nel deserto in moto o con le jeep. Sulla strada nord, a circa 5 Km da Hurgada, si trova il piccolo Museo oceanografico. Poco lontano dalla città, nella valle del Meleha si trova l’Oasi Salata punto di ritrovo dei beduini; per arrivarvi bisogna superare le alte cime del canyon Wadi Billy, fra rocce che incombono a picco sul paesaggio.

SERA
A Hurgada negozi, bazar e botteghe di antiquariato offrono una miriade di prodotti d’artigianato: tuniche ricamate, oggetti in terracotta, gioielli, pietre dure. I prezzi migliori si ottengono sempre dopo una paziente contrattazione. Hurghada è una città che non dorme di notte: è ricca di discoteche, nightclub e ristoranti in particolare a El Dahar. Si trovano numerosi fast food e soluzioni economiche anche per budget limitati.

L’isola di Giftun è situata nel Mar Rosso nei pressi della celebre meta turistica di Hurghada e attorniata da alcuni isolotti minori. L’isola di Giftun è suddivisa in due isolotti Giftun El Saghier e Giftun El khebier

UNA FOTO AL GIORNO: HURGHADA

giftun island

 

Hurghada
L’isola di Giftun è situata nel Mar Rosso nei pressi della celebre meta turistica di Hurghada e attorniata da alcuni isolotti minori. L’isola di Giftun è suddivisa in due isolotti Giftun El Saghier e Giftun El khebier

Curiosità
Le isole di Giftun fanno parte delle isole dichiarate parco marino nel 1955. Le isole di Giftun sono circondate da numerosi banchi di corallo abitati da pesci di ogni genere ed offrono 14 punti di immersioni considerati tra i più belli di Hurghada

TRIATHLETI VERONESI SUL MAR ROSSO A MARZO!!!

L’Associazione Sportiva TriathlonTravel nasce nel 1999. 

E’ un’associazione che propone viaggi in collaborazione con l’agenzia viaggi Expressiontravel di Verona. Alcune delle vacanze di carattere sportivo altre sono rivolte a tutti coloro che vogliono vivere un’esperienza di viaggio sportivo, dinamico, originale ed in compagnia…

Sono disponibili i dettagli dei pacchetti viaggio in Egitto per il prossimo marzo.
Potrai prendere parte al viaggio Sharm Sport  13-20 marzo (tredicesima edizione) o al viaggio Sinai Sport 20-27 marzo (seconda edizione) e se vuoi preparare al meglio la tua stagione di gare, la possibilità di aderire ad entrambe le proposte.
Vedi i programmi 

Sharm Sport

Sinai Sport

Le iscrizioni chiuderanno il 15 gennaio Sinai Sport mentre il 31 gennaio il viaggio Sharm Sport. Affrettati !
Iscriviti entro il 31 dicembre e risparmierai il costo del trasporto bici in aereo !

Associazione Sportiva
TriathlonTravel
tel/fax 045.8011743
info@triathlontravel.com

PS Il blog Egittiamo, come sempre, svolge la funzione di segnalare iniziative di cui è venuto a conoscenza nel web. Non si assume alcuna responsabilità diretta o indiretta

UNA FOTO AL GIORNO: ISOLA DI TIRAN

IMMERSIONE A ELPHINSTONE

Pubblicato da divemania su divemania.it guarda il bel video sul sito divemania.it (consigliata la visione a pieno schermo!!)

l reef di Elphinstone è come un sigaro appuntito lungo oltre 300 metri, ubicato nella regione del Mar Rosso Meridionale e conosciuto come uno dei migliori punti d’immersione d’Egitto.

L’ormeggio notturno delle barche da crociera, il reef di Elphinstone si presenta come un atollo corallino di forma allungata esposto in direzione Nord-Sud per oltre un miglio. La piccola e stretta punta posta a Sud è anche l’unico ridosso disponibile per le imbarcazioni che raggiungono straordinario sito per fare immersioni.

Capita in alcune giornate di trovare numerose imbarcazioni concentrate in questo piccolo spazio ma purtroppo è anche l’unico ridosso disponibile per fronteggiare il vento proveniente da Nord. Sono molte le barche che mollano gli ormeggi da Marsa Abu Dabbab ancora prima che sorga il sole per raggiungere Elphistone per primi ed ormeggiare a ridosso del Reef, quella dell’ormeggio è diventata una vera e propria gara col tempo nel quale il primo che arriva usufruisce dei privilegi di avere la propria imbarcazione in prima fila.
Quella di Elphinstone Sud, è un’immersione unica nel suo genere per le sue caratteristiche morfologiche e per la presenza di un enorme arco naturale dalle dimensioni eccezionali che s’innalza per diversi metri dal fondo.

SQUALI NEL MAR ROSSO?? MA VA’??

Un bellissimo filmato che ci deve far riflettere sulla bellezza di questo animale!!

IMMERSIONE A RAS MOHAMMED

Ras MohammedUn’immersione al Parco Marino di Ras Mohammed vale da sola la fatica del viaggio! Ras Mohammed è situato all’estremità meridionale della penisola del Sinai dove si incontrano le correnti provenienti dal golfo di Suez e dal golfo di Aqaba. Si deve a questa circostanza l’abbondanza di vita che vi si può ammirare. Qui ogni tipo di incontro è possibile, grandi pelagici come Squali Pinna Bianca, Pinna Nera, Grigi, Mante. Enormi branchi di Barracuda, Platax, Carangidi e Azzannatori che stazionano in acqua libera. Non mi stancherò mai di immergermi in questo paradiso! Ma immergersi a Ras Mohammed vuol dire anche enormi ventagli di gorgonie, Pesci Napoleone, Cernie giganti, Murene tropicali, Pesci coccodrillo, Trigoni maculati ed altro ancora. Non mancano gli episodi curiosi, l’ultima volta che ci siamo immersi abbiamo potuto osservare in pochi metri di acqua una Murena tropicale ed un giovane Napoleone che “flirtavano” sotto gli occhi di tre Cernie giganti che li attorniavano, il tutto nella più totale indifferenza per la presenza di noi subacquei.

Provenendo in barca da Sharm El Sheikh si incontra per primo Shark Reef e subito dopo Jolanda Reef, due pinnacoli distanti poche decine di metri dalla costa che si innalzano dalle profondità abissali (-200 mt il primo scalino) fino a pochi centimetri dal pelo dell’acqua. Normalmente le barche dei diving fanno scendere i subacquei leggermente sotto costa, in prossimità di Shark reef, da dove comincia la nostra immersione. Appena scendiamo veniamo colpiti dallo spettacolo di una parete mozzafiato sulla nostra destra che sprofonda nel blu cupo dell’abisso. Non ci soffermiamo ad ammirare gli alcionari e le formazioni madreporiche che la formano, non siamo qui per questo.

Scendiamo ancora un pochino e guardiamo nel blu, qui quasi sempre stazionano enormi branchi di pesce, ma non scordiamo di buttare un’occhiata anche un po’ più in basso, non è raro avvistare qualche squalo nuotare tranquillo e noncurante della nostra presenza, ma non esageriamo con la profondità, la limpidezza dell’acqua non deve farci dimenticare che siamo subacquei ricreativi, e comunque sia in tutta la zona sono severamente proibite immersioni più profonde di 30 metri.
Risaliamo un poco, sempre procedendo verso ovest, tenendo la parete alla nostra destra, dovremmo trovarci ora sulla “sella” che separa i due pinnacoli, qui possiamo ammirare diverse murene tropicali nelle loro tane tra gli alcionari gonfi dalla corrente, Pesci pagliaccio, Cernie tropicali, Balestra (occhio a questi, i loro dentini sono fin troppo robusti). Giunti a Jolanda reef, restiamo ancora un poco in acqua libera, leggermente distanti dal reef, anche qui normalmente stazionano grossi branchi di pesce, godiamoci lo spettacolo e dirigiamoci verso il reef.

Ras MohammedJolanda nella sua parte più ad ovest, a differenza del vicino Shark Reef presenta un fondale degradante, con profondità che varia dai -7 ai -15 metri, prima di sprofondare nell’abisso, e sul quale si trovano i resti del carico di un relitto trasportante containers carichi di sanitari destinati al mercato locale.
E’ proprio a questo relitto che Jolanda deve il suo nome. Terminiamo la nostra immersione e l’aria della nostra bombola, “passeggiando” tra lo scheletro di un container e i resti del suo contenuto, qui si incontrano sempre cernie tropicali multicolori, grossi Balestra Titano, Pesci Palla e, adagiati sul fondale splendidi esemplari di trigoni maculati, in compagnia di buffi Pesci Coccodrillo e grossi scorpenidi.
Terminiamo qui la nostra immersione risaliamo tristi, con ancora in mente lo spettacolo appena visto, e l’unica parola che riusciamo a pronunciare è… ancora!

TABA, UNA PERLA POCO CONOSCIUTA

Immersioni, spiagge di sabbia a due passi dalla barriera corallina, un clima ideale e la lussuosa bellezza del mar Rosso: è il momento perfetto per partire verso l’assolata quiete di una location ancora poco conosciuta, ma in grado di offrire grandi sorprese. A due passi dalle più belle escursioni del Sinai e di una indimenticabile Giordania

Montagne color cannella che si colorano di rosso e brillano all’alba, per poi allungarsi in un mare azzurro e corallino. L a meta egiziana ancora tutta da scoprire si chiama Taba. Sulla cartina non è altro che una catena montuosa, accoccolata tra Africa e Asia, in fondo al Golfo di Aqaba, sul Mar Rosso. Una porzione di Sinai che dista circa 200 chilometri da Sharm e 20 da Eilat, così da affacciarsi direttamente su Israele, Giordania e Arabia Saudita

Ma questa location nasconde la lussuosa Taba Heights, una stazione balneare a sud di questa lingua di terra, con le sue spiagge sabbiose, le più tipiche barriere coralline, la tranquillità di una meta ancora non presa d’assalto dal turismo di massa. E un clima perfetto, in questa stagione e per la gran parte dell’anno, per una parentesi di caldo relax, grazie alla temperatura sempre mite, che in questo periodo è particolarmente piacevole. A quattro ore di ore di volo dall’Italia.

Un’ottima opportunità per gli appassionati di immersioni e per i sub principianti, dato che tra i vari biotipi marini che conta l’area non ci sono, fortunatamente, i feroci predatori marini. Non a caso sono diversi gli operatori a puntare su Taba: ultimo in ordine di arrivo in questa costa mozzafiato della penisola egiziana, il Sinai Bay ClubMed, resort posizionato in una piccola baia chiusa tra le sommità rosate, che scivolano lentamente nel mare azzurro.

ALLA SCOPERTA DEL CANYON COLORATO
I colori di Taba li si riconosce dall’alto, atterrando all’ex aeroporto militare che sorge tra le alture, a circa 45 minuti di pullman da Taba Heights. Per potersi godere ogni sfumatura è necessario puntare verso sudovest, per una passeggiata di un paio di ore nel dedalo di arenaria multicolore che compone il Canyon Colorato. Un letto di torrenti in secca, dove fossili ed erosione delle rocce sono il segno di un passato marino che si è trasformato in forme ondulate dai toni malva, giallo, ora e rosa.

Nel tornare verso i complessi alberghieri, tra gli altopiani, si incontra la vera anima di questo deserto policromo, i beduini che con i loro accampamenti perpetuano una tradizione di nomadismo che dura da diversi secoli. Si contano in totale circa 70 mila beduini, divisi in una trentina di tribù, dedite principalmente all’allevamento e al commercio. Nel rispetto delle loro usanze ancor oggi vivono senza acqua corrente, elettricità o telefono, senza televisione.

SANTA CATERINA, AVVENTURA E TRADIZIONE
Chi ama crogiolarsi al sole ma di tanto in tanto non disdegna un po’ di avventura può dedicare una mezza giornata a una escursione indimenticabile. Siamo infatti sul Sinai: la terra, secondo la tradizione, dell’avventura biblica dell’Esodo, nonché il sito in cui Mosè ricevette i dieci comandamenti. Il Monte Santa Caterina (Gebel Caterina) ed il Monte di Mosè (Gebel Musa), che occupano la parte centro-meridionale della penisola, si trovano proprio a ridosso del celebre Monastero greco-ortodosso di Santa Caterina (Deir Sant Katreen). Si tratta del più antico monastero cristiano al mondo, costruito dall’imperatore Giustiniano sui resti di una cappella eretta dall’imperatrice Elena (madre dell’imperatore Costantino) nel 337 d.C proprio dove secondo la tradizione Mosè avrebbe visto il roveto ardente. Oggi è intitolato alla santa che morì ad Alessandria nel IV secolo quando, secondo la leggenda, fu torturata sulla ruota, decapitata e portata via dagli angeli. Il monastero ha preso il suo nome quasi seicento anni dopo, quando dei monaci affermarono di aver trovato il suo corpo intatto sulla più alta montagna dell’Egitto (2642 m).

Al monastero si arriva passando per una porta del muro che si trova sul lato nordorientale, unica via d’accesso da quando, nel Medioevo, la porta principale fu bloccata per tenere lontani i saccheggiatori. Tutt’ora ci vivono una ventina di religiosi, motivo per cui gran parte del monastero non può essere visitato dal pubblico: l’unico edificio sempre aperto è la Chiesa di Santa Caterina, detta anche Basilica della Trasfigurazione. Stile bizantino, tre imponenti navate, ecco il regno delle immagini sacre, con i loro colori caldi e i tratti orientali: qui vi si trova la più grande collezione di icone bizantine al mondo, alle quali è dedicata un’intera galleria (non visibile). Oltrepassato l’altare, si trova la Cappella del roveto ardente, il luogo più sacro del monastero. La biblioteca, per importanza seconda solo a quella del Vaticano, conserva oltre 3000 manoscritti antichi in greco, latino e altre lingue. Nel Museo si trovano icone bizantine dal valore inestimabile, porte meravigliosamente intagliate, bellissimi affreschi e altre decorazioni religiose in oro e pietre preziose.

PETRA E WADI RUM, IL FASCINO GIORDANO
Uno dei grandi vantaggi di Taba, senza dubbio, è la sua posizione. Permette di raggiungere in poche ore Israele (ma per passare il confine bisogna mettere in conto lunghe ore di coda) e, con un’ora di catamarano o di nave veloce, la Giordania. Aggiungete un paio di ore di autobus e, partendo di buon mattino, l’occasione è quella di fare una gita nella bellissima città troglodita di Petra. Arrivati ad Aqaba, non resta che gustare il passaggio per Wadi Rum e, durante le soste, sgranchirsi le gambe nella “Valle della luna“, proprio lì dove il Principe Faisal Bin Hussein e Lawrence D’Arabia insediarono il loro quartier generale durante la Rivolta Araba contro gli Ottomani durante la Prima guerra mondiale. Storia a parte, partendo da Taba alle prime ore del mattino si arriva all’ora perfetta per godersi questo dedalo di rocce monolitiche che si innalza per centinaia di metri, tra canyon e pozzi d’acqua.

Un modo per preparare gli occhi al grandioso spettacolo di Petra, una delle meraviglie del mondo antico, nonché il tesoro più prezioso della Giordania. Una città vastissima, costruita dai Nabatei oltre 2000 anni fa, che la ricavarono dalla nuda roccia e la trasformarono in uno snodo cruciale per le rotte commerciali della seta e delle spezie. C’è solo una lunga strada per accedervi: il Siq, una gola lunga più di un chilometro, stretta tra ripide pareti rocciose alte oltre 80 metri. Ancora una volta, sono i colori a impressionare, con i pendii che cambiano sfumature con il volgere della luce giorno, che colpisce le rocce donando riflessi diversi a secondo dei minerali di cui sono composte: dal rosso intenso al giallo paglierino, dal rosa tenue al più cupo dei marroni. Si cammina lentamente, affiancati di tanto in tanto dai carretti trainati da muli e cavalli (al sito non possono arrivare altri mezzi ti trasporto). E finalmente, dopo una brusca svolta, la parete si apre rivelando la fine del Siq e il Khazneh (il Tesoro). Una location “ad effetto”, famosa per essere lo sfondo ripreso per la sequenza finale di Indiana Jones e l’Ultima Crociata.

Non resta quindi che passare di fronte all’imponente facciata di nuda roccia dai toni caldi, larga 30 metri e alta 43 (detta Tesoro ma, nei fatti, è la tomba di un importante re nabateo) e lasciarsi condurre dal proprio istinto, o dai consigli della propria guida: per visitare l’intero sito servono almeno quattro o cinque giorni, ma per chi si accontentasse, anche un’intera giornata riserva indimenticabili sorprese. Centinaia le tombe scavate nella roccia con intricate incisioni, e poi obelischi, templi, altari sacrificali, il teatro romano, la strada colonnata, la vallata l’imponente Monastero di al Deir: per visitarlo bisogna salire una scalinata di 800 gradini scavati nella roccia. Chi fosse stanco di camminare si diriga invece al Museo archeologico o al Museo nabateo di Petra. L’importate è prendere la via del ritorno nel pomeriggio, quando il sole si trova nella posizione migliore per illuminare e far risaltare i colori naturali di queste rocce senza tempo.

PER SDRAMMATIZZARE UN PO’

IMPERO DI ALBERTO ANGELA: PARLA ANCHE DEL MAR ROSSO

Con il suo primo romanzo, ‘Una giornata nell’antica Roma’ (bestseller Mondadori da oltre 400 mila copie e traduzioni in inglese, francese, tedesco, spagnolo, russo, cinese, giapponese e coreano) ci aveva guidato per 24 ore tra il Colosseo e il cuore dell’impero di Traiano, in un ipotetico martedi’ del 115 dopo Cristo.

Ora Alberto Angela riparte dal giorno successivo, un mercoledi’, per la sua seconda prova da romanziere che esce in questi giorni edito da Mondadori e Rai Eri. ”E’ il libro che avrei sempre voluto leggere e che ho spesso consigliato di scrivere”, racconta il paleontologo-conduttore, che come protagonista di questo racconto fitto oltre 500 pagine ha scelto un sesterzo di bronzo, moneta del valore di poco piu’ di due euro, ma ”veicolo straordinario perche’ passa di mano in mano”, dal marinaio al signore, dalla prostituta al filosofo fino al gladiatore.

Frutto di tre anni di ricerche, il viaggio immaginario di Angela salpa da Roma, dove si tornera’ piu’ volte e dove assisteremo alla corse delle quadrighe al Circo Massimo, puntando prima verso il nord dell’Impero, tra la Londra tutta costruita in legno, la Provenza e le vigne del Mosella (dove si scopre che lo spumante lo inventarono i romani ben prima dei francesi). E poi ancora da Milano, gia’ regno dello shopping delle belle romane, giu’ per la via Emilia ”il piu’ grande monumento che ci e’ stato lasciato”, con i suoi 80mila chilometri scanditi gia’ al tempo da Statio e Mansio (gli equivalenti degli autogrill e motel) fino a Ostia. E poi in Spagna, tornando nella tentacolare e scandalosa Baia alle porte di Napoli, dove il vulcano Somma aveva ricoperto Pompei. E ancora Alessandria d’Egitto, dove la moneta entra in un prostribolo e ne esce per visitare le tombe dei faraoni in mano a un filosofo, puntando dritta al Mar Rosso e all’india.

Un viaggio lungo piu’ di due anni, durante il quale ogni elemento, vicenda, personaggio e’ vero, o al massimo verosimile, con numerosi dialoghi e persino barzellette ripresi da Ovidio, Marziale, Tacito e Giovenale. Si scopre cosi’ che Roma riusci’, quasi duemila anni fa, a realizzare il primo esempio di globalizzazione, in un impero che aveva un’unica lingua parlata ovunque, il latino, una sola moneta e dove, in ogni luogo, si poteva trovare lo stesso olio o la stessa tunica, magari con una stoffa tinta a est e cucita a ovest. Una societa’ multietnica dove chiunque poteva diventare imperatore, con un altissimo tasso di alfabetizzazione e un ottimo codice legislativo e dove spesso le donne avevano molta piu’ liberta’ di quella che possiamo immaginare. E tra barbari che sognano di diventare cittadini romani, legionari allenati come macchine da guerra, maghe pratiche del voodoo, ricche e viziate patrizie e un truffatore come Fronteius, che accumulo’ ricchezze tra appalti e clientelismo, anima di questo viaggio e’ Traiano: ”il piu’ grande imperatore di Roma”, il cui profilo campeggia sul sesterzio, ”uomo umile e coraggioso, che porto’ l’impero alla sua massima espansione e ricchezza”. Molto di questo racconto, conclude Angela, ”e’ rimasto fuori, con ben tre capitoli che ho dovuto tagliare. Chissa’ – conclude – magari saranno utili per un terzo romanzo”.

ALESSANDRIA D’EGITTO

Alessandria è spesso proposta dai tour operator come meta ideale per un weekend sotto il sole, in ogni stagione dell’anno, oppure come visita giornaliera per chi si reca per un soggiorno balneare nella sempre più famosa località di El Alamein. In entrambi i casi vale davvero la pena di visitare questa città-mito nell’antichità che, dopo alterne fortune, oggi sta tornando a splendere.

Fondata da Alessandro Magno – che infatti le diede il suo nome, intorno al 330 a.C. – Alessandria vide il trionfo e la caduta della regina Cleopatra, ospitò un porto il cui faro era annoverato tra le Sette meraviglie del mondo antico, e fu sede della più importante biblioteca del mondo per ben 600 anni. Poi tutto il suo glorioso passato cadde per secoli nell’oblio.

Quando Napoleone vi sbarcò nell’800, Alessandria era solo un villaggio di pescatori, con tante palme e qualche rudere antico. Ma Bonaparte decise di riportarla all’antico splendore e ne fece uno dei principali porti commerciali del Mediterraneo, dove si stabilirono mercanti ricchissimi (costruendovi sontuose ville e palazzi) e la città iniziò di nuovo ad attirare viaggiatori e intellettuali da tutto il mondo.

Negli anni ’60, per via delle scelte politiche dell’Egitto, Alessandria si richiuse nuovamente al mondo. Ma negli ultimi decenni, la città è rinata, anche un po’ per caso: quando si decise di radere al suolo gli edifici più disastrati del centro della città, si ebbe la sorpresa di trovare nel sottosuolo molti resti archeologici, tra cui anche dei frammenti dell’antico faro. Tutto ciò contribuì a fare rinascere l’orgoglio degli alessandrini e la ricostruzione. Così oggi si può veramente dire che Alessandria è diventata un polo culturale e turistico di grande importanza.

Ecco dunque le principali attrattive della città:
* Il Museo Nazionale (situato nel Al-Saad Bassili Pasha Palace): contiene una collezione di 1800 pezzi risalenti all’Egitto dei Faraoni e a quello dei Cesari, con splendide statue e mosaici.
* La nuova Biblioteca Alessandrina, un modernissimo edificio di pietra e vetro a forma di cilindro inclinato, inaugurato nel 2003 e vero simbolo della rinascita di Alessandria; contiene anche un piccolo museo di arte antica.
* Il Forte Qaitbay, costruito nel Trecento sulle rovine dell’antico faro: in questa zona si trovano variopinti mercatini alimentari e, nei suoi pressi, la Moschea di Abu Abbas Al-Mursi (di costruzione relativamente recente), nonché le tombe della necropoli di Anfushi, risalenti al II secolo a.C.
* La piazza della Liberazione (Midan Tahrir), da cui si entra in un enorme suk dove odori e profumi di pane e di spezie riempiono l’aria e le narici.
* Dal suk si raggiungono poi le grandiose catacombe di Shouqafa, anche queste ritrovate per caso nei primi anni del Novecento. il visitatore può accedere alle sontuose camere mortuarie colme di statue fregi del periodo egizio.
* Vicino al sito delle catacombe svetta la Colonna di Pompeo, in granito rosso, risalente al terzo secolo.
* Infine, l’Anfiteatro romano, il cui sito include le rovine delle terme e molti reperti recuperati in mare, tra cui alcuni frammenti del famoso faro dell’antichità.

GIRAVA VOCE CHE GLI SQUALI FOSSERO DUE……

Nei giorni scorsi girava voce che gli squali che avevano attaccato bagnanti a Sharm el Sheikh fossero due e non solo uno.
Ma di voci ne sono girate di tutti i tipi e anche a questa notizia avevo dato il peso che voci incontrollate devono avere.
Tuttavia ecco emergere dalle profondità del web, una lettera che chiarisce che non si trattava di voce incontrollata:

Spettabile Redazione,
un paio di giorni fa vi ho scritto per comunicarvi le mie conclusioni sugli attacchi di squali in seguito all’esame dei morsi inferti alle prime tre vittime che ho effettuato dietro richiesta della Chamber of Diving and Water Sports of Egypt. Alcuni media hanno riportato il mio comunicato, mentre altri hanno continuato a riportare informazioni inesatte e commenti non pertinenti espressi da persone che nulla hanno a che fare con la ricerca sugli squali.
E’ stato appena comunicato da parte dei tre maggiori studiosi di attacchi di squali del mondo, Ralph Collier, Marie Levine e George Burgess (i primi due dei quali contattati dal governo egiziano dietro mia indicazione), che la mia identificazione delle specie responsabili era corretta. Le specie responsabili sono quindi un longimano, Carcharhinus longimanus, e uno squalo mako dalle pinne corte, Isurus oxyrinchus. 

Distinti saluti,

9/12/2010
Dott. Alessandro De Maddalena

Pubblico perchè sono un pazzo? Pubblico perchè sono interessato a boicottare il turismo di Sharm?? Sono proprietario di Egittiamo Caffè a Naama Bay, di tutto mi si può accusare ma non di volermele tagliare da solo.
Pubblico innanzi tutto per amore della verità.
In secondo luogo ritengo sempre più probabile che non si tratti di uno squalo impazzito (vedi filmato dello Longimanus che girella tranquillamente vicino a un gruppo di sub). E a riprova, gli squali a questo punto sarebbero due. E siccome per natura sono molto scettico riguardo alle coincidenze, ritengo sempre più probabile che qualcosa di esterno ed anomalo, abbia provocato gli attacchi. Qualcosa che potrebbe essere proprio l’abbandono in mare di carcasse di animali morti.

E a questo punto, dopo tante chiacchiere, dopo tante notizie riportate cercando di filtrare quelle sensate dalla spazzatura, credo di essermi fatto un’idea abbastanza precisa sull’accaduto. E qui, sempre e rigorosamente come Mr. Nessuno, non volendo assolutamente ergermi a esperto (che non sono) ne a voler confutare le teorie dei massimi esperti, dico come la penso su tutta questa vicenda

In occasione della festa dell’Ali dal (scusate il sicuro errore!) sono state sgozzate capre e montoni. Probabilmente da una nave sono state gettate a mare carcasse di animali morti durante il trasporto, comportamento superficiale per le conseguenze che questo gesto ha avuto, probabilmente solo perchè fatto troppo vicino alle coste di Sharm.

Questo fatto ha causato una inusuale concentrazione di pesci e di squali.

Nella foga del magna magna qualche squalo ha inavvertitamente morsicato e mutilato delle persone.

Il fatto è drammatico, sono il primo ad essere solidale con le vittime, ma riportando tutto ad un esame obbiettivo della cosa, era probabilmente prevedibile se si fosse saputo quello che stava succedendo.

Scatta la caccia alla bestia impazzita, il mare si riempie di pastura atta ad attirare gli squali. E ovviamente gli squali arrivano! Ne viene catturato uno, due, cinque!

I giornalisti occidentali ci vedono uno scoop imperdibile, il Mar Rosso diventa il paradiso degli squali mangiauomini!!

Ognuno spara la sua cazzata, facendo a gara a chi la spara più grossa. Mi è fin capitato di leggere che lo squalo è stato messo dai servizi segreti israeliani per boicottare il turismo del Mar Rosso (ma scusate, l’Egitto non è spesso accusato di favorire fin troppo spesso Israele??)

I giorni passano, la caccia continua. E lo squalo scorrazza tranquillamente lungo la costa di Sharm. Ieri Emilio Fede (altro guru dell’informazione!!) si è sbilanciato dicendo che era stato accerchiato!!! Accerchiato?????? Come fosse un gommone di pirati somali!!!! Ahahahhaha ma come c…. si fa ad accerchiare uno squalo??? Mah

Morale della favola.
Molto probabilmente non si tratta di uno squalo impazzito, ma di uno squalo che ha scambiato delle persone per delle capre morte. La continua pastura del mare serve solo a fare in modo che questi splendidi animali se ne restino qui dato che gli viene servita senza fatica colazione, pranzo e cena!
Probabilmente, se smettessimo di dargli la caccia e smettessimo di pasturare, lo squalo se ne andrebbe come è arrivato, o forse rimarrebbe qui per la gioia dei diving.

Spero che le mie conclusioni siano le stesse che avranno gli esperti. Episodio anomalo, nella sua drammaticità, ma episodio che ci sta in un mare in cui gli squali esistono da sempre.

Mentre nei primi giorni ero favorevole alla caccia allo squalo fino a cattura avvenuta, oggi ritengo che non si tratti di un animale impazzito e quindi da eliminare a tutti i costi. E abbraccio le teorie animaliste, non nei suoi estremismi, ma cercando sempre di mediare. Dobbiamo imparare a rispettare la natura, ad accettare l’evento sporadico, a convivere con lei. Che questa faccenda serva a far capire che il mare non è un giocattolo, che dare da mangiare a pesci danneggia l’ambiente, che rincorrere una tartaruga provoca il suo allontanamento per sempre, che sott’acqua si deve osservare, non toccare! E a proposito di osservare: sono convinto che migliaia di snorkelisti, mentre osservano la barriera affascinati da mille pescetti colorati, sono stati e saranno sempre osservati da squali e grossi pesci che nuotano nel blu alle loro spalle! E mai sono stati attaccati da questi animali che non lascerebbero loro alcuna possibilità!

Meditate e prendete consapevolezza!

Mr Nessuno

Link alla lettera del Dott. De Maddalena

Fotografie: a sinistra in alto lo squalo Mako, a destra sotto il Longimanus

ECCO LO SQUALO DI SHARM!!!!

Come anticipato ieri, PierPaolo, che amministra insieme a ma la pagina FB Sharm el Sheikh, creata da Marco Piva ha filmato lo squalo che da giorni attanaglia Sharm

Un incontro incredibile, si erano immersi da pochi minuti

Vi rimando alla pagina FB dove potete vedere il filmato. Solo oggi abbiamo avuto dalla polizia il consenso alla pubblicazione, dopo che il filmato è stato esaminato dagli esperti e è stato confermato che lo squalo è proprio quello a cui si sta dando la caccia!!!

Buona visione!

Clicca qui per vedere il filmato di cui tutti parlano!!!

COSTA ALLEGRA: SULLA NUOVISSIMA ROTTA

Surfando nel web alla ricerca di notizie per il blog, mi sono imbattuto in un post di un viaggiatore che ha partecipato alla prima crociera della Costa Allegra in Mar Rosso. Navigando nel suo blog troverai vari articoli che parlano di Sharm, della crociera, dell’esperienza che ha appena vissuto. Io mi limito a pubblicare il post riassuntivo finale e a darvi il link a fine articolo

Sonoappenatornato!

Dalla sabbia alla neve, il volo da Sharm a Milano Malpensa è atterrato alle 19:30 di questa sera, riportandoci al freddo inverno italiano. Che vacanza: la scheda di memoria della macchina fotografica, il cui contenuto ho appena scaricato sul pc, contiene centinaia di ricordi di una crociera davvero super!

“I have a dream” e serata italiana. Sono stati questi gli appuntamenti dell’ultima e lunga serata a bordo di Costa Allegra; questa mattina, sotto un sole tropicale, lo sbarco definitivo di tutti gli ospiti e l’inizio del lungo viaggio di rientro.

Com’è andata? Un paio di considerazioni.

Una prima certezza: si tratta, a mio parere, di uno degli itinerari in assoluto più interessanti e ricchi di tutta l’attuale programmazione Costa. Da questa prospettiva è una crociera top, in grado di offrire tantissimo da un punto di vista culturale ma anche, parallelamente, tanto mare. E che mare!

Per molti è stata una settimana impegnativa: tante le escursioni interessanti e molte piuttosto lunghe (8-9-10 ore) per via delle distanze importanti delle varie località rispetto ai porti di scalo.

Ma ne è valsa la pena: in una sola settimana io ho avuto la possibilità di visitare il Monastero di Santa Caterina, Petra, Massada, il Mar Morto, di godermi il turchese del mare più bello ed anche un pizzico di nave. Ma c’è anche chi ha preferito all’isola e alla nave la magica Luxor ed ancora il Cairo con le piramidi.

Insomma, veramente tantissimo! Provate ad immaginare di visitare tutto questo da terra e in una sola settimana … scoprirete che non esiste possibilità di paragone.

E, non per ultimo, l’estate! In pieno inverno temperature diurne sempre vicine ai 30°C: abbiamo salutato l’inizio di dicembre in maniche corte e occhiali da sole. Ed ancora i paesaggi, il fascino magico del deserto, della sabbia rossa, dell’Egitto in generale, i colori di queste terre, i tramonti, il calore asciutto del sole, la maestosità di un cielo illuminato da milioni di stelle brillanti. Ricordi, alla fine del viaggio, impressi nella mente e che regalano assoluta pace e serenità.

L’insieme di questi due elementi, già da soli, sono stati in grado di creare un forte “stacco” dalla vita quotidiana lasciata a casa. Sembrerà strano ma ancora adesso non mi rendo pienamente conto di essere rientrato.

Una seconda considerazione riguarda la nave e la vacanza Costa Crociere.

Saranno state le dimensioni ridotte di Costa Allegra, sarà stato merito di una squadra collaudata e ben funzionante o l’insieme di entrambi i fattori, non saprei esattamente. Fatto è che, volendo offrire una valutazione oggettiva, durante tutta la settimana siamo stati i destinatari di un servizio molto attento, puntuale e curato. Al ristorante, al buffet, al desk informazioni: ogni piccola o grande problematica è sempre stata gestita con tanta cortesia e professionalità. Un trattamento, spesso, con tanto di guanti bianchi. E soprattutto un sistema complessivamente funzionante. Fino ad oggi, probabilmente, uno dei migliori.

Da questo punto di vista, ricalcando un po’ quello che è il programma “Bravissimi” di Costa, un ringraziamento personale e particolare va senza dubbio al GRM di bordo, Silviu Bordei. Ruolo chiave il suo per i soci CostaClub (e non solo) che ha gestito con professionalità, carisma e tanta disponibilità, offrendo quella discreta ma puntuale attenzione “in più” che fa la differenza. Grazie Silviu!

Tutto perfetto, possibile?

Oggettivamente, nonostante questa fosse la prima crociera nel Mar Rosso per Costa Allegra e la sua squadra, tutto, nel mio caso, ha funzionato correttamente.

Gli anni passano, i tempi cambiano, così le preferenze, le politiche e le scelte strategiche. Cosa rimane costante, costituendo di fatto un fattore di successo, è l’esperienza maturata sul campo, sono i 60 anni di storia alle spalle, che consentono all’ospite, ancora oggi, di rientrare a casa con l’ormai famosa sindrome del “sonoappenatornato”, tanto forte da indurlo a pensare già alla prossima. Facendo magari come il sottoscritto che, prima di spegnere il pc per questa sera, ricordando tra le altre cose quelle piacevolissime coccole al cioccolato della buonanotte in cabina, scorre le prossime partenze privilegio ricominciando, un’altra volta, a sognare …

Grazie a tutto l’equipaggio, grazie all’organizzazione, grazie a tutti i blogger presenti con me a bordo, grazie a tutti voi che da casa ci avete seguiti giornalmente.

Leggi altri articoli direttamente dal blog dell’autore

FINALMENTE LA VERITA’ SULLO SQUALO COMINCIA A SALTARE FUORI!!!

Da buon Mr Nessuno non posso far altro che pubblicare con soddisfazione l’articolo apparso su Yahoo in merito alla vicenda dello squalo di Sharm. Almeno una parte della terribile verità è emersa.
Le mie considerazioni e i miei consigli da Mr Nessuno alla fine dell’articolo.

Dall’inizio dell’anno nel mondo gli attacchi degli squali contro le persone sono stati in tutto 90. In 13 casi i pescecani si sono limitati a infastidire i bagnanti, per ben 57 volte li hanno feriti arrivando addirittura a uccidere dieci esseri umani. Nell’ordine, le coste più a rischio per gli attacchi degli squali sono quelle statunitensi, australiane e sudafricane.

ALLARME A SHARM EL-SHEIKH – Anche se l’ultimo episodio in ordine di tempo si è verificato a Sharm el-Sheikh, in Egitto. Una bagnante tedesca è stata uccisa da uno squalo nel golfo di Neema sul Mar Rosso. Tutte le spiagge di Sharm sono state chiuse e i bagni in mare proibiti dalle autorità locali. Al momento non si conosce ancora il nome della vittima, della quale è stata resa nota soltanto l’età: 70 anni. Per Sharm el-Sheikh è il quinto attacco di squali in sei giorni. Poche ore dopo la riapertura delle spiagge, il nuovo attacco contro la 70enne tedesca. L’aggressione è avvenuta a pochi metri dalla spiaggia del lussuoso Hyatt Regency. L’anziana tedesca, con maschera e pinne, stava facendo snorkeling sui fondali corallini. Lo squalo l’ha assalita da destra, azzannandole un braccio e una coscia, e facendola morire dissanguata.

ATTACCHI A RAFFICA – Subito le autorità locali hanno iniziato a richiamare a riva tutti i bagnanti per fare in modo che nessuno rimanesse in acqua. E nessuno ormai si fida più a tuffarsi nelle acque del mar Rosso, in quanto il panico si sta diffondendo tra i turisti. L’ambasciata italiana in Egitto hanno diramato un avviso a tutti i tour operator che lavorano a Sharm el-Sheik e nel vicino parco marino di Ras Mohamed, sollecitandoli a invitare personalmente tutti i turisti italiani a non andare in acqua.

FESTA DEL SACRIFICIO – Secondo alcuni ricercatori, riferisce l’agenzia Reuters, l’avvicinamento anomalo alla costa dei predatori del mare può essere legato all’impoverimento della fauna marina, dovuta anche alla pesca clandestina, o al fatto che a novembre, nei giorni che hanno preceduto la festa del Sacrificio musulmana, sono state gettate in mare centinaia di carcasse di ovini. Come spiega a Ilsussidiario.net l’islamologo Paolo Branca, si tratta di un rito cruento nel corso del quale i poveri animali sono lasciati morire dissanguati.

Ma ecco la parte sconvolgente della faccenda!!!!

Ogni anno, durante la festa del Sacrificio, sono macellati circa 300 milioni di ovini nel mondo e scorrono 1 miliardo e 800 milioni di litri di sangue. E proprio il fatto di avere gettato in mare carcasse degli animali, destinati alla festa del Sacrificio e morti durante il viaggio, avrebbero spinto gli squali ad avvicinarsi alle coste egiziane. Come spiega a Ilsussidiario.net l’islamologo dell’Università Cattolica, Paolo Branca, «per ricordare il sacrificio di Abramo, che invece del figlio immola un agnello, ciascuna famiglia musulmana ogni anno uccide un ovino. E il rito islamico prevede una particolare modalità di macellazione. Pecore e capre sono infatti sgozzati e lasciati morire dissanguati, poi la loro carne è spartita tra i membri della famiglia. Questo comporta diversi problemi pratici».
Come sottolinea sempre Branca, «i 2-3 milioni di pellegrini che raggiungono contemporaneamente La Mecca compiendo il rito del sacrificio arrivavano negli anni scorsi a inondare la città santa di sangue, finché le autorità saudite hanno stabilito che tutte le macellazioni dovevano avvenire nel macello centrale». E aggiunge il professor Branca: «Alla Mecca e in altre capitali arrivano navi cariche di ovini da Australia e Nuova Zelanda. Il lungo viaggio per mare comporta diversi disagi per le povere bestie, che secondo il rito islamico devono arrivare vive. Per non parlare delle condizioni igieniche precarie, in particolare nelle grandi città, dove gli animali sono lasciati a gocciolare sangue lungo le strade finché non muoiono dissanguati».

E ora da perfetto Mr Nessuno, mi permetto di fare alcune semplicissime considerazioni personali, che sicuramente qualche signor Sotuttoio si affretterà a confutare dandomi dell’ignorante.
Il problema e il motivo per cui fino ad ora non ne ho parlato è duplice. Da un lato c’è il business del turismo, che va perentoriamente salvaguardato. Dall’altro lato c’è un serio problema religioso.
La combinazione di questi due fatti, vivendo io in Egitto, mi ha fatto rallentare un attimo, certo del fatto che i miei lettori più intelligenti capiranno e che dei cretini sinceramente non me ne occupo.
Il fatto che da una nave siano state scaricate in mare selvaggiamente pecore morte, il cui sangue ha attirato squali di ogni risma è molto probabile. Nei prossimi anni sicuramente motovedette egiziane e magari anche Nato, seguiranno da vicino le navi adibite a questo trasporto e il problema non si ripresenterà più. Business is business e sicuramente questi tasporti saranno controllati come i trasporti dei furgoni della zecca. Qualcuno mi ha anche obbiettato (in privato) che la festa si fa tutti glia nni e non è mai successo nulla. Alle coincidenze per carattere credo poco. Potrebbe essere che quest’anno la nave abbia scaricato il suo carico di morte 10 ore dopo, a 20 miglia più a nord, o che la corrente puntasse direttamente Sharm mentre di solito puntava verso il largo!!
Il problema di fondo però a mio avviso è un altro: lo squalo responsabile delle aggressioni non mi risulta sia stato ancora catturato. Questo particolare esemplare ha sviluppato un senso di caccia diverso dalle sue normali abitudini alimentari. Ha scoperto che la carne dell’uomo gli piace. Va quindi assolutamente catturato, o ucciso con buona pace degli animalisti – ambientalisti – comunquisti. Dispiace comunque uccidere un animale, ma se ne va della vita delle persone…. beh, non mi pare ci sia molto da discutere.
Il vero problema non è a mio avviso uccidere uno squalo. Ne uccidono a centinaia ogni giorno in giappone per fare le zuppette, non siamo ipocriti! Amici ….isti, rivolgete altrove la vostra attenzione! Il problema è se il nostro pesciolone per caso avesse deciso di andare a fare il weekend in Sudan. Non avendo il GPS a bordo, nessuno potrebbe saperlo e tutti resteremmo qui a cercarlo mentre lui si sta facendo servire un Napoleone crudo 100 miglia a sud di Marsa Alam.

Il secondo problema è dovuto al metodo con cui lo squalo viene attirato per essere ucciso (o catturato che dir si voglia!).
In mare vengono gettate centinaia di chili di carne sanguinolenta e puzzolente. Gli squali arrivano e mangiano, cadono nella trappola e vengono catturati. Ma dopo quanto tempo dalla fine dell’operazione pastura sarà saggio entrare in acqua?? Ossia, dopo quanto tempo uno squalo decide di abbandonare un territorio a lui non congeniale?
Il problema è serio: nel senso che gli squali normalmente disertano la costa prospiciente Sharm non tanto perchè non offre adeguato nutrimento. Lo squalo evita il rumore, lo infastidisce. Migliaia di persone che zompettano sull’acqua creano un sottofondo che lo disturba, probabilmente non percepisce bene i suoni che invece gli indicano le prede. E allora se ne sono andati da Sharm. Ma se le spiagge vengono chiuse e i turisti si riversano nelle piscine, il rumore di sottofondo sparisce e magari gli squali scoprono che il Mare di Sharm interessa anche a loro!!! E come la mettiamo??
Una soluzione ci sarebbe: fare in modo che le barche (ce ne sono più di 300 a Sharm!!) invadano la costa col loro rumore, creando disagio agli squali che non apprezzerebbero più tanto la costa di Sharm. Ma chi pagherebbe le giornate di lavoro e il carburante delle barche?? Gli amici -isti si adireranno all’idea di centinaia di motori che girano perdipiù a vuoto, ma la cosa potrebbe anche funzionare.
A conclusione di tutto sto pistolotto, io, da perfetto Mr Nessuno, ho deciso che per almeno 15 giorni dalla fine dell’operazione pastura non entrerò in acqua. Mi sembra abbastanza idiota fare il bagnetto in una zona in cui fino a qualche giorno prima il mare veniva trattato come un sontuoso banchetto in grado di attirare gli squali! Siccome di pelle ne ho una sola, preferisco darci un minimo di importanza e non entrerò in quell’acqua esattamente come non entrerò in una gabbia dei leoni anche se mi dicono che sono mansueti.

Spero di non avervi annoiato con le mie teorie balzane! Sono solo Mr Nessuno, che ascolta quello che riesce ad ascoltare e pensa con la sua testa senza dar troppo retta a espertoni e scienziati.
Aspetto i vostri commenti, li pubblicherò se non offensivi e troppo filoanimalisti. Mi scuso in anticipo, ma il discorso animalista nei confronti di un animale che uccide e rischia di mandare sul lastrico migliaia di lavoratori, lo metto in centotrentottesimo posto. Abbiate pazienza! E’ solo un pesce, la sua scomparsa certamente non pregiudicherà la sopravvivenza della specie! Che si debba educare la massa all’uso del bene Mar Rosso sono perfettamente d’accordo, ma al momento si deve risolvere la crisi acuta. Non vorrei che per salvare un pesce morissero altre persone!
Vi aspetto per approfondire come sempre ad Egittiamo caffè! Una bella pastasciutta mette d’accordo tutti!!!! Un abbraccio da Mr Nessuno

SQUALO A SHARM: COMUNICATO UFFICIALE

Mi scuso per non avere il tempo materiale di tradurre il testo in italiano: Questo è il comunicato ufficiale del CDWS, l’ente preposto alla sorveglianza delle acque del mar Rosso per quanto riguarda le attività subacquee e di sport marini

Press release
1 December 2010

CDWS statement on shark incident in Sharm el Sheikh

Egypt’s Chamber of Diving and Watersports (CDWS) has today (1 December) been instructed by the Ministry of Tourism (MoT) that all diving and watersports activities are to be suspended in Sharm el Sheikh, with the exception of the Ras Mohammed National Park, following reports of three shark attacks.

Authorities informed the CDWS that three Russian tourists have been attacked in three separate incidents in the last 24 hours in an area north of Naama Bay. The victims, one male and two females, are currently being treated in hospital. One of the injured is reported to be in a critical condition. All were snorkelling at different times of the day on local reefs when the attacks happened. No names have been officially released.

The MoT has instructed all beaches to be closed to the public and all diving and watersports activities to be suspended until the end of the day tomorrow (2 December) across the whole of the Sharm el Sheikh coast, with the exception of the Ras Mohammed National Park.

Officials from the South Sinai National Park have tracked down the shark in question – confirmed to be an adult oceanic white tip shark. The South Sinai National Park, led by head marine biologist Mohammed Salem, is currently attempting to capture the shark with the aim of releasing it back into the wild in a remote area in the Gulf of Suez. The chosen location will be a safe distance from any tourist resorts in the Red Sea.

CDWS is working together with officials and shark experts to determine the causes behind such unusual behaviour, including possible indications of illegal fishing or feeding in the area.

Appealing for calm, CDWS chairman Hesham Gabr underlined the extreme rarity of such an incident, particularly in the Red Sea where around three million people each year enjoy water activities without incident.

Mr Gabr said: ‘We are monitoring the situation very closely and working together with all authorities to ensure the safety of all members and visitors in the Red Sea. Our thoughts are with the victims and their families.

‘This is an extremely unusual incident. However, with such a frequency of attacks in the last 24 hours, measures have been taken by the MoT to close the sea to give teams working the sufficient time to track down and capture the shark safely.’

Richard Peirce, the chairman of the Shark Trust in the UK, confirmed that such behaviour is extremely unusual and said it was highly likely this may have been provoked by possible illegal fishing in the area.

Mr Pierce said: ‘The Shark Trust understands that the animal thought to be responsible for the attack in Sharm el Sheikh is an oceanic white tip shark. It is probable that the tragic attacks were triggered by a specific activity or event, and the Trust further understands that the Egyptian authorities are carrying out investigations. Attacks on humans by sharks are extremely rare and this species would normally not be found close to shore on bathing beaches. The Trust has been informed that a single animal is thought to be responsible for all three incidents and that attempts are being made to catch the shark.’

Figures from the International Shark File, which has a global database dating back to 1580, show that there have only been nine reports of attacks by oceanic white tip sharks on humans since records began. Of these attacks, five were registered as ‘unprovoked’, three ‘provoked’ and only one fatal.

DIVIETO DI BALNEAZIONE IN TUTTO IL SINAI

Le notizie sullo squalo Longimanus purtroppo non sono finite.

Ieri sono state due le donne attaccate dalla squalo. La prima è stata attaccata direttamente sotto la floating del diving del Coral Bay. Lo squalo ha letteralmente asportato mano e avambraccio della turista.

Poco dopo un’altra donna è stata attaccata: mangiato un piede e morsicata alla schiena.
Nella mattinata di oggi una nave oceanografica francese ha iniziato a dare lacaccia allo squalo, supportato da gommoni della polizia. Un’altra turista, a ridosso del reef, è stata attaccata e ha perso entrambe le braccia.

Lo squalo, dopo aver attaccato un gommone della polizia, ha al momento fatto perdere le sue tracce.

La caccia ovviamente prosegue.

Il divieto di balneazione è esteso a tutta la costa!!!!

Faremo il possibile per tenervi aggiornati anche se è particolarmente difficile avere notizie sicure!!!!

IMPARIAMO IL RISPETTO PER L’AMBIENTE DAI BAMBINI

Magica997 probabilmente ha solo 13 anni visto il suo nick.
Eppure nonostante la sua giovane età ha scritto un pezzo sulla barriera di Sharm da cui trapsre un amore immenso per questa fragile struttura. Se queste sono le nuove generazioni, la barriera del Mar Rosso ha molte speranze di farcela! Brava Magica!

Avevo sei anni quando andai per la prima volta a Sharm El Sheik,un paesino egiziano situato sul Mar Rosso,con un mare che vanta una delle più belle barriere coralline del mondo.Ricordo che tuffandomi in quella distesa salata,per la prima volta,compresi quanto fosse meraviglioso il mare.La barriera corallina era costellata di coralli variopinti,per non parlare di quante meravigliose varietà di pesci colorati vivevano tra le braccia della flora marina:pesci pagliaccio,pesci scorpione,pesci palla,pesci trombetta,razze,murene,pesci angelo.Mi sembrava di vivere in un mondo magico, dove non avrei potuto dimorare,ma nel quale avrei potuto benissimo rifugiarmi.L’acqua cristallina,iridescente per i raggi del sole,mi abbracciava,ad ogni mia immersione,quasi a proteggermi.Sott’acqua dimenticavo di non poter respirare e restavo sul fondale,cullata dalle onde che smuovevano la sabbia come volerla far danzare.Ogni anno,ritornando in questo mondo fantastico, sentivo che quella magica atmosfera andava svanendo.Quest’anno sono ritornata a Sharm, mi sono subito tuffata in mare,ma la magia era scomparsa,ho avvertito una fitta al cuore:molti tratti della barriera sono andati distrutti,a causa dei molti bagnanti che toccano i coralli o ne staccano dei pezzi per portarli via come souvenir.Non tutti sanno che anche solo spezzando un minuscolo corallo o semplicemente sfiorandolo,se ne determina la morte e la trasformazione in pietra.Così,quella gente sconsiderata, rovina in un secondo ciò che per formarsi ci ha messo centinaia di anni.Purtroppo,i turisti per poter ammirare da vicino le diverse specie di pesci,offrono loro del cibo,ignari di alterare così un’ecosistema che è naturalmente ben compensato.Perché nel  reef i pesci trovano il loro habitat naturale e tutto ciò che gli occorre per sopravvivere.Io mi chiedo che cosa si può fare?Certamente istruire l’uomo.Per difendere la biodiversità e l’ecosistema naturale del reef non è necessario fare grandi cose,ma semplici gesti che,sommati tra loro,darebbero un grande risultato.Per esempio,basterebbe che ogni struttura ricettiva attuasse degli spot progresso sulle tematiche inerenti la tutela dell’ambiente marino e sugli effetti negativi.Sarebbe bene che ognuno di noi sapesse che spezzare un corallo equivale all’amputazione di un braccio.Spero che ognuno di noi si renda conto della necessità di proteggere ogni ecosistema  nel quale vivono in equilibrio armonico le biodiversità.Basterebbe solo guardare la barriere corallina viva,mista a quella distrutta, per rendersi conto che stiamo distruggendo un mondo meraviglioso facendolo diventare un deserto pieno di tristezza e desolazione.

A GATTINARA LE FOTO DI FRANCO GUALA

Nell’ambito dell’iniziativa “ALLA SCOPERTA DEI PARADISI TERRESTRI”, venerdì 12 novembre, alle ore 21.00, presso la sala conferenze dell’Istituto Alberghiero “Mario Soldati” di Gattinara, saranno proiettate straordinarie immagini su “WEST PAPUA E I DELFINI DEL MAR ROSSO” a cura di Franco Guala, campione mondiale di fotografia subacquea.

«Queste immagini – commenta l’Assessore all’Ambiente Mario Mantovani, promotore dell’iniziativa – permettono di scoprire l’affascinante mondo sottomarino. Sarà un viaggio fotografico attraverso luoghi e persone
Franco Guala, vincitore Festival internazionali come quello di Antibes e di Strasburgo di fotografia subacquea, regalerà attimi emozionanti dove i presenti avranno la possibilità di scoprire le meraviglie del mondo sommerso.
Guala è capace di esprimere attraverso le sue fotografie, che sono vere e proprie opere d’arte, sensazioni ed emozioni di un particolare momento, trasmettendo nel pubblico un insolito coinvolgimento.
Si potranno, quindi, apprezzare le immagini, anche nei dettagli, grazie al commento dell’autore, che accompagnerà i presenti attraverso questo percorso figurativo, sottolineando le peculiarità di ogni foto e dando quindi particolare risalto alla bellezza dell’immagine.
Gi altri appuntamenti dell’iniziativa “ALLA SCOPERTA DEI PARADISI TERRESTRI” sono programmati per venerdì 26 novembre con “Viaggio in Alaska – storie di un ambiente incontaminato” e venerdì 3 dicembre con “Sotto il sole del Capricorno – viaggio alla ricerca dei grandi mammiferi”.



I DELFINI DI DENIS

Un altro breve filmato realizzato da Denis!

Quanta bellezza, che meraviglia, che senso di pace ammirando questi favolosi animali che assolutamente innocui e gioiosi danzano intorno a un fortunato gruppo di sub!

Grazie Denis!!!

GUARDA IL FILMATO

LE ACQUE DEL MAR ROSSO SI SEPARARONO REALMENTE!!!

E’ forse il miracolo più spettacolare descritto nel Vecchio Testamento. Solo ora pero’ abbiamo le prove che questo evento possa essere realmente accaduto. Un gruppo di scienziati, tramite una simulazione al computer, ha riprodotto le condizioni che avrebbero permesso a Mosè di aprire un varco nel Mar Rosso. I risultati sono stati riportati sulla rivista Public Library of Science ONE. La simulazione ha suggerito che un forte vento orientale, che soffia per 12 ore durante la notte, potrebbe avere spinto indietro le acque poco profonde per quattro ore, aprendo un passaggio in una zona vicina a quella raffigurata nell’Esodo.
Nel racconto biblico Mosè e gli ebrei erano intrappolati tra i carri dell’esercito del Faraone e il mare quando un intervento divino ha diviso le acque lasciando un passaggio a terra ai fuggitivi. Ma una volta che gli ebrei attraversarono il mare, come recita il Vecchio Testamento, e proprio mentre l’esercito del Faraone cercava di inseguirli le acque si sono richiuse facendo annegare i soldati.
Gli scienziati ritengono pero’ che il luogo dove sarebbe avvenuto il ‘miracolo’ non e’ stato il Mar Rosso, ma un posto nelle vicinanze della regione del Delta del Nilo, dove si crede ci fosse un antico fiume con una laguna costiera. Tramite l’analisi della documentazione archeologica, le misurazioni satellitari e le mappe, i ricercatori hanno stimato il flusso dell’acqua e la profondità del sito di 3mila anni fa. E’ stata poi utilizzata una simulazione al computer per verificare l’impatto del vento. Gli scienziati hanno scoperto che un vento a 63 miglia orari da Est che ha soffiato per 12 ore avrebbe spinto indietro le acque, sia nel lago che nel canale del fiume. Questo avrebbe creato un ponte di terra per quattro ore. Appena calmato il vento, le acque sarebbero tornate al loro posto.
”La gente – ha detto Carl Drews, autore dello studio del National Centre for Atmospheric Research di Boulder (Colorado) – e’ sempre stata affascinata da questa storia dell’Esodo.
Ciò che questo studio dimostra e’ che la descrizione della separazione delle acque ha infatti una base sulle leggi fisiche”. .

UNA FOTO AL GIORNO: RETE DI CORALLI

Una delle cose più belle che si possano fare in Mar Rosso sono le immersioni nella meravigliosa barriera corallina.

Adoro immergermi, e da un paio di anni sto cercando di imparare a fare fotografie subacquee.

Spero il risultato ti piaccia

UNA FOTO AL GIORNO: GUARDARE E NON TOCCARE

In 15 giorni sono riuscito a fare solo 3 beach dive! 😦

Ma mentre ero sotto non ho dimenticato il nostro blog e ho fatto qualche scatto che spero possa piacerti!
Ovvio, non sono un professionista, ma dai, per essere un pivello qualcosa di carino mi è venuto!!

Il Pesce Leone della foto non va toccato! Sugli aculei della schiena è contenuto un pericoloso veleno!

La foto è in alta risoluzione, cliccaci due volte per ingrandirla quanto credi!

RESPIRERESTI ARIA FRITTA??

Caratterizzata dal possedere una delle più belle barriere coralline del mondo, dalla vicinanza all’Italia, dalla possibilità di trovare pacchetti per tutte le tasche e dalla vivacissima vita notturna, in poco più di un decennio Sharm si è trasformata da borgo di pescatori a location vacanziera prediletta da molti giovani!

Tutti sappiamo che per i giovani la possibilità di risparmiare e determinante. Prenotare le escursioni al di fuori dagli hotel consente di risparmiare qualcosa anche se a ben vedere ci si espone al rischio che non si è coperti da nessuna assicurazione! Rischio valutabile, accettabile forse!

Ma quando c’è in ballo la salute nessun rischio è accettabile!
Vi propongo oggi un pezzo tratto da un sito molto bello che parla di Sinai!
Normalmente non faccio copia incolla da questo sito, ma questa volta faccio eccezione dato che un tema del genere riguarda la salute di tutti!

Ovviamente come sempre in fondo all’articolo troverete il link che vi riporta al sito in questione!

Purtroppo anche quest’anno, sul versante della sicurezza, non possiamo dare a tutti i diving centers di Sharm la bandiera d’eccellenza: a causa forse della crisi economica che ancora si trascina, alcuni centri subacquei si sono distinti per la pessima abitudine di guardare più agli incassi giornalieri che alla manutenzione dei compressori.

Non si tratta di un fenomeno allargato, ma purtroppo, anche se ben circoscritto, è pur sempre un serio rischio per la salute dei subacquei, siano essi istruttori o clienti.

Uno dei casi registrati riguarda un centro subacqueo tedesco (e un po’ spagnolo), situato a Naama Bay, che è noto per lavorare con un intero staff di freelance, e con solo un paio di permanent (alla faccia delle nuove disposizioni in materia di permessi di lavoro!). Il centro è internazionale, e la clientela può contare sempre sulla presenza di istruttori e guide madrelingua.

Purtroppo questo centro, oltre a fornire un discutibile servizio logistico (a detta dei clienti), quest’anno ha vinto la palma d’oro della “Sharm el Sheikh Bad Breatheable Air 2010”. Si, perchè il suddetto diving ha fornito, per diverse settimane, aria arricchita all’olio di compressore. Forse una nuova miscela da loro testata, ma non credo che possa essere annoverata tra gli standard richiesti dalla CDWS per il rilascio della certificazione ISO, necessaria a tutti i diving center di queste parti.

Questa nuova miscela brevettata, di cui peraltro faremmo tutti volentieri a meno, ha portato vari problemi, compreso il ricorso ad analisi cliniche da parte di un istruttore freelance, che ha avuto la sfortuna di lavorare per loro. Il risultato è stato che il povero pro diver adesso si ritrova i polmoni con delle belle macchie d’olio, pronti per una frittura di paranza. Il problema, a detta del dott. Adel della Camera Iperbarica di Sharm, dovrebbe risolversi senza postumi (si spera..), ma la vicenda è alquanto grave.

Il consiglio che posso dare a tutti i subacquei, è quello di controllare sempre l’aria delle bombole, e se qualche dubbio dovesse venire per un cattivo odore della miscela, basterà un semplice controllo con un fazzoletto (o carta igienica) da appoggiare alla rubinetteria, per verificare la presenza di particelle contaminanti. Certamente non si tratta di un’analisi precisa, ma potrà dare senza dubbio l’idea di cosa andremo a respirare.
Non ci dimentichiamo che, respirando aria contaminata, bene che ci vada ci intossichiamo, ma le conseguenze possono anche essere letali.

E’ giusto risparmiare, ma nessun risparmio può giustificare una compromissione della propria salute!!!

LINK

UNA FOTO AL GIORNO:LA TARTINA DI SILVIA

Ieri la mia amica Silvia mi ha inviato un po’ di splendide foto. Sono foto in altissima risoluzione, quasi impossibili da trovare sul web. Magari dovete aspettare qualche secondo che si carichino, ma poi potrete salvarle e stamparle anche in grande formato, usarle come sfondo del tuo desktop o anche solo fare doppio click e ammirarle a tutto schermo apprezzandole fin nei più piccoli dettagli!!!
Un consiglio: fai doppio click su questa foto, vedrai le singole scaglie della pelle!
UN APPLAUSO E UN CALOROSO RINGRAZIAMENTO A SILVIA

IL CORALLO DI FUOCO: UN PERICOLO SPESSO SOTTOVALUTATO

Maria Vittoria Savini – OK La salute prima di tutto
Se sei interessato al tema, leggi l’articolo in originale
dove hai numerosi link di approfondimento

Il corallo di fuoco (Millepora dichotoma), specie molto comune nell’Oceano Indiano, nel Pacifico occidentale e nel Mar Rosso, contiene un veleno tossico anche per l’uomo.

Sintomi. «La persona che si ferisce con un corallo di fuoco avverte forte bruciore e dolore», spiega Maria De Giacomo , tossicologa al centro antiveleni del Policlinico Agostino Gemelli di Roma. «Subito dopo si formano piccole ustioni e talvolta un rash orticarioide. In qualche caso si può andare incontro anche ad astenia, agitazione, difficoltà a respirare, nausea, vomito. Tali sintomi possono essere complicati da ferite provocate da incrostazioni calcaree che possono causare sovra-infezioni con febbre anche molto alta e linfangite. L’ intossicazione, se non curata, può portare alla morte ».

Terapia. «Se si viene colpiti dalla sostanza irritante di un corallo di fuoco bisogna subito cercare un medico», spiega De Giacomo. «L’intervento immediato dovrebbe mirare ad asportare, possibilmente con un coltello dalla parte non tagliente, sia gli eventuali tentacoli del corallo attaccati alla cute e i frammenti calcarei, sia i filamenti velenosi (in realtà invisibili a occhio nudo). Subito dopo si deve lavare la ferita con acqua di mare, non dolce, e ricoprirla con pomate cortisoniche, antistaminiche e antibiotiche. In caso di lesioni molto estese si consiglia la somministrazione di antibiotici per via generale. Se subentrano difficoltà respiratoria e ipotensione, si passa ad antistaminici e corticosteroidi per via parenterale. In rarissimi casi di shock anafilattico sarà necessaria un’assistenza cardiorespiratoria».

Guarigione. La prognosi è estremamente variabile e va da qualche giorno a mesi in relazione alla gravità delle lesioni, all’entità della reazione individuale e all’ instaurarsi di sovra-infezioni.

Precauzioni. Nei mari in cui vive il corallo di fuoco, i sub dovrebbero sempre immergersi con pinne e guanti anche durante lo snorkeling e prestare estrema attenzione nei movimenti sott’acqua.

In Mar Rosso è assolutamente vietato immergersi con i guanti, proprio per evitare che ognuno  si porti a casa un pezzo di corallo!! Quindi girateci al largo e non rischiate nulla

BERENICE: SHARM COME ERA 20 ANNI FA, SI TROVA A SUD DI MARSA ALAM

Oggi nota come Medinet-el Harassi, si trova a sud del parco nazionale di Wadi el Gemal ed è senza dubbio uno dei luoghi più belli del Mar Rosso. E´ l´ultima zona turistica del profondo sud ed è paragonabile alla Sharm el Sheikh di 15/20 anni fa. La sua remota posizione rende questa località l´ultimo paradiso non cementificato di tutto il Mar Rosso. Una perla rara che probabilmente resterà tale ancora per poco tempo.

Conosciuta come una remota ed intatta destinazione subacquea, la zona di Berenice è l´ultima destinazione di vacanze del Mar Rosso. Lo sviluppo turistico è molto limitato, con un solo hotel 5 stelle che offre una vasta gamma di servizi nella tranquilla e bellissima zona di Lahami Bay.
Nelle vicinanze sorgono le altre due uniche sistemazioni della zona, principalmente indirizzate agli amanti della subacquea: un hotel tre stelle e un eco-lodge. Questa destinazione è l´ideale per coloro che sognano una vacanza lontano da tutto e da tutti e a pieno contatto con la natura Gli hotel di Berenice ospitano centri subacquei ben attrezzati.

Berenice si trova a 130 km dal nuovo aeroporto di Marsa Alam (circa 200 km a sud di Hurgada), aperto a febbraio 2002. Per raggiungere questa località ci vogliono circa 2 ora e 30 minuti di pullman.
Berenice è dotata anche di un piccolo aeroporto che attualmente accoglie solamente pochissimi voli interni. Non è sicuramente escluso che in un prossimo futuro lo scalo potrà accogliere anche voli internazionali.

Wadi Hammamat: A circa metà strada fra Quseir e Qena, si trova Wadi Hammamat. Attraverso la sua valle corre un´antica strada, la più breve dal Mar Rosso al Nilo. Centinaia di iscrizioni rupestri ornano le pareti della secca. Alcuni disegni, come quelli delle antiche barche egizie di canne, risalgono al 4000 a.C. Ciò che rese veramente famoso Wadi Hammamat nell´antichità, fu la pietra di Bekheny, una roccia ornamentale di colore verde, ritenuta sacra. La pietra fu attivamente estratta dai tempi faraonici fino a quelli romani, per la produzione di coppe, statue e sarcofagi. Numerosi oggetti realizzati con pietra di Bekheny sono stati rinvenuti nelle piramidi, nelle tombe e nei templi di questi periodi. Ci sarà modo di ammirare i resti di cave, miniere, fortezze, torri di guardia e pozzi, che giacciono sparsi lungo la strada principale.

Il tempio di Seti I: A Kanais, a est di Edfu, lungo la strada del deserto per Marsa Alam, si trova un piccolo tempio tagliato nella roccia, costruito da Seti I (1305-1290 a.C.) Purtroppo è possibile visitare soltanto l´ingresso del tempio. La camera posta dentro la rupe, con i magnifici disegni di Seti I che colpisce i nemici ed offre un dono al dio Amun, è chiusa al pubblico per ragioni di conservazione. Non lontano dal tempio, si trova un antico pozzo. Superba arte rupestre di epoca pre-dinastica, risalente a 6000 anni fa, decora le ripide pareti del wadi, con barche a remi, divinità danzanti, gazzelle dalle lunghe corna, grassi ippopotami e scene di caccia.

Bir Umm Fawakhir: Un pò più a nord di Wadi Hammamat, nella porzione centrale del deserto orientale, si trova un insediamento minerario (per l´estrazione dell´oro), del quinto e sesto secolo, noto con il nome di Bir Umm Fawakhir. Un grande comunità di cristiani copti vivevano in questa città di circa duecento edifici. L´oro estratto dalle montagne circostanti era lavato e trasportato verso la Valle del Nilo per la raffinazione. La miniera più grande di Bir Umm Fawakhir si estende orizzontalmente per un centinaio di metri nella montagna ed è alta circa due metri. Oggi si può visitare il sito ed osservarne gli edifici di accurata progettazione, e le antiche iscrizioni incise sui massi di granito presso le postazioni di guardia della città.

Le antiche miniere di smeraldi: a sud-ovest di Marsa Alam, identificate più tardi come Miniere di Cleopatra o Mons Smaragdus (Montagne di smeraldo), l´area divenne il più famoso complesso minerario del mondo antico. Le miniere di Wadi Gimil, Wadi Sikeit, Wadi Nuqrus e Gebel Zabara furono intensamente sfruttate durante i periodi romano e tolemaico. Lo sfruttamento delle miniere continuò anche nei secoli seguenti, finchè furono abbandonate dopo che gli Spagnoli scoprirono gli smeraldi in Colombia nel 1545. Oggi le rovine degli insediamenti minerari di Zabara e Sikeit sono ancora evidenti così come i resti delle strutture di un tempio e delle miniere crollate